Ha suscitato
parecchi commenti una recente dichiarazione di Mario Draghi di fronte al
parlamento UE. La sua è stata un’inattesa apertura ai principi della Modern
Monetary Theory.
Draghi ha
menzionato un paper di Stanley
Fischer – eminente economista, già vicepresidente della Federal Reserve, nonché
relatore della tesi di dottorato dello stesso Draghi al MIT e docente di
parecchi altri studiosi di rilievo, tra cui Paul Krugman e Olivier Blanchard.
Fischer ha
sostenuto l’opportunità, in date condizioni, che le banche centrali mettano
moneta “direttamente nelle mani di agenti economici, pubblici e privati, affinchè
la spendano”.
Draghi ha
commentato che “si tratta obiettivamente di concetti abbastanza innovativi. Non
sono stati discussi dal Governing Council
della BCE. Dovremmo esaminarli, ma non sono stati testati”.
Su quest’ultimo
punto l’affermazione di Draghi è per la verità alquanto contestabile. L’azione effettuata
da Schacht tra il 1933 e il 1937 con i MEFO bills in Germania è stata un test
altamente significativo – e splendidamente riuscito.
En
passant,
se ci si fanno venire dubbi su una proposta di politica economica perché si
teme che non sia stata perfettamente testata, che dire invece dell’insistenza
con cui UE e BCE ne sostengono altre come “l’austerità per ridurre il debito
pubblico” o “il Quantitative Easing per produrre inflazione” ? queste sì che
sono state supertestate in anni recentissimi. E si è constatato, al di là di ogni possibile dubbio, che non funzionano.
Ma tornando alle
dichiarazioni di Draghi, è invece corretta la sua affermazione che “il compito
di distribuire moneta a un soggetto o a un altro è tipicamente un compito della
politica fiscale. E’ una decisione del governo, non della banca centrale”.
Molto giusto,
questo. Il che però ci porta a capire come questo tema può essere correttamente
affrontato e risolto. Se la banca centrale è indipendente dai governi, come nel
caso del BCE, quale strumento hanno a disposizione i governi stessi per
effettuare questa azione di politica economica (che è, appunto, una forma di politica fiscale) ?
Forse (?) a sua
insaputa, Draghi non ha aperto solo alla MMT. Ha aperto ai CCF.
Beh ma se ne avessero intenzione i governi non potrebbero direttamente aumentare il deficit in euro (abolendo le regole di Maastricht)? Ovvio che non lo faranno ma tecnicamente funzionerebbe. O no ?
RispondiEliminaMa l'abolizione, o la modifica, delle regole di Maastricht dev'essere approvata a livello UE, mentre l'emissione di CCF può essere effettuata dagli stati singolarmente. Senza contare che aumentare i deficit richiede di collocare debito (espresso in moneta che non si emette, quindi a rischio default) sul mercato; emettere CCF no.
EliminaSi ma emettere certificati di credito fiscale, sbaglio o equivale e dire di emettere promesse di pagamento di tasse ?
RispondiEliminaNon sono la stessa cosa dei biglietti di Stato ? In cosa si differenziano da questi ?
La differenza è che l'accettazione dei biglietti di Stato è obbligatoria anche per i privati. Nel caso dei CCF, lo Stato si obbliga ad accettarli, ma la circolazione tra privati avviene solo su base volontaria.
EliminaSi ma il fatto che Draghi abbia aperto a queste soluzioni, cosa ci riserva ? Cioè, gatta ci cova ? Io so che l'ideale è la moneta auritiana di proprietà del portatore senza né debito né credito.
EliminaIn un'intervista, giusto ieri sul Financial Times, Draghi ha dichiarato che serve la possibilità di effettuare politiche fiscali espansive e questo richiede l'integrazione fiscale tra gli stati membri dell'Eurozona. Ma questo è un vicolo cieco perché i tedeschi sono in totale disaccordo. Rimangono i CCF.
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