Se state
leggendo questo articolo, probabilmente il titolo vi ha incuriosito.
Esordisco in
modo deludente. Che cosa succede dopo le elezioni tedesche del 22 settembre
2013 non lo so.
Per quanto
odioso sia lo spot elettorale inscenato da Schaeuble in Grecia giusto in questi
giorni, va preso per quello che è. Uno spot a beneficio dei suoi elettori,
appunto.
Fino alle
elezioni tedesche, tutto resterà sopito. I mercati finanziari partiranno dal
presupposto che la BCE non tollererà agitazioni sui titoli periferici dell’Eurozona,
e quindi non avranno convenienza o interesse a farle accadere.
Poi ci sarà la
riconferma di un governo a guida CDU, oppure (in caso di risultato per loro
deludente abbinato a una frana dei tradizionali partner liberali) una “Grosse
Koalition” con la SPD.
In teoria un
risultato ancora peggiore per il centro destra aprirebbe scenari di coalizioni
di centro sinistra: SPD + Linke + Verdi, inclusi magari (in uno strano
assemblaggio) Pirati e AfD se superassero il blocco del 5%. Questa sarebbe l’alternativa
più positiva e costruttiva nei confronti di un possibile cambio di
atteggiamento verso la crisi dell’Eurozona.
Ma non so
costruttiva fino a che punto (il fondatore della Linke, Lafontaine, è forse la
voce più raziocinante, in Germania, riguardo all’Eurocrisi, ma non rappresenta
una posizione maggioritaria neanche nel suo partito). E siamo ai confini della
fantapolitica, e probabilmente anche oltre.
CDU o CDU + SPD
che sia, ai primi di ottobre il nuovo governo tedesco si siederà a esaminare
una realtà che conosce benissimo, in effetti, anche oggi. Conti della periferia
sud dell’Eurozona super sfondati e risultati sempre più disastrosi delle
politiche di austerità.
Basta a produrre
un cambio di atteggiamento ? solo se, temo, questo si sarà riflesso sulla
situazione tedesca in modo sufficiente a trasformare l’attuale previsione di
crescita del PIL da un pallido più (0,3%) in un deciso meno.
Questo potrebbe
avvenire, e avere sul tavolo una proposta di riforma del sistema monetario
europeo che risolva il problema, evitando però ai tedeschi quello che temono di
più:
perdita di valore dei loro crediti verso il Sud
spaccatura dell’euro
rivalutazione del nuovo marco
potrebbe essere decisivo.
Intraprendere
questa strada non richiede, in realtà, il consenso della Germania. L’Italia
potrebbe e dovrebbe procedere anche da sola.
Ma temo che
questo sia ancora più fantapolitico.
Nel frattempo la previsione di calma piatta fino alle elezioni tedesche e' confermata dai fatti. Vedi il post dell'8.8 per un'interessante descrizione dell'atteggiamento dell'opinione pubblica in Germania.
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