Il deficit pubblico incrementa il risparmio privato, e
il debito pubblico E’ risparmio privato. Queste affermazioni, che dovrebbero
essere sostanzialmente ovvietà, se non tautologie, sono nondimeno fortemente
avversate dagli euroausterici.
Spesso il loro tentativo di confutazione s’impernia
grosso modo su quanto segue.
Sì certo, il deficit pubblico mette soldi a disposizione
del settore privato. Ma questi soldi rimangono in tasca ad alcuni soggetti, non
a tutti. C’è chi riesce a risparmiare, magari anche parecchio, e magari
utilizza il risparmio per comprare titoli di Stato. C’è che non ci riesce. Però
l’onere di pagare le tasse grava invece
su tutti.
Per cui, conclude l’euroausterico, in realtà la spesa
pubblica beneficia alcuni soggetti più, magari molto più, di altri, mentre “l’onere
del debito” (in realtà, la necessità di pagare tasse per non spingere il
deficit a livelli eccessivi in quanto inflazionistici) è un onere dell’intero
paese.
La maniera corretta di esporre la situazione è un’altra.
Il deficit pubblico immette risorse nell’economia, e
la spesa pubblica fornisce beni e servizi alla collettività, secondo un’allocazione
che viene stabilita tramite un processo di scelte politiche.
Anche l’onere di pagare le tasse incombe sulla
collettività, e anche modalità e ripartizione di pagamento delle tasse sono
stabilite tramite un processo politico. C’è chi paga più tasse e chi meno. Il
sistema dovrebbe essere informato a criteri di progressività, dice la
Costituzione. Ma i criteri non sono sempre rispettati.
Il beneficio della spesa e l’onere delle tasse possono
quindi essere ripartiti in modo iniquo. Nessuno, in effetti, considera mai la
ripartizione perfettamente equa. Più o meno tutti vorrebbero ripartizioni
diverse. Alla fine le ripartizioni sono il risultato di un processo politico,
quindi di un compromesso.
Ci sono ripartizioni più efficienti e corrette, e altre
meno. Ma è un problema di allocazione.
Non è che il beneficio della spesa “è solo di alcuni”
mentre l’”onere del debito” (più esattamente, delle tasse) è di tutti.
Onori e oneri sono di tutti. In varia misura, come dicevo.
Più o meno correttamente ed efficientemente.
Rimane però vero che il deficit incrementa il
risparmio finanziario del settore privato, e che il debito pubblico è risparmio
privato, perché ne rappresenta una forma di impiego finanziario.
Tutto il resto è un problema di allocazione. Problema
importantissimo, beninteso. Ma che non inficia in alcun modo quanto detto al
paragrafo precedente.