Naturalmente (il contrario sarebbe follia pura) l’accordo sull’innalzamento del limite di debito pubblico USA è stato trovato. Comporterà tuttavia alcuni tagli di spesa sociale, ben poco opportuni, che l’amministrazione democratica dovrà concedere ai repubblicani.
Sarebbe molto utile che il limite venisse semplicemente rimosso, una volta per tutte. Ma pare che nessuno dei due partiti USA voglia assumersi la responsabilità di eliminare questa presunta forma di controllo dell’indebitamento nazionale, forse perché teme le strumentalizzazioni politiche che ne seguirebbero (strumentalizzazioni di cui tendono a rendersi responsabili, per la verità, i repubblicani, non i democratici, almeno a quanto mi risulta).
Il problema nasce quando uno dei due partiti (di solito i democratici quando sono al governo, appunto) approva un budget espansivo e nel frattempo si verificano in contemporanea due cose: il partito al governo perde la maggioranza in parlamento in seguito alle elezioni di medio termine (cosa abbastanza frequente), e l’anno dopo si va a sbattere contro il limite.
Basterebbe, in definitiva, che in presenza di tali (potenziali) condizioni, il partito che approva il budget fiscalmente espansivo in contemporanea alzasse anche il limite di debito pubblico, almeno quanto basta per non avere problemi fino alle elezioni successive.
Perché non venga fatto mi riesce misterioso. Ma la finanza pubblica è una materia semplice, piena però di misteri in merito a come viene descritta e interpretata dai media, dalla pubblica opinione e in ultima analisi anche dai decisori politici.
Un mistero il perché non si capisca che emettere debito pubblico non è affatto necessario.
Un mistero il perché sfugga che la condizione naturale degli stati è il deficit, non il pareggio o il surplus del bilancio pubblico.
Un mistero il perché non si comprenda che, di conseguenza, se si pretende di finanziare il deficit emettendo titoli, l'ammontare in circolazione di questi titoli, quindi il debito pubblico, nel tempo non può che aumentare.
Un mistero il perché ci si preoccupi della solvibilità di uno stato che emette la moneta in cui s’indebita, anzi, in cui s’”indebita”.
Certo, la confusione su questi argomenti viene alimentata da soggetti a cui torna comodo che esista. Ma suvvia, basta poco sforzo per capire come stanno in realtà le cose.
Sforzo che tuttavia solo una minoranza, crescente ma ancora minoranza, della popolazione, a tutt’oggi è arrivata a mettere in atto. Capisco che la persona media abbia altri pensieri per la testa, riassumibili nel concetto di “pensare ai fatti propri e non a quelli che non si è in grado di cambiare”.
Però questo
atteggiamento della collettività causa danni. Grossi.