Il grande abbaglio (o
la grande mistificazione)
Praticamente da quando
siamo nati, o da quando abbiamo raggiunto l’età di intendere e volere, ci
sentiamo ripetere che:
l’Italia ha “troppo
debito pubblico”
il debito è un “fardello
per le generazioni future”
andrebbero fatte cose,
andrebbero ridotte le tasse, ma “non si può perché bisogna ridurre il deficit /
il debito”.
Primo concetto: uno
Stato che emette la sua moneta non ha bisogno di emettere debito
Se lo Stato emette la
moneta nazionale, non c’è alcuna necessità che si indebiti.
Lo Stato semplicemente
spende una determinata quantità di moneta “fiat”, ne ritira una parte con le
tasse, e lascia in circolazione la differenza (il cosiddetto “deficit pubblico”).
Se la bilancia
commerciale del paese non è passiva, la differenza rimane tutta all’interno del
paese, sotto forma di risparmio finanziario.
Secondo concetto: il
debito pubblico ha un senso solo come servizio di gestione del risparmio
Il debito pubblico non
ha alcuna necessità di esistere.
Può avere una funzione come
servizio di gestione del risparmio offerto ai propri cittadini.
L’immissione di moneta
tramite il cosiddetto “deficit pubblico” lascia risparmio in mano alle
famiglie: è utile che esista una possibilità di impiego sicura e non
speculativa.
Questo impiego del
risparmio è il cosiddetto “debito pubblico”.
Ma non ha nessun senso
preoccuparsi del suo livello.
Terzo concetto: quali
sono i veri vincoli al (cosiddetto) deficit pubblico ?
Un eccesso di
immissione di potere d’acquisto nel sistema economico può creare due tipi di
problemi.
Il primo è l’inflazione.
Il secondo è lo
squilibrio nei saldi commerciali esteri (troppo potere d’acquisto si rivolge
verso beni e servizi importati).
Ma nessuno di questi
due problemi esiste oggi per l’Italia (inflazione zero, 60 miliardi annui di
surplus commerciale).
In conclusione:le
credenze superstiziose da abbandonare
Il debito pubblico
italiano è un problema reale, ma è stato INVENTATO DAL NULLA con l’ingresso
nell’euro.
L’Italia oggi emette
debito in una moneta emessa e gestita da terzi, soggetta a vincoli privi di
logica economica.
E’ assolutamente
indispensabile rimuovere questi vincoli.
Lo era già prima del
Covid, perché l’Italia si trovava da molti anni in una depressione economica
facilmente risolvibile – ma irrisolta appunto a causa di vincoli arbitrari,
illogici e infondati.
Lo è a maggior ragione
oggi.
E qui una semplice spiegazione del perché ci troviamo messi in questo modo (quello descritto nel post, intendo) https://twitter.com/battleforeurope/status/1317093023071801350
RispondiEliminaLa notte della Repubblica, era il titolo della trasmissione televisiva di Zavoli. Ora come allora sempre terrorismo è.
RispondiEliminaBuonasera. Può approfondire questo passaggio?
RispondiEliminaintendevo questo: Se la bilancia commerciale del paese non è passiva, la differenza rimane tutta all’interno del paese, sotto forma di risparmio finanziario.
RispondiEliminaMolto semplice. La differenza tra spesa pubblica e tasse viene immessa nel settore privato dell'economia: se lo stato spende 100 e preleva 90, la differenza di 10 rimane nel settore privato. Sono infatti soldi in più, quindi risparmio che si forma. Se questi soldi non vanno a comprare beni e servizi esteri, il risparmio rimane all'interno del paese.
EliminaGrazie. Però è altamente probabile che vanno a comprare beni e servizi all'estero. O no?
RispondiEliminaTenuto conto che da molti anni abbiamo 60 miliardi medi di SURPLUS commerciale, direi proprio che la gran parte resterà all'interno del paese. Poi dipende da come si forma la differenza tra spesa e tasse. Se aumenta perché si riduce il cuneo fiscale o comunque la tassazione sulle produzioni interne, il surplus commerciale potrebbe perfino accrescersi.
EliminaTutto ciò implica un'auspicabile uscita dall'euro, un gruppo di banche pubbliche, una B.I. che faccia da prestatrice di ultima istanza, un'epurazione tramite esproprio di TUTTI i partecipanti privati di B.I. (dopo aver riportato il suo capitale ai vecchi 300. 000 euro...), un'emissione di biglietti di Stato a corso legale, ma più di tutto, una classe politica non SERVA di Bruxelles. Claudio Zanasi
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