domenica 14 aprile 2024

Superbonus, il “buco” che non c’è

 

Gli euroausterici vaneggiano a reti unificate in merito al “buco da 200 miliardi nei conti pubblici” che sarebbe stato prodotto dal Superbonus.

Naturalmente una prima risposta ovvia a questa affermazione è che sono stati emessi 200 miliardi di crediti fiscali, a fronte dei quali è stata però conseguita una crescita di PIL e di gettito. Parlare di “200 miliardi di buco” tiene conto di un elemento (i crediti emessi) ignorando l’altro (la crescita di gettito).

Ma in realtà l’errore dell’affermazione è ancora più basilare.

Immaginiamo che un’Italia in possesso della propria moneta decida di effettuare una manovra fiscale espansiva emettendo 200 miliardi (in lire) e distribuendoli ai residenti.

E immaginiamo che dopo un anno i 200 miliardi vengono utilizzati per pagare tasse. Si crea un buco ? no, perché l’Italia può, semplicemente, emettere altri 200 miliardi. La quantità di moneta in circolazione rimane la stessa, e non c’è bisogno di effettuare alcuna manovra fiscale restrittiva.

Poi, l’Italia può decidere di offrire al pubblico 200 miliardi di titoli di Stato. A quel punto la moneta in circolazione viene sostituita da titoli per pari importo. Cambia qualcosa nella solvibilità dello Stato ? no, perché i titoli sono rimborsabili in lire.

Con i bonus fiscali immobiliari, in realtà, l’Italia si è riappropriata della possibilità di emettere moneta: moneta fiscale, per la precisione.

La moneta fiscale a un certo punto viene utilizzata per pagare tasse. Come compensa questo effetto, lo Stato ? la maniera più ovvia e semplice sarebbe emettere un pari importo di moneta fiscale. Che non è debito pubblico (come riconosciuto dalla stessa Eurostat).

Dov’è che si crea un potenziale problema ?

Si crea perché l’ineffabile Giorgetti, senza spiegare perché, strepita che la moneta fiscale è brutta e cattiva, e quindi non se ne emetterà altra. Il che comporta di emettere titoli. Che sono denominati in euro, moneta che l’Italia non emette. Qui c’è l’incremento di debito, e qui c’è l’appesantimento della solvibilità.

Ma il motivo è solo e soltanto uno: SI POTREBBE CONTINUARE AD EMETTERE MONETA FISCALE VIA VIA CHE VIENE UTILIZZATA, MA GIORGETTI NON LO VUOLE FARE.

Capite adesso che il problema è creato ad arte ?

10 commenti:

  1. Se ho capito bene Bruxelles ha imposto a Giorgetti di contabilizzare quei 200 mld come deficit del 2023. Sbaglio? Piergiorgio Rosso

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    1. Non nel 2023 ma negli anni di emissione, quindi prevalentemente nei precedenti.

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    2. quindi tecnicamente ci legano le mani ?

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    3. Basterebbe continuare ad emettere Moneta Fiscale e negoziare in sede UE che ci impegniamo a ridurre gradualmente il debito / PIL senza accettare vincoli sul deficit / PIL. Ma Giorgetti si guarda bene dal farlo.

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  2. Antonello Climan: Considerando la semplicità dell'argomento trattato, per cui basta una conoscenza basica dell'economia, la logica suggerirebbe che ci sia tutta la volontà da parte della classe politica da 30 anni ad oggi di soffocare il potere d'acquisto degli italiani e dunque la loro economia. I risultati mostrano incontrovertibilmente questo risultato. Ma noi siamo buoni e non seguiamo la logica, quindi resta solo un'altra possibilità: che da anni siamo governati da un manipolo di incompetenti e pure stupidi

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  3. scusate ma se fosse vero il buco non si sarebbe registrato nessun incremento di gettito dato che i bonus fiscali vengono ripagati solo con "minore gettito" fiscale .....sbaglio qualcosa? i politici perchè mentono a riguardo?

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    1. Non sbagli. E i politici mentono perché sono venduti e asserviti.

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    2. E' da un po' che ho questa opinione in merito, pensavo mi sfuggisse qualcosa in quanto non sono preparato in materia,.
      P.S. Ormai i politici ragionano in prospettiva di mesi quando dovrebbero pensare ai decenni a venire.
      Complimenti per l'articolo!!

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    3. Ragionano in prospettiva delle loro convenienze personali. Salvo le debite ma rare eccezioni. Non è una novità, comunque.

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  4. L’articolo è ottimo e inconfutabile. Ma si limita solo alla questione contabile.
    Essa è importante, ma non è tutto.
    Il superbonus è qualcosa di più che immissione di moneta nel sistema di economia reale.
    Se ben attuati, gli interventi riqualificano un parco edilizio vetusto e disastroso per molti aspetti.
    Non si è intervenuto solo sui consumi energetici ma anche col “sisma-bonus”, la possibilità di ottenere miglioramenti e consolidamenti strutturali di palazzi che hanno 50/60 anni, il cui sicuro degrado è esemplificabile col destino del coetaneo ponte Morandi.
    Più in generale ha agito su un miglioramento della qualità architettonica e urbana della città, sulla qualità della vita di molti, se non di tutti.
    Nonostante il sabotaggio nevrotico dell’Agenzia delle Entrate e il classismo introdotto ad arte dalle banche private nella (NON) concessione dei prestiti ponte, lasciando spazio solo a chi i soldi li aveva, ha funzionato…
    Quanto vale, economicamente, avere un parco edifici rinnovato? Il bocconiano al MEF lo capisce e mente o non capisce?
    Una manovra autarchica e socialista. Una distribuzione di risorse senza intermediazioni clientelari partitiche o massoniche.
    Inaccettabile per la banda a delinquere che governa le colonie.

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