L’argomento
principale di questo blog è descrivere e analizzare un progetto di riforma del
sistema monetario europeo che supera i problemi creati dalla moneta unica,
senza dover attuare la “spaccatura” dell’euro.
Ritengo però
utile, comunque, sgombrare il campo da un equivoco molto comune. Un’affermazione
frequente, anche da parte di chi sostiene la necessità / utilità /
inevitabilità di tornare alle monete nazionali, è che ci sarebbero conseguenze
in termini di maggiore inflazione.
I “pro-euro-break-up”
di solito non negano questo. Sostengono, piuttosto, che l’impatto sarebbe
relativamente modesto, e comunque ben inferiore rispetto al danno che deriva
dal mantenere in essere l’attuale sistema monetario.
A mio parere si
può, con plausibilità, sostenere una tesi ancora più forte. Di per sé, la
svalutazione non implica affatto inflazione.
Aumenta il costo
di un bene importato, e allora ? se non migliora la domanda, il distributore
italiano di questo bene, o l’azienda trasformatrice che lo utilizza come input
produttivo, non è in grado di aumentare i suoi prezzi. L’effetto è di ridurre i
margini dell’importatore, non di aumentare i prezzi a valle.
I prezzi
aumentano solo se la domanda totale sale fino al punto di riassorbire
la differenza (oggi altissima) tra domanda e capacità produttiva del sistema
economico.
Il ritorno dell’Italia
alla sovranità monetaria crea le condizioni per mettere in atto politiche di
sostegno della domanda che riassorbono questa differenza. Se si eccede, a quel
punto c’è un problema di inflazione. Ma solo a quel punto.
La svalutazione
è un presupposto per la ripartenza della domanda, ma occorre prima che le
politiche di sostegno della domanda vengano messe in atto.
Se invece si
svaluta con l’economia in situazione di piena occupazione, l’incremento dei
prezzi si verifica, ma per un motivo diverso: sale la domanda dall’estero, e
questo crea l’eccesso di domanda rispetto all’offerta. Ma non è, evidentemente,
la situazione di oggi. Non mi è chiaro, peraltro, perché un’economia in piena
occupazione dovrebbe svalutare.
Questo spiega
tra l’altro il “mistero” del 1992: la lira uscì dallo SME e si svalutò, ma l’inflazione
scese invece di salire. Perché ? furono attuate, contemporaneamente alla svalutazione,
forti politiche di compressione della domanda interna.
Migliorarono notevolmente,
quindi, i saldi commerciali, ma cadde la domanda interna, la domanda totale non
aumentò e non ci fu una significativa ripresa della produzione e dell’occupazione.
E l’inflazione scese.
ma che storia è mai questa, che per star bene bisogna inflazionarsi e svalutare: che sana economia!!!La voglio subito, a pensarci mi sento già meglio, la mia pensione si gonfiera come un dirigibile e i miei risparmi diventeranno iperbolici! Grazie gente per non averci pensato prima.
RispondiEliminaVeramente, se legge il post, si spiega che svalutare in condizioni di economia depressa NON produce inflazione a livelli minimamente comparabili all'entità della svalutazione.
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