Credo non sia sufficientemente chiaro che il mondo
economicamente sviluppato, anzi tutto il mondo fatta eccezione (per ora) per l’Africa
e per alcuni paesi islamici, va incontro a un fenomeno di contrazione della
popolazione.
Questo è particolarmente evidente in Italia, dove anno
dopo anno si assiste a un declino delle nascite, ormai poco sopra le 300.000,
contro il milione annuo del periodo del baby boom. Ma è un fenomeno
rilevabile, in termini più o meno accentuati, praticamente in tutta Europa,
Asia e America.
Come ho già detto, l’austerità fiscale enfatizza il
problema ma una volta tanto non ne è la causa principale. La causa principale è
l’evoluzione della società. In termini molto crudi e magari imputabili di non
essere politically correct, le donne oggi hanno alternative rispetto al
fare figli per assumere un ruolo nella società.
Alternative che in un passato non lontanissimo non
erano disponibili, perlomeno nella stragrande maggioranza dei casi. Sempre per essere
molto chiaro: quando ero un ragazzino una trentenne non sposata e senza figli
era considerata una sfortunata zitella. Forse non da tutti, ma nel comune
sentire popolare era così. Oggi non più, e io non rimpiango certo il passato.
Ma l’origine del declino demografico è questa.
Se vogliamo riportare le nascite sopra il tasso di
sostituzione, che per l’Italia significa almeno 500.000 nati all’anno, e salvo
ipotizzare che prenda piede l’ectogenesi (ma non mi è chiaro se i problemi
tecnologici, e ancora di più quello etici e legali, siano superabili) è
necessario che la maternità torni a essere un’attività socialmente ambita, nonché
sostenuta da adeguati incentivi economici.
Quest’ultimo punto magari sembra intuitivo ma temo
sfugga che cosa dovrebbero essere gli “adeguati incentivi economici”. Non
qualche migliaio di euro una tantum ma qualche DECINA di migliaia di euro TUTTI
gli anni per ogni figlio minorenne.
A regime, 500.000 nati all’anno vorrebbero dire nove
milioni di bambini e ragazzi a fronte dei quali erogare alle famiglie, poniamo,
30.000 euro cadauno. Fa 270 miliardi annui, corrispondenti al 12% del PIL (odierno).
Vi pare molto ? non lo è, se pensate alle ricadute in
termini di sviluppo economico. Se pensate all’alternativa in termini di spopolamento
del paese. Se riflettete sul fatto che si discute serenamente di spendere il 5%
del PIL per la difesa.
Io credo che qualcosa di simile possa diventare un’eventualità
di cui si parlerà seriamente entro una decina d’anni, e che potrebbe essere
attuata entro una ventina.
Basta liberarsi delle attuali credenze superstiziose
in merito ai “vincoli di finanza pubblica”, e ci si rende conto che nulla di
quanto sopra è impossibile.