La tesi di parecchi euroausterici è che la garanzia integrale della BCE sui debiti pubblici dei vari Stati aderenti all’Eurozona sarebbe possibile solo se agli Stati del Nord fosse esplicitamente attribuito il controllo sulla finanza pubblica degli Stati del Sud.
Motivo ? il Sud ha livelli di debito pubblico più alti, e percepiti come più rischiosi dai mercati. Se il Nord si deve sobbarcare un costo è giusto che abbia il controllo della situazione. E se questo è politicamente inaccettabile, non ci può essere garanzia BCE.
L’argomentazione ha una sua logica APPARENTE. Ma in realtà è infondata.
La garanzia della BCE non costa assolutamente niente al Nord. Se la BCE dichiara che il BTP italiano non renderà più del 2%, quello diventa il tasso di mercato, a cui i BTP vengono comprati e venduti. La Germania e gli altri paesi del Nord non devono pagare NULLA.
La garanzia sui debiti pubblici, insistono gli euroausterici, spingerebbe però il Sud ad aumentare deficit e debito ancora più di oggi. Ma questo è un problema solo per le sue potenziali conseguenze sull’inflazione. La garanzia BCE dovrebbe quindi essere condizionata non al rispetto di determinate soglie di deficit o di debito (che non hanno senso) ma casomai al mantenimento, paese per paese, di determinate soglie di inflazione.
In altri termini, la BCE dovrebbe dire: sei pienamente garantito purché la tua inflazione non superi determinate soglie, o non si discosti se non marginalmente dai target BCE, o dalla media dell’Eurozona. Qualcosa del genere.
Va peraltro notato che la correlazione tra deficit, debito e inflazione è a dir poco dubbia. Oggi l’Italia ha un’inflazione decisamente più bassa rispetto alla Germania. Il Giappone ha il 260% di debito / PIL ma la sua inflazione è inferiore, da decenni, rispetto alle medie occidentali.
La garanzia BCE sui debiti pubblici non costa nulla a nessuno. La sua assenza al contrario è un danno enorme per l’Eurozona, perché produce vincoli che creano un pesantissimo svantaggio competitivo rispetto agli USA, al Giappone, alla Cina eccetera. L’assenza di garanzia crea un rischio d’insolvenza sul debito pubblico che non ha senso di esistere, e infatti non esiste per le economie che gestiscono la propria moneta e fanno deficit con quella.
L’euro doveva servire (non si è mai capito come, ma
questo era quanto si dichiarava) a competere meglio con gli altri grandi blocchi
economici. Con le regole attuali al contrario l’eurosistema costringe i suoi
Stati aderenti a “combattere” con le mani legate dietro alla schiena.
Marco Sartore: A me fa venire i brividi il fatto che ci siano stati che si permettono di ingerire con la sovranità di altri stati pretendendo di dettare legge a casa altrui.
RispondiEliminaLo so che è la regola ormai ma dimostra ancora una volta che l’Unione europea così concepita è un totale fallimento.
Antonello Climan: Trovo inaccettabile che a 32 anni da Maastricht, con l'evidenza sperimentale che ha mostrato un fallimento colossale da qualsiasi punto di vista lo si guardi (incluso l'inevitabile aumento di intolleranza tra i popoli UE a causa del declino economico), non vengano condotte indagini e non venga istituito un organo che deve indagare su esiti, responsabilità ed eventuali colpe.
RispondiEliminaC'è una discrepanza enorme tra ciò che si è promosso all'inizio e lo stato attuale delle cose, e le prospettive sono pure peggiorative. faccio fatica a non pensare che finirà male per tutti.
Giovanni Piva: Marco per me le multinazionali del nord europa avrebbero paura della garanzia del debito da parte della bce (con anche l'abrogazione del patto di stabilità), perché deficit alti dei paesi del sud Europa, anche se venissero impiegati pienamente per occupare fattori produttivi impiegati, nn generebbero ok alcuna inflazione, ma potrebbero contribuire alla svalutazione dall'euro, in quanto i possessori degli euro degli stati del sud Europa potrebbero iniziare a domandare con maggiore frequenza valuta estera (es dollari) per vari motivi (es viaggi all'estero di piacere). Le multinazionali del nord europa nn vogliono la svalutazione dell'euro, perché l'euro forte serve loro per importare materie prime e semi lavorati a costi ridotti. Ovviamente per il discorso export, non volendo usare il cambio per abbassare i prezzi dei loro prodotti da vendere, adorano la svalutazione del costo del lavoro.
RispondiEliminaNon credo, le aziende del nord hanno profittato dell'euro appunto perché è una moneta meno forte del marco, del fiorino eccetera. La svalutazione senza inflazione a loro va bene. Sono gli interessi politici e finanziari del nord che si oppongono, non gli industriali.
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