mercoledì 7 febbraio 2024

Giustificare Prodi ???

 

Considero Prodi il più disastroso uomo politico italiano dal 1945 in poi, e la motivazione principale di questo giudizio naturalmente è la catastrofica, scellerata decisione di portare l’Italia nell’euro.

Pochi giorni fa, mi sono imbattuto (in una conversazione da social network) in un’affermazione peraltro ricorrente: non è colpa di Prodi, entrare nell’euro non era sbagliato, anzi era un’idea fantastica, solo che per funzionare occorreva “fare le riforme” e “mettere sotto controllo il debito pubblico”. Non è colpa del buon Romano se non gliel’hanno lasciato fare.

Ovviamente non ci credo per nulla. Ma facciamo finta che.

Immaginate di essere l’azionista di una società. E immaginate che il vostro amministratore delegato vi proponga di lanciare un nuovo prodotto, sostenendo che è un’idea fantastica.

Aggiungendo però che funzionerà senz’altro, a condizione di sostenere il lancio con una campagna di marketing che costa dieci milioni di euro.

Gli chiedete “ma li abbiamo dieci milioni ?” risposta “no”. Domanda successiva “ma sai dove andarli a trovare ?” risposta “non ne ho la minima idea. Però il prodotto bisogna lanciarlo quindi lo lancio”.

Vi pare che possa funzionare ?

Per carità, Napoleone quando gli chiedevano quale fosse la sua strategia per la battaglia rispondeva (dicono) on s’engage, et puis on voit.

Ma era Napoleone, non Prodi.

E anche per Napoleone, in definitiva, questo approccio ha funzionato finché non ha funzionato più.

Prodi ha portato l’Italia nell’euro sulla base del presupposto che “le riforme” l’avrebbero fatto funzionare benissimo ? delle tre l’una (o tutte e tre, le ipotesi non si escludono): o queste “riforme” non esistevano, o non erano quelle giuste, o lui (Prodi) non era minimamente in grado di assicurare che si sarebbero fatte.

Risultato ? Prodi ha causato all’Italia un danno gigantesco.

E no, non c’è giustificazione.

 

9 commenti:

  1. Angelo Deriu: Non giustifico Prodi, sapeva quello che stava facendo e sapeva dove voleva andare; un economista come lui non poteva prendere simili abbagli, pertanto metto in dubbio la sua buona fede. Mi rimane ancora impresso il suo slogan di allora: “Con l’euro lavoreremo un giorno in meno e guadagneremo come se lavorassimo un giorno in più“.

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  2. La malafede di Prodi Fodi in tutta la sua evidenza. Prima parte.


    Prodi: "Sono servo dell'Unione Europea", la rivelazione choc ma neanche tanto dell'ex premier
    Vi fu un tempo in cui Romano Prodi disse utopicamente che con l'Unione Europea avremmo lavorato un giorno in meno guadagnando come se avessimo lavorato un giorno in più. Le cose sono andate ben diversamente

    di Diego Fusaro per IlGdI, 12 Ottobre 2023


    In una nota trasmissione televisiva della rete "La7", qualche sera addietro Romano Prodi ha candidamente ammesso di essere "servo dell'Unione Europea". Stava spiegando il proprio ruolo nelle istituzioni europee, precisando di rappresentare il suo paese, l'Italia, ma di aver comunque giurato fedeltà all'Unione Europea. Detto altrimenti, Prodi riconosce di essere pur sempre un rappresentante dell'Italia, ma lascia nemmeno troppo obliquamente intendere che, al di sopra di essa, sta l'Unione Europea. Della quale appunto egli si professa senza perifrasi "servo". Sarebbe del resto superfluo ricordare che l'Unione Europea così com'è non è l'unione dei popoli europei, non è il progetto di Altiero Spinelli e non è nemmeno il sogno di Kant o di Husserl. È invece sostanzialmente una moneta, una banca, un pugno di oligarchi e tecnocrati che decidono sovranamente in modo tutto fuorché democratico della vita di milioni di persone unicamente in nome del profitto. Sarebbe altresì interessante domandare a Prodi, "servo dell'Unione Europea", in caso di contrasto fra i parametri e le leggi, la costituzione e i trattati dell'Italia e dell'Unione Europea da quale parte si schieri. Ma in fondo sarebbe una domanda oziosa, alla quale Prodi sembra aver già risposto autodefinendosi servo dell'Unione Europea. Peraltro che egli servisse le ragioni dell'Unione Europea assai più di quelle dell'Italia e del suo popolo era del tutto evidente considerando il suo operato. Vi fu un tempo in cui Romano Prodi disse utopicamente che con l'Unione Europea avremmo lavorato un giorno in meno guadagnando come se avessimo lavorato un giorno in più. Le cose sono andate ben diversamente, e sembra anzi che oggi con l'Unione Europea si lavori sempre di più per guadagnare sempre meno. Per non parlare poi della mole crescente dei disoccupati. Insomma, davvero Romano Prodi è orgoglioso di essere servo dell'Unione Europea?

    Riferimento:

    https://www.ilgiornaleditalia.it/news/politica/534207/prodi-servo-unione-europea.html

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  3. La malafede di Prodi Frodi in tutta la sua evidenza. Seconda parte.


    2. “Vincolo esterno” di Stefano Delrio, rasssegna stampa di Ariannaeditrice

    29 Ottobre 2019



    Ho ascoltato qualche passo dell'intervista rilasciata da Romano Prodi alla
    Annunziata.
    A quanto pare siamo in periodo di ammissioni, e pure il buon Romano non ci risparmia qualche perla.

    A suo dire, nominato al vertice dell'IRI per risanarlo, scoprì in corso d'opera di avere in realtà il mandato di smantellarlo e privatizzare tutto ciò che era possibile dell'industria di stato italiana.

    Il "mandante", racconta, fu Ciampi, su direttiva europea.
    Il caro vecchio vincolo esterno, insomma.
    Ci sarebbero da fare alcune considerazioni, di carattere generale e di carattere personale.

    Per cominciare, una volta caduti quasi tutti gli anticorpi legati alla nostra Costituzione, pare si possa finalmente ammettere che privatizzazioni, smantellamento dell'apparato industriale e integrazione europea, fossero passi di un unico progetto, rispondente a una precisa ideologia di matrice liberista.

    L'Italia, a differenza di altri paesi, ha portato in dote a tale progetto, una classe politica totalmente asservita a interessi sovranazionali, che, a voler essere buoni (ma io non credo nella buona fede, in politica), ha svolto il compitino, senza curarsi minimamente di quali avrebbero potuto essere le conseguenze a lungo temine.

    Disoccupazione di massa, perdita di competitività, desertificazione industriale, crescita esponenziale delle disuguaglianze.

    Dal punto di vista personale, salta all'occhio come colui che può essere considerato tra i peggiori politici dell'ultimo trentennio, sia, umanamente, un vigliacco. Incapace di rivendicare il proprio ruolo centrale nella vicenda e pronto a giustificare sé stesso con il classico "ho eseguito degli ordini"; nello specifico, gli ordini di qualcuno che non ha possibilità di replica.

    Pensare che esista ancora qualcuno a sinistra che rivendica quella fase politica come una grande esperienza di governo, da l'idea di quanto sia impossibile ripartire, senza che tutto ciò che è legato in qualche modo a quel periodo storico sia completamente ridotto in cenere.

    Riferimento:

    https://www.ariannaeditrice.it/articoli/vincolo-esterno

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  4. "Ci siamo illusi che la gente si rassegnasse a un welfare smontato a piccole dosi, un ticket in più, un asilo in meno, una coda più lunga… Ma alla fine la mancanza di tutele nel bisogno scatena un fortissimo senso di ingiustizia e paura che porta verso forze capaci di predicare un generico cambiamento radicale». Romano Prodi, 22 giugno 2016, intervista su La Repubblica

    Riferimento:

    https://www.repubblica.it/politica/2016/06/22/news/prodi_messaggio_al_governo_due_anni_bastano_per_logorarsi_necessario_cambiare_politiche_-142541909/

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  5. La malafede di Prodi Frodi in tutta la sua evidenza. Quarta parte.


    "Sono sicuro che l’euro ci costringerà ad introdurre un nuovo insieme di strumenti di politica economica. Proporli adesso è politicamente impossibile. Ma un bel giorno ci sarà una crisi, e si creeranno i nuovi strumenti.", Romano Prodi, 2001

    Riferimento:

    https://www.trend-online.com/prp/euro-come-mezzo-costrizione/

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  6. La malafede di Prodi Frodi in tutta la sua evidenza. Quinta parte

    “Grazie all’Euro, la Germania è di gran lunga la nazione più potente d’Europa", Romano Prodi, riferimento: intervista di un’ora a Romano Prodi, dal titolo “Il mondo che verrà”, andata in onda in ottobre 2011 su La7 e condotta da Natasha Lusent.

    Fonte con audio video:

    https://ilprof.com/2013/08/24/questo-euro-no2-prodi-grazie-alleuro-la-germania-e-di-gran-lunga-la-nazione-piu-potente-deuropa/

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  7. La malafede di Prodi Frodi in tutta la sua evidenza. Sesta parte.

    “Romano Prodi, poi, si è superato. Intervistato da Radio Popolare ha detto che la Grecia non uscirà, perché gli Usa lo impediranno, avendo un netto interesse geopolitico a evitare che Putin l’attiri nella sua orbita. D’altra parte, ha proseguito Prodi, è importante che l’Europa resti unita, perché solo uniti contiamo qualcosa nel mondo. Ma come? In teoria essere uniti ci serve a non essere subalterni, ma in pratica restiamo uniti solo per subalternità agli Usa, che decidono se e per quanto noi dobbiamo continuare a tenere insieme i cocci dell’euro?”, Prof. Alberto Bagnai, quando era solo un Prof universitario di politic economica

    Luglio 2015

    Proseguimento:

    https://www.dagospia.com/rubrica-3/politica/vittoria-pirro-bagnai-altro-euro-euro-senza-austerita-non-104402.htm

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  8. Prodi si auto definisce un servo dell'Unione Europea ( vedasi primo post ), qui il capo dei servi dell'Unione Europea:

    Le sanzioni delle UE contro la Russia impoveriscono l'UE stessa e arricchiscono la Russia", Mario Draghi, con annesso audio video, 22 giugno 2022

    Riferimento:

    https://twitter.com/itsmeback_/status/1539946373386313729

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  9. “Le regole europee, sulla quale la Commissione ha dato prova di un irrigidimento quasi fanatico, fanno male all’economia italiana, non c’è dubbio. Ma qui tocchiamo il valore, il vantaggio e il costo complessivo dell’Unione Europea. Settant’anni di pace, tassi di interesse molto bassi e un mercato di 480 milioni di persone.”, Paolo Cirino Pomicino


    Questa la favoletta di un ex addetto ai lavori della prima repubblica all’epoca della lira, questa invece la confessione di un ex addetto ai lavori di alto livello della seconda repubblica nell’era attuale dell’euro:


    TOMMASO PADOA-SCHIOPPA E LA DUREZZA DEL VIVERE , Avv. Giuseppe Palma.
    25 febbraio 2017

    Tommaso Padoa-Schioppa, ex ministro dell’economia e delle finanze del Governo Prodi II (aprile 2006 – aprile 2008), nel 2003 ebbe modo di scrivere:

    “Nell’Europa continentale, un programma completo di riforme strutturali deve oggi spaziare nei campi delle pensioni, della sanità, del mercato del lavoro, della scuola e in altri ancora. Ma dev’ essere guidato da un unico principio: attenuare quel diaframma di protezioni che nel corso del Ventesimo secolo hanno progressivamente allontanato l’individuo dal contatto diretto con la durezza del vivere, con i rovesci della fortuna, con la sanzione o il premio ai suoi difetti o qualità”(fonte: Corriere della Sera, 26 agosto 2003).

    Proseguimento:

    http://lacostituzioneblog.com/2017/02/25/tommaso-padoa-schioppa-e-la-durezza-del-vivere-di-giuseppe-palma/

    PS vedasi anche:

    https://www.libreidee.org/2013/03/padoa-schioppa-servono-riforme-che-vi-facciano-soffrire/

    E le élites europee con quali fondamentali strumenti hanno indebolito gli stati nazionali al fine di ottenere questo principale obiettivo di fondo ovvero avvicinare sempre di più l’individuo con la durezza del vivere ?

    Ecco qui la risposta.

    Stralcio dell’intervista di Giovanni Floris ( La7 ) al professor Joseph Stiglitz, premio Nobel per l'economia, sull’Italia e l’euro, maggio 2017.

    Domanda: L’€ funziona?
    Risposta: NO.
    Domanda: Perché?
    Risposta: Hanno sottratto ai Paesi 2 strumenti insostituibili per rispondere agli shock: politica monetaria (i tassi) e politica valutaria (il cambio). Infine hanno legato le mani ai governi con numeretti senza senso.


    Ma daltronde, basta fare un ragionamento molto semplice ed essenziale che è questo: ma se in area euro il mercato del lavoro deve essere flessibile e ci deve essere pure libera circolazione di merci, servizi, persone e capitali e allora che senso avere un tasso di cambio fisso, parametri fissi di finanza pubblica e tassi d'interesse sui titoli del debito pubblico che non sono più controllati dallo Stato per mezzo della Banca Centrale ma sono determinati fondamentalmente dall'incontro della domanda e dell'offerta sui mercati finanziari esponendo il debito pubblico medesimo alle speculazioni avide e/o uterine di turno?

    Insomma, cui prodest un sistema anomalo del genere? Qual’è l'obiettivo di fondo?

    Risposta: la confessione di poche parole di Tommaso Padoa-Schioppa di cui sopra vale tutti i fiumi di inchiostro spesi sull'argomento.


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