Il progetto CCF risolve due fondamentali problemi causati dall’attuale sistema monetario
europeo.
Permette di
riequilibrare la competitività tra i vari paesi, analogamente a quanto (prima
dell’introduzione dell’euro) avveniva per effetto dei riallineamenti dei cambi.
E permette ai
singoli paesi di mettere in atto, quando necessario, politiche attive di
sostegno della domanda finanziate mediante emissione di moneta (più
precisamente, mediante emissione di CCF, che sono uno strumento monetario –
anche se non prendono la forma di banconote e monete metalliche).
Rimane in essere
un problema: l’esistenza di debiti pubblici nazionali denominati in una moneta
(l’euro) di cui i singoli stati non gestiscono l’emissione.
Nell’immediato, il
progetto CCF dà avvio a una forte e rapida ripresa, e risolve quindi anche le
tensioni che caratterizzano oggi la finanza pubblica di parecchi paesi europei.
E la possibilità di attuare politiche di piena occupazione è un’arma molto
forte per evitare che insorgano di nuovo in futuro.
A breve-medio
termine (un paio d’anni circa), via via che i CCF diventeranno uno strumento
finanziario ampiamente diffuso e utilizzato, è tuttavia molto opportuno che i
singoli paesi estinguano i debiti pubblici in euro, utilizzando ulteriori
emissioni di CCF.
A quel punto,
tensioni speculative sul mercato dei titoli di Stato come quelle insorte nell’estate
2011 diverranno impossibili.
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