E’ interessante questo video del mio antico quasi-collega Alberto Forchielli, che conversa, come fa ogni tanto, con Fabio Scacciasestesso Villani.
Interessante non perché dica cose particolarmente originali, ma perché non mi sarei molto aspettato di sentirle dire a Forchielli, di cui è nota la vicinanza con Romano Prodi.
E da una persona vicina a Prodi stupisce quanto esplicitamente confuti uno dei luoghi comuni più logori e stantii che gli europeisti hanno costantemente sulle labbra: che per quanti difetti di funzionamento possa avere la UE, non c’è speranza, non c’è possibilità, non c’è strada plausibile per migliorare la situazione economica e sociale dell’Italia, per “affrontare e superare le sfide del nostro tempo” se non fondendosi nella Grande Unione Europea.
L’argomentazione, semplice ma chiara e diretta, a contrario è che tantissimi paesi fanno bene al di fuori della UE, e comunque non pensano minimamente a integrarsi in chissà quale superstruttura politica.
Tra gli esempi citati, il Cile, la Svizzera, la Corea del Sud. Ma ovviamente se ne possono fare molti altri.
Perché la situazione è del tutto evidente: al mondo ci sono oltre 200 nazioni. La stragrande maggioranza, cioè quelli non appartenenti alla UE perché non ci sono voluti entrare o perché non sono neanche paesi europei, non stanno affatto definendo la creazione di un’Unione Americana o di un’Unione Asiatica o di un’Unione Africana (o meglio a quanto ne so un’Unione Africana esiste ma non ha minimamente funzioni o ambizioni simili a quelli della UE).
Tutto molto semplice. Fuori dalla UE, non c’è nessuna tendenza a creare nulla di simile in altre parti del mondo.
La UE è un progetto unico. E non funziona.