domenica 9 marzo 2014

Non vorrei che qualcuno equivocasse


in merito all’articolo precedente. Ho scritto:

“Non c’è quindi un motivo tecnico per il quale l’euro, inteso come meccanismo di gestione macroeconomica-monetaria dell’Eurozona, non possa funzionare.

Esiste invece una carenza di volontà politica, le cui possibili motivazioni ho cercato di elencare qui.”

C’è da aggiungere una cosa a scanso, appunto, di equivoci. Se mai questa volontà politica esistesse, sarebbe possibile rendere inoffensivo un meccanismo che oggi è deleterio.

Ma se il progetto euro cessa di essere, come oggi è, gravemente, enormemente dannoso, rimane perfettamente inutile.

Non lo si sottolinea mai abbastanza: perché la fandonia che “in un mondo globalizzato non è possibile risolvere problemi economici tornando alla sovranità nazionale” è, appunto, una fandonia, ma continua a essere ripetuta e ribadita (dogmaticamente, ossessivamente, senza nessun supporto logico e scientifico perché nessun supporto logico e scientifico esiste).

Le monete nazionali e i cambi flessibili sono perfettamente in grado di funzionare.

Se propongo una via diversa dal loro puro e semplice immediato ripristino, per tornare alla sovranità monetaria e alla possibilità di sviluppare corrette politiche macroeconomiche, è solo per l’esigenza di disinnescare una mina senza che scoppi in faccia a nessuno.

Le nazioni devono gestirsi autonomamente, con piena sovranità su tutte le leve di politica economica e pieno controllo democratico sul loro utilizzo.

Oggi sono emersi grandi attori economici che vent’anni fa erano irrilevanti – la Cina, l’India, il Brasile, la Russia ?

Questo non significa assolutamente che si dialoghi e ci si confronti meglio con loro come parte di un superstato. Si possono definire tutti gli accordi di cooperazione appropriati, se è utile, e se è possibile, parlare con una voce unitaria come gruppo di nazioni europee (o anche non europee).

L’Unione Europea di oggi è una lobby antidemocratica dove alcuni soggetti promuovono interessi ristretti danneggiandone altri. Il gioco è a somma negativa, genera inefficienza e iniquità.

E comunque un’unione monetaria non è assolutamente necessaria per promuovere la cooperazione tra gli stati e qualsiasi altra forma utile di integrazione.

Cooperazione e integrazione che sono in realtà pesantemente danneggiate proprio da un’unione monetaria costruita e gestita con le catastrofiche modalità odierne.

10 commenti:

  1. Alessandro Pedone: Marco, finalmente un tuo scritto nel quale non sono completamente d'accordo :). L'euro come moneta comune, e non unica, non sarebbe uno strumento inutile. Il fatto che questa europa faccia schifo non significa che non potrebbe essere una cosa buona. Io sogno gli Stati Uniti d'Europa ed anche un governo mondiale. Ovviamente è necessario pensare ad un modello di gestione della cosa pubblica molto più evoluto degli attuali modelli democratici che sono superati rispetto agli attuali livelli di sviluppo potenziale delle nostre società.

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    1. Te la riformulo così: un governo europeo o mondiale è utile se promuove la pacifica e civile convivenza e collaborazione tra i popoli. Io sono convinto che tutto questo possa essere altrettanto bene ottenuto mediante accordi e collaborazione tra stati nazionali. Oggi comunque abbiamo una situazione assurda e intollerabile, un'organizzazione sovranazionale che pretende di attribuirsi poteri come fosse uno stato, manca di legittimazione democratica e cade quindi in mano agli interessi dei gruppi economici e delle nazioni più forti, a danno di tutti gli altri. Se mai (e ne dubito, quantomeno a scadenze che non siamo molto lontane) ci saranno le condizioni per creare uno stato europeo basato su un concreto ed efficace meccanismo di democrazia rappresentativa, ne riparliamo (e c'è comunque da pensarci, per esempio appunto perché senza un meccanismo monetario flessibile l'economia comunque non funziona). Ma oggi lo stato europeo basato sul principio una persona un voto per 300 o per 500 milioni di persone chi lo vuole ? (i primi a non starci sono proprio i tedeschi...)

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    2. Alessandro Pedone: Fino a quando esistono le nazioni esisterà il nazionalismo. Il concetto di nazione, a mio avviso, è anacronistico. La terra è la nostra nazione. Non scordiamoci che le guerre erano la normalità in europa fino a non molto tempo fa. Se iniziamo a parlare troppo di tedeschi, italiani, inglesi, ecc, piano piano si farà largo l'idea che i tedeschi sono così e così, i nostri interessi sono diversi da quelli dei tedeschi, ecc. ecc. Così facendo creiamo i presupposti per una guerra, prima economica (che è già in corso) e poi potenzialmente tradizionale. Certo non è mantenendo un sistema che chiaramente non funziona come l'euro che risolviamo il problema, ma neppure tornando agli egoismi nazionali.

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    3. Le nazioni durante la storia si sono spesso fatte la guerra, certo. Ma (a parte che ci sono anche le guerre civili) tu non puoi abolire LE NAZIONI. Puoi abolire GLI STATI. Le nazioni sono unite da storia, tradizioni, cultura, lingua, identità di popolo. Se trascuri tutto questo è come costringere buoni vicini di casa a convivere nello stesso appartamento. Da vicini si volevano bene, nella stessa casa litigano... Forse un giorno esisterà un'identità nazionale europea, e quel giorno avranno senso gli Stati Uniti d'Europa. Ma quel giorno, se mai arriverà, è lontano secoli...

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    4. Alessandro Pedone: Cerco, Marco. Per nazione intendevo "stati nazionali". Era una sineddoche, diciamo. Non è affatto vero che per formare uno stato più ampio si deve partire da una comune identità nazionale. Negli USA non è andata così. Avevano lingue diverse, culture diverse, economie molto diverse (e tutt'ora c'è molta diversità), ecc. Io penso che avere un'unico stato federale in europa porti più vantaggi che svantaggi, tutto dipende da come è organizzato. È lo stesso discorso di chi dice che lo stato non deve fare niente perché lo stato corrotto e spreca soldi. Ciò che dobbiamo fare e migliorare queste cose, non privarci delle possibilità offerte dall'intervento statale. In alcune cose solo l'intervento statale è efficace. Così solo se c'è uno stato federale europeo diminuiamo drasticamente le probabilità di guerra in europa il che è un grandissimo vantaggio che io non vorrei perdere.

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    5. Gli USA sono una nazione di immigrati, e tutti quelli che arrivano si omogeneizzano a lingua e cultura locale (il "melting pot"). In Europa non è così... E alla guerra come sbocco finale se c'è qualcosa che rischia di condurre è proprio la situazione odierna. Speriamo che si inverta la rotta MOLTO MOLTO prima, anzi subito !

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    6. Sono d'accordo. Da un pezzo, visti i risultati, diffido della globalizzazione: i nuovi ordini mondiali, Europa compresa, sembrano più finalizzati all'accrescimento e alla perpetuazione dei grandi poteri finanziari, delle multinazionali e dei tecno-burocrati al loro servizio, piuttosto che alla pace e al benessere dei popoli.

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    7. E senza sovranità statale fondata sulla democrazia rappresentativa, i popoli vengono a mancare di un fondamentale strumento di difesa contro queste tendenze - strumento imperfetto fin che si vuole, ma comunque il migliore che fin qui si sia visto all'opera.

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    8. A questo proposito è significativa una sentenza del 30/6/2009 della Corte costituzionale tedesca, secondo la quale il popolo europeo non esiste e l’UE resta un’organizzazione internazionale i cui trattati rimangono proprietà degli Stati che vi hanno aderito: il Parlamento europeo non è il luogo di rappresentanza di un Popolo sovrano europeo, ma un luogo di rappresentanza di differenti popoli, i diritti dei quali possono essere garantiti solo dai rispettivi Stati nazionali.

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    9. Il che ha una conseguenza molto significativa: per la Germania i trattati sono subordinati, non prioritari alla Costituzione. QUINDI deve essere così anche per l'Italia (si violerebbe altrimenti l'art. 11 della NOSTRA Costituzione, che impedisce limitazioni di sovranità su basi non reciproche).

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