giovedì 13 novembre 2025

Primi della classe ?

A sentire certi esponenti della maggioranza parlamentare, la logica della politica economica del governo Meloni si riassumerebbe come segue.

Certo, sarebbe il caso di fare più espansione, sarebbe il caso di immettere più soldi nell’economia.

Però altri paesi, tra cui i più importanti dell’Eurozona, Francia e Germania, hanno difficoltà una di deficit e l’altra di crescita, quindi con questa manovra dopo tanti anni in cui eravamo additati come l’alunno scarso della classe, sfruttiamo l’opportunità di essere “i primi”.

Ma “i primi” a far cosa ?

I primi nel senso di essere quelli che più degli altri adottano politiche sbagliate e controproducenti.

O detto altrimenti, dopo anni in cui abbiamo fatto austerità “perché non avevamo i conti in ordine” adesso facciamo austerità “per mostrare che siamo in grado meglio degli altri di tenere i conti in ordine”.

Quanto vi convince questa argomentazione ?

A me, tanto quanto un tentativo di dimostrare che due più due fa ventidue.

 


domenica 9 novembre 2025

Demografia

 

Durante la prima metà abbondante della mia vita, sentivo dire che il mondo era a rischio a causa della bomba demografica, dell’esplosione esponenziale della popolazione. Se il numero di esseri umani in vita continua a raddoppiare ogni x anni, come si fa a gestire un'umanità che passa da 4 a 8 a 16 a 32 a 64 eccetera miliardi di persone ?

Da non tanti anni, al contrario, sta crescendo la consapevolezza (basata su dati di fatto) che l’esplosione demografica non ci sarà e che avremo non solo una stabilizzazione, ma da un certo punto in poi addirittura un declino.

Siamo arrivati a 8,3 miliardi ma ormai l’unica parte del mondo in cui il numero di figli per donna supera i livelli di rimpiazzo è l’Africa (ma è in calo anche lì). Per cui si raggiungeranno (forse) i 10 miliardi ma poi assisteremo (o assisterà chi ci sarà ancora, nella seconda metà del secolo) a un calo.

Si accusano, per questo, le politiche di austerità fiscale di molti paesi occidentali e la mancanza di sostegni alla natalità e alla genitorialità. Ma per quanto critico io sia di queste politiche, devo riconoscere che una volta tanto il problema è più sociale che economico. Decenni per non dire secoli fa, una donna aveva ben poche alternative alla maternità per esercitare un ruolo nella società. Oggi non è più così, e sempre più donne quindi decidono, anche quando non costrette dalle circostanze, di non fare figli (o di farne solo uno).

Qualcuno pensa che il calo demografico sia un bene. A me, per motivi forse non del tutto razionali, inquieta.

Però prima di estrapolare troppo le tendenze, ricordo che la tecnologia cambia le regole del gioco. Leggo che l’ectogenesi, cioè la possibilità di generare figli senza gravidanza, sarà non solo tecnicamente, ma anche economicamente percorribile intorno al 2040.

Ci sarà accettazione sociale e legale di questa possibilità ? questo è meno certo. Ma in tempi forse un po’ più lunghi, penso di sì.

Temi comunque che meriterebbero più analisi e più riflessione.

 

lunedì 3 novembre 2025

Il futuro PdR risolverà… cosa ?

 

Sono teneri i sovranleghisti tipo Claudio Borghi. Quando, che so, Grilli o Saccomanni o Padoan dicevano non si può spendere perché TINA, davano loro degli incapaci o dei venduti.

Adesso al MEF c’è Giorgetti che dice TINA TINA TINA, il commento sovranleghista è: che ci volete fare mancano le condizioni.

E quali sarebbero le condizioni ? in primo luogo un presidente della repubblica espressione del centrodestra.

Mmmhhh…

Cosa dicono gli europeisti ?

Paolo Mieli per esempio in un editoriale di un mesetto fa era effettivamente preoccupato che il prossimo PdR venga eletto dal cdx. Però aggiungeva che in fondo in fondo ci sarebbero anche delle possibilità accettabili, e per accettabile ovviamente Mieli intende ossequioso verso Bruxelles.

E la possibilità di PdR centrodestrico accettabile sarebbe, dice Mieli…

…rullo di tamburi...

Giancarlo Giorgetti.

Rido. Per non piangere.

sabato 1 novembre 2025

La crescita che manca al governo Meloni

 

Gli ultimi dati sul PIL mostrano, tanto per cambiare, un’Italia a crescita zero. Naturalmente si leggono tante diagnosi e ricette su come aumentare produttività, come eliminare vincoli allo sviluppo, come spendere al meglio “le poche risorse che ci sono”.

E continua invece a mancare il riconoscimento che nella stanza c’è un elefante: la carenza di domanda. Problema che tecnicamente è facilissimo da risolvere, come dimostrato dall’utilizzo del Superbonus durante il periodo Covid e immediatamente successivo.

Nel frattempo al MEF Giancarlo Giorgetti si pavoneggia con i complimenti ricevuti da UE e FMI. Dopo aver messo la bara sulla Moneta Fiscale in modo parecchio più drastico di quanto avesse fatto Draghi.

Nonostante tutto ciò, la maggioranza attuale ha ottime probabilità di durare fino alla scadenza della legislatura e di rivincere le prossime elezioni politiche. Solo e semplicemente perché l’opposizione è un accrocchio da cui emergono poche idee, ancora meno proposte valide, e su quelle poche non c’è nemmeno consenso interno alla (cosiddetta) coalizione.

La Moneta Fiscale è la strada giusta e l’azione politica da effettuare è reintrodurla, potenziata e migliorata. Sul come farlo, in questo blog trovate molte indicazioni. Sul chi dovrebbe farlo, o si può sperare che lo faccia, mi avvalgo della facoltà di non rispondere.

lunedì 27 ottobre 2025

Il livello ottimale di deficit pubblico

 

L’Eurozona da un quarto di secolo sta distruggendo la propria crescita e condannandosi all’irrilevanza economica, e quindi geopolitica, perché rifiuta caparbiamente, stolidamente, stupidamente di accettare che il deficit pubblico è una condizione normale e necessaria dell’economia, non un sintomo di inefficienza o di indisciplina, non un generatore di sprechi, non un nemico da combattere.

In un sistema economico che si sviluppa, il potere d’acquisto in circolazione deve aumentare di conseguenza, e devono quindi accrescersi gli strumenti di pagamento, cioè la moneta intesa in senso ampio.

Il deficit pubblico è semplicemente il mezzo ottimale per generare questo accrescimento, per immettere moneta nel sistema economico.

Immettere potere d’acquisto stimola domanda per beni e servizi, il che a sua volta spinge le aziende ad aumentare investimenti e occupazione. La crescita della produttività ne è la naturale conseguenza.

Naturalmente la velocità di crescita della capacità produttiva ha dei limiti, superati i quali l’immissione di moneta nell’economia genera inflazione a livelli indesiderati.

Ma non esiste a priori un livello numerico da non superare mai. Non ha senso imporre il pareggio di bilancio, non ha senso imporre il limite del 3%.

Il deficit di bilancio va ridotto se l’inflazione sale in maniera significativa e persistente oltre qualche punto percentuale all’anno. Sempre che l’inflazione non sia generata da incrementi di prezzo di materie prime o altri input produttivi.

In quest’ultimo caso il deficit non va ridotto, ma orientato verso la riduzione di imposte indirette quali IVA o accise.

 

venerdì 24 ottobre 2025

Età della popolazione e fiducia nel futuro

 

Abbiamo meno fiducia, meno speranza in quello che arriverà nel prossimo futuro perché la popolazione è più anziana rispetto a 20, 30, 40 anni fa ?

Lo sento dire così spesso che è diventato un luogo comune. E naturalmente c’è del vero. Ma credo sia solo una parte di verità, e anche abbastanza piccola.

Certo, negli anni del baby boom nasceva un milione di bambini all’anno, oggi neanche trecentomila. E certo, negli anni Ottanta questi boomers avevano venti, trenta, quarant’anni. Entravano nel mondo del lavoro o percorrevano la fase di più rapida crescita professionale. Avevano molti anni davanti a sé, molto tempo per immaginare e realizzare progetti, avevano obiettivi di costruzione, non di mantenimento.

Però non è tutta la storia. La via media si è allungata. Le condizioni di salute sono molto migliori. Sarà una mia impressione ma non credo: i cinquantenni, i settantenni, perfino i novantenni oggi dimostrano 10 o 15 anni meno di allora.

Gli orizzonti di vita futura attiva si sono veramente accorciati ? molto meno di quanto si potrebbe pensare.

Se c’è meno fiducia nel futuro non è perché il sessantenne del 2025 non possa essere costruttivo quanto un quarantenne del 1985. E’ perché i deliranti dogmi dell’euroausterità hanno bloccato, da un quarto secolo in qua, la crescita dell’economia. La popolazione invecchia anche in molti paesi dell’estremo oriente.

Che però crescono, perché non hanno delegato la gestione dei loro interessi a una cupola di inetti venduti, che siede a Bruxelles e prende ordini da centrali di potere esterne.

 

mercoledì 22 ottobre 2025

Austerità e diete

 

Imporre austerità a un paese che non ha problemi di inflazione è come mettere a dieta stretta una persona in perfetto peso forma. Questo è quanto ha fatto all’Italia, tra il 2011 e il 2013, la triade UE – Monti – Letta.

L’unico risultato possibile era indebolire l’organismo, cioè l’economia, e questo è accaduto.

I danni inflitti al paese dalla triade sopra menzionata sono stimabili nell’ordine non di centinaia ma di migliaia di miliardi. Questo in termini strettamente economici. Poi ci sono state vite rovinate, carriere spezzate, famiglie ridotte in povertà e disperazione, giovani privati di prospettive.

E la UE secondo qualcuno dovrebbe essere la soluzione di non si sa che ?