mercoledì 21 settembre 2022

Le spese del tubo e i greti dei torrenti

 

Come sempre quando accadono catastrofi naturali ed eventi funesti che toccano il territorio e chi ci abita, la recente alluvione di Senigallia ha suscitato dibattiti e polemiche in merito a come poteva essere prevenuta.

Al di là delle mie perplessità, mi dichiaro incompetente a stabilire se questi fenomeni meteo stiano diventando più frequenti (o no) a causa del climate change.

Mi sembra però incontestabile che azioni preventive perfino banali, quali una migliore manutenzione degli argini e la ripulitura periodica dei greti dei torrenti, avrebbero quantomeno limitato i danni.

Ed è anche difficile negare che esista un nesso tra la continua compressione degli investimenti pubblici (regalo dell’eurosistema e delle sue regole) e gli insufficienti livelli di manutenzione.

Di fronte a questa affermazione, mi sento spesso obiettare che certo, i greti dei torrenti si possono e si devono tenere più puliti, ma non è il caso – prima di dare più soldi agli enti pubblici territoriali – di tagliare spese per mostre, fiere, convegni del tutto discutibili – per non dire perfettamente inutili ? insomma, di evitare le “spese del tubo” ?

Sembra una considerazione molto assennata.

Ma.

Ma bisogna ricordare che la politica è anche fatta di queste cose. Di promozione di iniziative sul territorio con un occhio all’acquisizione di consenso. Del dare alcune soddisfazioni a segmenti di elettorato locale. Chiamatele scambi di favori a clientele, se ritenete. Ma non pensate di eliminarle, perché succede dappertutto.

Le spese inutili vanno azzerate ? certo, è un obiettivo da perseguire. Però ricordiamo anche che le definizione di “spesa inutile” è un’opinione. Se la promuovono partiti eletti localmente, significa che i votanti del territorio così inutile non la ritengono.

Pragmaticamente: se aspetti di azzerare le “spese del tubo” per avere i soldi che servono a pulire i greti, finisce che non le azzeri e continui a non pulire i greti.

E rendi le alluvioni molto più disastrose.

L’Italia soffre di sottoinvestimento da molti anni, nonostante non ci fosse alcuna ragione sensata – l’inflazione era troppo bassa – per non spendere più soldi (anche) in iniziative di manutenzione del territorio. Naturalmente esisteva invece una ragione INsensata, come detto: le deliranti regole di funzionamento dell’eurosistema.

“Grazie” ai dissesti delle catene di fornitura post fine Covid lockdowns e alla crisi ucraina, oggi invece l’inflazione c’è, ma non la curi tagliando ulteriormente gli investimenti. Casomai riducendo le imposte indirette su gas, energia, carburanti, beni di prima necessità.

Tornando alle “spese del tubo”, la realtà dei fatti è molto semplice, in Italia come in qualsiasi altro paese. Dire “diamo più soldi per le manutenzioni ma solo dopo aver tagliato le spese inutili” è la ricetta ideale per continuare a non far nulla. Perché qualche spesa inutile (a giudizio di qualcuno) ci sarà sempre.

E continuando a non far nulla, i risultati, a Senigallia come altrove, si vedono.

 

5 commenti:

  1. Gaetano Campisi: A mio modestissimo avviso, anche le spese inutili producono ricchezza. Anche l'evasione fiscale paradossalmente produce ricchezza. L'unica cosa dannosa è il prelievo fiscale. Il buon Marco mi insegna che se uno Stato possedesse una sua sovranità monetaria, una vera sovranità monetaria e non quella che avevamo con la lira, non avrebbe alcun bisogno di finanziare la spesa pubblica con le tasse. solo in caso di un eccessiva quantità di moneta in circolazione ha un senso il prelievo fiscale. Fino a quanto ragioneremo come se fosse una cosa normale avere in tasca una moneta a debito, non ne usciamo. Se poi uno Stato come l'Italia è addirittura così virtuoso da prelevare in tasse più denaro di quanto ne immetta in circolazione, allora la pazzia raggiunge vette irraggiungibili. Denunciamo lo stato predatorio di questo sistema. Facciamo in modo che anche i tripunturati comincino a svegliarsi.

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    1. Anche le spese inutili producono ricchezza se (indirettamente) rimettono al lavoro risorse fisiche inutilizzate. Questo è vero. Non è invece vero che potremmo abolire le tasse, o meglio potremmo se la spesa pubblica fosse pochi punti di PIL e non alcune decine: vedi il post del 29.6.2022.

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  2. Cristina Ricci: D'accordo su tutto tranne sulla ripulitura dei greti dei torrenti che normalmente viene intesa come taglio degli alberi e della vegetazione presente. La presenza di essenze sane in realtà crea sia una migliore permeabilità del terreno consentendo un maggior assorbimento della pioggia sia un rallentamento nello scorrimento riducendo il rischio di ondate massicce di piena.
    La pulizia andrebbe fatta eliminando il secco e contenendo le alberature, la maggior parte di tronchi e ramaglie che vediamo ostruire i ponti non sono alberi vivi (per non parlare di "rifiuti" vari abbandonati sulle golene).
    Ma la cosa più importante da dire quando avvengono queste tragedie è che si è costruito in aree a rischio di esondazione (e si sapeva): si sono tombati o deviati torrenti.
    Quando la massa d'acqua è notevole la natura si riprende i suoi spazi, quindi, oltre ad aver cura dei corsi d'acqua, sarebbe indispensabile incentivare lo spostamento delle costruzioni a rischio e vietare nei piani regolatori sia di costruire che di ristrutturare in zone di questo tipo.

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    1. Prendo nota delle precisazioni ! Non sono esperto della materia, ovviamente 🙂

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    2. Cristina Ricci: Grazie Marco, aggiungo che se la terra è nuda viene dilavata con molta più facilità e quindi si crea un onda di fango che è ancora più dannosa dell'acqua.
      Infatti gli agricoltori saggi che lavorano in collina sanno bene che bisogna lasciare i campi in copertura dopo le colture raccolte in estate, per lasciare che il terreno resti vivo e "spugnoso", e provvedere all'aratura solo ad autunno inoltrato, dopo le prime piogge, avendo cura di effettuare i solchi in diagonale alla pendenza, oppure seminare direttamente sul sodo senza arare.
      Pratica questa che sta prendendo sempre più piede per salvaguardare la vitalità del terreno (e anche per risparmiare qualcosa poiché ormai ci sono margini molto piccoli in questa attività 😥).

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