sabato 15 marzo 2025

La UE non è un condominio - purtroppo

 

Voi sovranisti, dicono i pro-UE, dovreste farvene una ragione. Criticate la UE, criticate le sue regole, criticate il fatto che esistano, ma dovete anche rendervi conto che se si abita nello stesso condominio le regole servono.

Il problema è che la metafora del condominio si poteva applicare alla vecchia CEE. Non all’Unione Europea.

I condomini sono vicini di casa, certo. E giustamente ogni anno fanno alcune assemblee dove si discute (magari per ore…) di temi epocali quali il costo del portinaio e la manutenzione dell’ascensore.

Però vicini di casa significa che ognuno STA NEL SUO APPARTAMENTO. Che ognuno sta A CASA SUA.

La UE ha trasformato, o quanto meno ci sta provando in tutti i modi, il condominio in una cosa diversa. Uno stanzone gigantesco in cui, abbattute tutte le pareti, tutti i soffitti, tutti i pavimenti, gli (ex) condomini stanno in un ambiente unico.

Da buoni vicini di casa, in Europa si può convivere ragionevolmente bene. Certo con collaborazioni, certo con momenti di discussione sui diritti di transito, sui diritti di pesca, sui sussidi all’agricoltura. L’equivalente del portinaio o dell’ascensore.

Ma se si pretende di trasformare in una megafamiglia qualcosa che famiglia non è, non funziona. Non funzionerebbe neanche se le regole non fossero spesso cervellotiche, spesso assurde e molte volte controproducenti. Come invece sono.

 

giovedì 13 marzo 2025

MES e patto di stabilità: se dico un no perché non due ?


Ultimamente vedo il dynamic duo leghista-sovranista, Borghi-Bagnai, menar vanto dell’aver bloccato la riforma del MES, e su questo hanno buone ragioni. Però utilizzano un’argomentazione su cui c’è qualcosa da obiettare.

In breve: la riforma MES sarebbe stata usata contro le nostre banche e contro il nostro debito pubblico, per tappare buchi altrove (presso il sistema creditizio tedesco, in particolare). Abbiamo fatto bene a stopparla a costo di lasciar passare la riforma del patto di stabilità, perché il patto resterà lettera morta, in particolare i francesi non lo rispetteranno, poi adesso ci sono i programmi di riarmo, eccetera.

Obiezioni, dicevo ? almeno tre.

La prima è che non si capisce perché detto un no, non se ne potevano dire due. Non è che si giocava un asso di briscola dopodiché non ne avevi altri. Tra l’altro la riforma MES doveva essere ratificata dal parlamento, e in parlamento la maggioranza a favore non c’era. La riforma del patto di stabilità invece era materia di governo e Giorgetti non aveva alcun bisogno di dire “siamo stati birichini con il MES però non vogliamo esagerare quindi diciamo sì al patto anche se non ne siamo convinti”.

Un governo realmente persuaso delle sue posizioni avrebbe dovuto affermare: no scusate, questo patto non funzionava prima e non funzionerebbe con queste modifiche, anzi forse sarebbe pure peggio. Lasciate perdere il MES (ammesso che realmente qualche europartner avesse posto la questione in termini di do ut des), lì si è espresso il nostro parlamento.

La seconda: certo, qualcuno, sicuramente la Francia, il nuovo patto non lo rispetterà. Il problema è che non rispettava neanche il vecchio, il che non impediva alla commissione europea di richiamarci, di bacchettarci, di minacciare procedure e sanzioni. I patti a livello UE si sono sempre applicati per alcuni (noi) e interpretati per altri.

Ma, si dice, sarebbe allora rimasto in vigore il vecchio patto. E quindi ? se fosse vero che le nuove condizioni macroeconomiche e geopolitiche fanno saltare tutti gli schemi, allora vecchio o nuovo non faceva differenza. Se come temo io, invece, noi ne resteremo condizionati, avrei di gran lungo preferito che ciò non avvenisse sulla base di una riforma che abbiamo appena approvato (mugugnando, ma i mugugni non fanno testo).

Terza obiezione. Mentre accettava, convinto o no come dicevo non rileva, il nuovo patto di stabilità, l’ineffabile Giorgetti finiva di insabbiare l’innovazione REALMENTE risolutiva: la Moneta Fiscale.

Se vogliamo metterla in termini calcistici, ci si è accontentati di guadagnare un calcio d’angolo. Quando invece si potevano segnare due gol… e finalmente vincere la partita.

 




giovedì 6 marzo 2025

Spazio fiscale, Italia e Germania

 

La Germania a quanto pare è sul punto di buttare a mare il pareggio di bilancio e i limiti di deficit pubblico, per lanciare un megapiano di investimenti, nella difesa e nelle infrastrutture.

Naturalmente in Italia non faremo niente di comparabile e naturalmente sentirete dire ahinoi purtroppo loro hanno spazio fiscale - e noi no.

Tanto per cambiare, è una fregnaccia.

Il limite ai deficit pubblici non è nessun parametro numerico prestabilito di deficit o di debito.

Il limite ai deficit pubblici è l’inflazione, che in Italia è più bassa che in Germania.

Basta utilizzare moneta propria – che anche se restiamo nell’euro è possibile emettere in Italia, sotto forma di moneta fiscale – e lo spazio fiscale diventa immediatamente usufruibile.

In Italia come in Germania, e con ogni probabilità, proporzionalmente alle dimensioni dell’economia, anche di più.

domenica 2 marzo 2025

Panico a Bruxelles

 

Gli eurocrati sono in completo loop mentale di fronte a un contesto economico in cui né USA né Cina sono più disponibili ad accettare una crescita della UE (ma sarebbe meglio dire della Germania) basata sull’export.

In realtà non ci sarebbe ragione di impanicarsi. E’ solo questione di cambiare paradigma, di rilanciare consumi e investimenti interni, e di accettare il riequilibrio dei saldi commerciali esteri.

L’ideale, si capisce, sarebbe buttare a mare l’euro, ma anche emettere Moneta Fiscale e far saltare il patto di stabilità raggiungono lo scopo.

La soluzione è addirittura banale. Non è banale invece farla passare, data la “quantità di capitale politico” spesa a Bruxelles e a Francoforte nell’ultimo quarto di secolo.

Tradotto in parole povere: hanno portato il continente su una china disastrosa, hanno impostato la gestione macroeconomica dell’area su presupposti privi di qualsiasi logica e razionalità, come fanno adesso ad ammettere di aver sbagliato tutto ?

Sarebbe difficile anche per persone differenti dalle teste di osmio che circolano da quelle parti.

sabato 1 marzo 2025

La UE è un mobile inutile e ingombrante

 

L’Unione Europea ? è come avere in casa un mobile grosso, inutile, brutto, scomodo, mal posizionato, di cui non si capisce perché sia lì: non ha nessuna funzione pratica, non ha nessuna funzione estetica, fai fatica a muoverti perché te lo trovi costantemente tra i piedi.

La cosa sensata sarebbe liberarsene. Però essendo pesante, ingombrante, difficile da maneggiare, non si sa bene come spostarlo e dove altrimenti metterlo, e neanche come buttarlo fuori di casa.

Così almeno per ora sei costretto a tenertelo. Ti rende difficile fare una serie di cose, e non ti dà aiuto a farne nessuna. E ti imbruttisce l'arredamento.

Una fenomenale combinazione. Un oggetto che quando non è inutile è dannoso.