Se è vero, come è vero, che la moneta è un bene pubblico, e se è vero, come è vero, che lo Stato deve essere il responsabile della sua emissione e della sua gestione, non c’è nessuna ragione per cui un deficit pubblico debba creare un rischio d’insolvenza per lo Stato medesimo.
Inoltre, se è lo Stato a creare moneta e a immetterla nell’economia, è perfettamente normale che la immetta in eccesso rispetto a quanto preleva in tasse, perché l’economia cresce nel tempo e quindi le grandezze sia reali che monetarie in circolazione DEVONO aumentare.
Il deficit pubblico è quindi la condizione normale dell’economia, e produce automaticamente risparmio privato: se lo Stato spende più di quanto tassa, il settore privato riceve più di quanto paga. Si tratta di una pura e semplice identità contabile.
È opportuno che al settore privato sia data la possibilità di depositare questo risparmio presso l’istituto di emissione statale, con un modesto tasso d’interesse (tendenzialmente allineato all’inflazione prevista), per dare la possibilità di mantenere inalterato il potere d’acquisto del risparmio medesimo, senza correre rischi.
Ma preoccuparsi di questo “debito dello Stato” è un non senso, perché è un “debito” rimborsabile nella moneta stessa che lo Stato emette.
Già oggi, del resto, anzi da sempre, le banche private possono depositare i loro eccessi di liquidità presso l’istituto di emissione. Sono le cosiddette riserve bancarie: che nessuno si sogna di considerare parte del debito pubblico.
Solo la separazione tra Stato ed istituto di emissione obbliga lo Stato a finanziare i propri deficit con moneta che non gestisce, creando dal nulla un potenziale problema di finanza pubblica che non ha nessun motivo logico o tecnico di esistere.
Questo è il tema che una parte troppo larga dell’opinione pubblica non comprende, e che deve invece arrivare a capire, per rendersi conto che il problema del debito pubblico è INVENTATO DAL NULLA.
Un’invenzione
scellerata, perché crea all’economia problemi che non hanno ragione di
esistere.
Nico Arena: In un sistema in cui il popolo è sovrano, cioè proprietario della sua moneta, il sistema fiscale potrebbe essere abolito.
RispondiEliminaIn realtà no, perché l'appropriato deficit pubblico annuo è qualche punto percentuale, non qualche decina di punti. Uno Stato che spende il 3,4,5% del PIL potrebbe abolire il fisco. Uno Stato che spende il 30% o il 40% no.
EliminaMarco Sartore: Come si spiega il risparmio privato delle famiglie che ammonta a quasi 5000 miliardi ?
RispondiEliminaIl risparmio finanziario è appunto generato principalmente dal debito pubblico. Poi ci sono i beni reali, in particolare immobili, aziende e partecipazioni.
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