Il mio recente post sulle vicende ucraine ha suscitato un vivace dibattito e una domanda ricorrente.
OK, tu (cioè io) dici che il sostegno all’Ucraina è una decisione di realpolitik. Che si giustifica (o non si giustifica) non sul piano etico ma su quello degli interessi e dei rapporti di forza.
Ma se si vuole andare fino in fondo, cioè fino alla sconfitta della Russia, come si fa a vincere ?
La risposta è semplice.
Non si vince sul piano economico. Le sanzioni fanno più danno all’Europa che alla Russia. Le materie prime indispensabili le ha Putin e non le abbiamo noi.
Non si vince per procura. Continuare a mandare armi agli ucraini allunga il conflitto e aumenta il costo in termini di vite umane e di sofferenze della popolazione, ma non è sufficiente per sconfiggere i russi.
La guerra si vince solo combattendola.
E combatterla significa mandare un esercito NATO, che come sempre vorrà dire coinvolgere in prima battuta gli USA, in seconda i britannici, ma poi anche i vari paesi europei. Mandarlo sul campo.
Non si esce dall’impasse se non si prende una decisione, da una parte o dall’altra, su questo punto.
Certo, Putin ha le armi atomiche. Può essere che non sia così folle da utilizzarle, e può essere che il conflitto rimanga convenzionale. Ma di fronte alla possibile sconfitta militare e al rovesciamento del suo regime, come esserne sicuri ?
D’altra parte, mi si obietta, se non sei disposto a prenderti il rischio di un conflitto, nessun aggressore deciso che attacchi un paese più debole potrà essere fermato.
E infatti Hitler è stato fermato e sconfitto SOLO quando ci si è decisi a combattere. Ai tempi peraltro si parlava “soltanto” di guerre convenzionali.
Da quando esistono le armi nucleari, prendere una posizione contro un aggressore che ne è dotato è diventato ancora più complicato e rischioso.
Ma è un fatto. Come dice Henry Kissinger, la bomba atomica non si può disinventare.
Se accettiamo una pace soddisfacente per Putin, corriamo il rischio che Putin non si fermi all’Ucraina. Se combattiamo – noi occidentali sul campo, non per procura – corriamo il rischio dell’escalation.
Quale rischio è il più grave ? a mio modesto avviso il secondo. Però comprendo chi la pensa diversamente.
Quello che credo
proprio non abbia senso, tuttavia, è restare in mezzo al guado, come ci stiamo oggi.
Non stiamo mettendo fine alle sofferenze degli ucraini, e stiamo invece
provocando enormi danni all’economia europea.
Brad Cappozzo: esiste qualcuno che pensa veramente alla WWIII come soluzione?
RispondiEliminaNon credo. Ma qualcuno ritiene che un conflitto potrebbe rimanere limitato e convenzionale.
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