La UE, e a maggior ragione l’Eurozona, non sono in grado di sviluppare politiche economiche funzionali perché è impossibile conciliare visioni diametralmente opposte in merito ai problemi che affliggono una parte importante degli Stati membri.
L’Italia, in particolare, aderendo all’euro si è sottoposta a un forma particolarmente accentuata di vincolo esterno, ha adottato da metà degli anni Novanta in poi politiche deflattive, si è privata della flessibilità del cambio e della possibilità di finanziare in moneta propria le necessarie politiche anticicliche, ha trasformato “debito” pubblico in moneta nazionale (un non-debito, in realtà) in debito pubblico in moneta estera (debito vero).
I paesi nordeuropei e in particolare la Germania esprimono con la massima fermezza (se in buona o in malafede possiamo discuterne, ma non rileva più di tanto) la convinzione che tutto possa essere risolto con le “riforme strutturali” di cui si parla da quasi dieci anni, e che si sono in effetti applicate – Legge Fornero, Jobs Act – senza risolvere nulla, anzi peggiorando gravemente la situazione.
Nello stesso tempo, una parte preponderante dell’opinione pubblica tedesca rifiuta di prendere in considerazione l’idea che l’attuale assetto la avvantaggi. Al contrario, si preoccupa di problemi inesistenti quali l'espansione dei saldi Target2, o di altre inefficienze quali i tassi d’interesse negativi che penalizzano il risparmiatore e il pensionato tedesco.
Quest’ultimo non è un problema inventato; ma è la conseguenza di politiche adottate dalla BCE per tenere in qualche modo unito un assetto disfunzionale e quindi costantemente a rischio di rottura.
L’accordo sul Recovery Fund, nella mente di qualche europeista in buona fede (altrimenti detto, di qualche illuso) dovrebbe essere un passo nella direzione giusta, verso una UE solidale, keynesiana, capace di contrastare (invece che di enfatizzare) gli effetti prociclici di eventi esogeni quali il Covid.
In realtà il Recovery Fund non piace a nessuno, non è affatto certo che parta, la dimensione è risibile rispetto ai problemi che dovrebbe gestire, è in effetti uno strumento di ulteriore controllo e potenzialmente di ulteriore disciplina dei paesi in difficoltà, è una mossa di propaganda per far credere all’opinione pubblica che siano in arrivo fantastiliardi gratis.
Molti stanno aprendo gli occhi, ma molti altri, sicuramente, continueranno a credere alla favole.
La politica è fatta di mediazione e compromesso, non c’è dubbio. Ma la mediazione è utile se spinge la politica ad adottare scelte che conducono, magari imperfettamente, magari parzialmente, nella direzione giusta.
Invece siamo sempre allo stesso punto. Si decide di partire da Milano tutti insieme in pullman, ma metà dei passeggeri ha necessità di andare a Venezia, l’altra metà a Torino.
Arrivati a Verona, di fronte alle proteste sempre più vivaci di chi deve andare a Torino, gli altri “come compromesso” accettano di andare… nella stessa direzione, ma un filino più lenti.
L’errore è viaggiare tutti insieme.
Il compromesso accettabile è risolvere le disfunzioni del sistema evitandone la rottura. La spaccatura dell’euro è tecnicamente molto complessa: la via sensata è il progetto Moneta Fiscale / CCF. Ridare flessibilità e autonomia agli Stati evitando deflagrazioni.
Questa è una
soluzione. Quelle che la UE mette sul tavolo continuano a non esserlo.
Paolo Canziani: "Al contrario, si preoccupa di problemi inesistenti quali l’l'espansione dei saldi Target2, o di altre inefficienze quali i tassi d’interesse negativi che penalizzano il risparmiatore e il pensionato tedesco"
RispondiEliminaSono entrambi problemi veri perché i saldi di target 2 non verranno mai ripagati e si tratta perciò di un prestito forzoso e il pensionato tedesco è davvero penalizzato dagli i negativi.
Ma sono entrambi l'altra faccia della medaglia di un tasso di cambio reale tedesco sottovalutato, che era probabilmente una delle cose che le élite tedesche (soprattutto quelle industriali) consideravano vantaggi dall'adozione dell'€.
Ma si sa, i tedeschi sono abbastanza forti nella tattica, meno nella strategia (come son finite le ultime guerre che han fatto, a proposito?)
Non è vero neanche il problema Target2. Se l’euro si rompe la bundesbank emette un pari ammontare di marchi disponibili per rimborsare le banche tedesche che hanno riserve presso di lei.
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