sabato 16 marzo 2013

Perché non dobbiamo attendere la Germania

Né nessun altro.

Nelle ultime settimane, di pari passo al continuo aggravarsi della crisi economica europea, ho letto vari commenti in merito a un possibile mutamento dell’atteggiamento tedesco verso la crisi dell’euro.

L’evidenza dei fatti ha una sua forza, ovviamente, e il disastroso fallimento delle politiche di austerità imposte dall’asse Bruxelles – Berlino – Francoforte è sempre più difficile da negare.

E le voci che esprimono opinioni ragionevoli hanno spazio sui media “tradizionali”, in Germania, anche più che in Italia. Vedi per esempio questo talk-show dello scorso 7 marzo sulla ZDF. L’esperto finanziario, il leader della Linke, Lafontaine, e il capofila del neonato movimento antieuro Alternative fur Deutschland, Lucke, esprimono concetti sensati e ben motivati. Suscitando un’ottima impressione rispetto al ministro lussemburghese “sognatore-europeista” e al capo della FDP, Bruderle.

Ma sarebbe un errore gravissimo adagiarsi sull’attesa che la realtà dei fatti produca da sé la soluzione del problema. Può succedere, ma nel frattempo i due maggiori partiti tedeschi, la CDU e l’SPD, non sono retrocessi di un millimetro sui dogmi dell’euro, dell’austerità, delle riforme come unica soluzione per i paesi in difficoltà eccetera.

Dopo le elezioni tedesche del prossimo autunno, il quadro politico vedrà forse un rafforzamento, ma comunque ancora un ruolo marginale dei partiti critici dell’attuale euro-assetto. Una strategia negoziata di riforma del sistema monetario europeo rischia di non avere, ancora, interlocutori di peso in Germania. Senza contare l’enorme complicazione di gestire e contemperare gli interessi dei vari paesi, che sono e rimarranno divergenti.

Ma poi, a che scopo ? l’Italia (e tutti i paesi in difficoltà dell’eurozona) hanno a disposizione le modalità tecniche per ristrutturare da sole il proprio sistema monetario. Senza ledere gli interessi di nessun altro paese.

2 commenti:


  1. Va bene, concordo in toto,ma...
    1)oggi sento che l'Europa (che bello,quando lo chiede l'Europa...) impone un prelievo forzoso sui conti bancari a Cipro e i (tele)giornaloni insufflano l'idea che i cc bancari di Cipro sono perloppiu' in mano a cattivissimi soggetti. Che c'entra.. è il concetto che non va bene.
    2)la Bundesbank emette un comunicato che sentenzia come e perchè l'Italia debba proseguire sulla strada del rigore..etc etc altrimenti la BCE la deve (l'Italia,dico) lasciare al suo destino.
    3)evito di commentare quello che sta succedendo alla Grecia,vogliono strizzarla ancora di piu'.La situazione è tale che la Cumunità Europea (..che bello,la Comunità Europea) avvisa i sui funzionari ad Atene di adottare un dress cide di basso profilo per non farsi riconoscere ,altrimenti sono guai ...
    4)da noi qui in Italia le prove di inciucio (ah,no ora si chiama scouting..) proseguono alla grande ... e non è che vadano male,anzi...

    Bene,tutto cio' premesso.la domanda è : è ragionevole pensare che l'Italia trovi un governo che percorra la strada dei CCF?
    O dobbiamo aspettare che qualcosa cominci a scricchiolare anche in Germania?


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    1. Per rispondere alla penultima domanda: ragionevole sì, nel senso che è possibile. Quanto probabile non lo so, è una valutazione in questo momento molto aleatoria. Dal mio punto di vista, il primo fondamentale passaggio è rendere noto e accettato che esiste un'alternativa di riforma del sistema monetario europeo che (1) ogni paese può percorrere in autonomia e (2) è meno "deflagrante", operativamente molto più facile da attuare, dell'uscita secca dall'euro.

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