venerdì 2 agosto 2024

Quando ci si sentiva europei

 

Ho sentito esprimere ad Alessandro Barbero un concetto che mi ha fatto molto riflettere e che ho trovato particolarmente azzeccato. 

In sintesi, si tratta di questo. Era molto più facile sentirsi europei quando l’Unione Europea non esisteva, rispetto ad oggi.

Il motivo principale è che l’Europa ha costruito, in qualche decennio dopo la Seconda Guerra Mondiale, un modello economico-sociale di successo, che ha promosso una crescita economica confrontabile a quella USA (un po’ meno se la misuriamo sulla base del PIL totale, un po’ più sulla base del PIL procapite, dato che la crescita demografica è stata inferiore).

E nello stesso tempo, ha edificato un modello di welfare di cui gli USA non sono minimamente dotati, basato su un sistema pensionistico pubblico, su una sanità pubblica a disposizione di tutti, e su scuole pubbliche di buona qualità, anche quelle aperte a tutti.

Riusciva quindi facile dire: voi sarete la superpotenza economica e geopolitica ma NOI EUROPEI abbiamo qualcosa che a voi manca. Qualcosa di molto importante.

E ora invece l’Unione Europea che cosa sta facendo ? sta cercando di smantellare questo sistema. Non a caso e non involontariamente: per citare l’ineffabile Tommaso Padoa Schioppa, sta spingendo ad “attenuare quel diaframma di protezioni che nel corso del ventesimo secolo hanno progressivamente allontanato l’individuo dal contatto diretto con la durezza del vivere”.

Con questa espressione, tanto soave in superficie quanto sociopatica nel contenuto, TPS, eurocrate fino al midollo, spiega qual è una funzione primaria, forse LA funzione primaria, della UE.

E spiega perché ha ragione Barbero: era molto più facile sentirsi europei prima, visto che dagli USA stiamo prendendo il peggio, e non ne rappresentiamo più un modello altrettanto valido se non migliore, ma una versione peggiorata - con i difetti e senza i pregi. La UE sta smantellando il motivo principale per cui si poteva fieramente dire NOI EUROPEI.

 

1 commento:

  1. Va aggiunto che il progressivo smantellamento del welfare state non ha prodotto nessun beneficio in termini di crescita e produttività. Anzi, al contrario.

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