martedì 16 luglio 2013

John Maynard e io


Ovvero: questa volta mi monto un po’ la testa.
 
Ieri ero affaccendato con il libro e a un certo punto – nel capitolo dove cerco di spiegare perché le riforme strutturali non sono la soluzione della crisi – avevo appena finito di scrivere:
 
“Ancora peggio, se tutti i paesi in difficoltà “flessibilizzano” il lavoro nel senso sopra descritto, e gli altri continuano, nel frattempo, ad attuare politiche di moderazione salariale, queste politiche non producono in effetti significative riduzioni delle differenze di efficienza tra paesi. Mentre l’impatto negativo sulla domanda interna è pieno e pesante.”
 
E nel giro di pochi minuti vedo Guido Iodice di Keynesblog, e Paul Krugman sul New York Times, postare questa stessa identica citazione (si sentono la mattina per mettersi d’accordo ?):
 
“Or again, if a particular producer or a particular country cuts wages, then, so long as others do not follow suit, that producer or that country is able to get more of what trade is going. But if wages is cut all round, the purchasing power of the community as a whole is reduced by the same amount as the reduction of costs; and, again, no one is further forward.”
 
“Se, ancora, un determinato produttore o un determinato paese taglia i salari, si assicurerà così la possibilità di conseguire una maggior quota del commercio fino al momento in cui gli altri produttori o gli altri paesi non facciano altrettanto. Ma se tutti tagliano i salari, il potere d’acquisto complessivo della comunità si riduce tanto quanto si sono ridotti i costi; e, di nuovo, non c’è beneficio per nessuno”.
 
John Maynard Keynes, “The Great Slump of 1930”
 
Ho raccontato la faccenda a cinque carissimi amici, stamattina, pensando che mi salutassero come la reincarnazione di Keynes.
 
Quattro hanno detto “sì, e io sono Giulio Cesare”. Il quinto “bravo, sei solo ottantatré anni in ritardo”.
 
Vabbè, tutta invidia.

Però adesso chiarisco una cosa: Keynes (e Krugman, e Iodice, e Cattaneo) NON stanno dicendo che le aziende e i paesi non devono perseguire miglioramenti di efficienza.
 
Stanno dicendo che se l’economia è in depressione a causa di una carenza strutturale di domanda, di spesa, è solo intervenendo su questa – sostenendola, incrementandola – che se ne può uscire.
 
Riproviamo a spiegarlo a Panebianco, ad AlesinaGiavazzi e a tutti gli altri che intonano quotidianamente il mantra delle riformestrutturaliperusciredallacrisi.
 

6 commenti:

  1. PS I cinque carissimi amici sopra citati scherzavano... è gente che capisce, per fortuna ce ne sono...

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  2. Dott Cattaneo le passo una notizia sulla Grecia, veda lei ma x me che di economia non sa un tubo, non ci vedo tutto stò rilancio con questi sgravi alle imposte.
    Ma chi ci va nei ristoranti ad Atene?forse i turisti....ma la popolazione ho qualche dubbio francamente, vista la situazione attuale.

    giovanni

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  3. Beh dieci punti in meno di IVA sulla ristorazione non sarebbe poco, appunto in funzione soprattutto di sostenere il turismo. Chiaro che con la situazione che si è creata in Grecia è un passo infinitesimo rispetto a quanto serve. Un significato però ci sarebbe: è il primo provvedimento di riduzione fiscale di cui sento parlare dall'inizio della crisi (in Grecia intendo). Vediamo.

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    1. Lo danno come decisione già presa e operativa dal 1° agosto. Calo dal 23% al 13%. Speriamo che sia il sassolino che mette in moto la valanga.

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  4. Dott Cattaneo mi scusi se scrivo ancora nel suo blog, volevo solo dirle che di blog come il suo ne leggo abbastanza, tutti utili x me ignorante ma ormai sono pessimista, chi governa è lontano da voi e l'Italia è da paragonare ad una barca alla deriva.

    giovanni

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    1. Intanto non si scusi, anzi la ringrazio per i suoi commenti. Sono d'accordo con lei che è snervante constatare come la grande maggioranza della classe politica parli di tutto meno che dell'assurdita' dell'attuale euro sistema. Ma un'insensatezza così nel tempo non durerà. Certo, può essere un problema di mesi, di pochi anni o di molti, e questo cambia moltissimo... però le soluzioni esistono, e lavorare per far prevalere la razionalità e' Lea via migliore. Anzi l'unica...

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