La condizione assolutamente normale della finanza pubblica è che il bilancio degli Stati sia in deficit. Il deficit pubblico implica più spesa rispetto al prelievo fiscale, e questo significa che il settore privato riceve risorse finanziarie. L’ammontare complessivo dei mezzi di pagamento in circolazione cresce, e nello stesso tempo questi mezzi di pagamento sono anche risparmio di chi li detiene.
In un’economia in sviluppo, i mezzi di pagamento e il risparmio finanziario DEVONO gradualmente aumentare nel tempo.
Certo, in un singolo paese possono aumentare grazie a forti surplus commerciali e/o di bilancia di pagamenti con l’estero.
Ma questo significa drenare risparmio da altri paesi: non può accadere per tutto il mondo contemporaneamente.
Certo, quando l’economia è particolarmente tonica, quando c’è molto ottimismo, il risparmio lordo di aziende e famiglie può crescere anche in assenza di deficit pubblico, perché si verifica una forte espansione del credito bancario, o finanziario in genere.
Ma a fronte della crescita di risparmio lordo, aziende e famiglie in questa situazione accrescono fortemente il loro debito (privato). Il che è destabilizzante, perché crea rischi di bolle speculative e prepara il terreno per un peggioramento prociclico della congiuntura: quanto le cose andranno meno bene, gli intermediari finanziari privati saranno rapidissimi a tagliare il credito che hanno in precedenza (nel periodo di euforia) erogato.
Tendenzialmente, tipicamente, mediamente, il bilancio pubblico DEVE ESSERE IN DEFICIT.
E se lo Stato emette moneta, non è indispensabile, peraltro, che i deficit accrescano il debito pubblico. Non c’è NECESSITA’ di emettere titoli di Stato, se lo Stato gestisce la SUA moneta. L’emissione di titoli (ripeto, per un Stato che emette e gestisce la propria moneta: al di fuori quindi dal manicomio dell’Eurozona) è un’opportunità offerta ai privati per impiegare il risparmio finanziario generato dai deficit pubblici.
Il debito pubblico in moneta propria non crea, per definizione, problemi di solvibilità. E neanche di inflazione: l’inflazione può insorgere se vengono generati deficit pubblici eccessivi e/o male impostati dal punto di vista del loro livello e della loro composizione. Ma questo, se avviene, è un problema che NON ha a che vedere con l’avere, o meno, emesso titoli di Stato.
La storiella che “il debito pubblico incombe sui nostri figli” e che “un giorno dovrà essere ripagato” (nel senso di estinto) è, appunto, solo una storiella. Il debito pubblico deve essere rifinanziato – ZERO problemi se lo emetti nella tua moneta – NON estinto.
Se poi proprio lo si vuole estinguere, una strada c’è ed è molto semplice: interrompere l’emissione di titoli di debito, e rimborsare l’esistente, nonché mettere in atto i deficit pubblici futuri, semplicemente utilizzando moneta di Stato.
Altra via non c’è. Fanno ridere i “piani tagliadebito” che qualche organo di stampa periodicamente estrae dal cassetto, basati su austerità e privatizzazioni. Non funzionano mai (se non per promuovere, appunto, un’agenda di austerità e privatizzazioni…).
Il debito
pubblico si estingue solo monetizzandolo. Fermo restando che se lo emetti nella
TUA moneta, non c’è alcuna logica nel volerlo estinguere.
peccato che siamo dentro al famoso manicomio ......
RispondiEliminaLì sta il problema.
EliminaNon lo capiscono o nn lo vogliono capire
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