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domenica 21 settembre 2025
Niente da aggiungere
Niente, proprio niente né da aggiungere né da commentare.
" Hitler dagli americani ? mai sentito", Dott Marco Cattaneo
Risaputo per chi sa l'ABC della controinformazione storica sulla seconda guerra mondiale, ecco qualche spunto interessante in merito, arriva!
Seconda parte
"ll mito della guerra buona. Gli Usa e la Seconda Guerra Mondiale", libro a cura del Dr. Jacques R. Pauwels
pubblicato da Datanews, Roma, 2003
Traduttore Silvio Calzavarini Descrizione
La ‘guerra buona’ non esiste. Questo studio, ricco di una documentazione unica per rigore e ampiezza, dimostra in modo inconfutabile come alla base dell’intervento Usa nella Seconda Guerra Mondiale non vi fosse esclusivamente l’obiettivo di abbattere il nazifascismo, ma anche e soprattutto l’esigenza del capitalismo americano di rafforzare il suo sistema produttivo e la sua influenza mondiale dopo la crisi degli anni trenta. Si pongono qui le basi della globalizzazione dei nostri giorni in una linea di coerenza che attraversa la Guerra Fredda e poi la caduta dell’Urss. Una lettura nuova, provocatoria del ruolo degli Usa nella Seconda Guerra Mondiale, che fa comprendere meglio l’attuale dottrina della guerra preventiva e lo stesso futuro di un mondo dominato da una sola superpotenza economica e militare. Un libro duro, coraggioso, controcorrente, già uscito in Canada, Spagna, Gran Bretagna, Belgio, Germania con grande successo di vendite. Nel 2000 quando uscì per la prima volta in Belgio, il libro è stato per quattro mesi nella classifica dei bestseller nofiction in Europa.
Introvabile da anni sia nuovo che di seconda mano, chissà come mai...., lo comprai a caro prezzo su internet. Comunque, ancora disponibile invece da consultare presso qualche biblioteca comunale italiana.
" Hitler dagli americani ? mai sentito", Dott Marco Cattaneo
Risaputo per chi sa l'ABC della controinformazione storica sulla seconda guerra mondiale, ecco qualche spunto interessante in merito, arriva!
Terza parte.
Prima recensione in italiano di "ll mito della guerra buona. Gli Usa e la Seconda Guerra Mondiale", libro a cura del Dr. Jacques R. Pauwel
Nell'odierno dibattito fra "filoamericani" e "antiamericani" il libro dello storico canadese si colloca con questi ultimi. Infatti, in quest'opera di sintesi, prodotta usando come fonti ricerche e studi di storici americani, intende decostruire quello che è oggi un assunto di carattere comune e generale: tra tutte le guerre combattute dagli Stati Uniti, la partecipazione alla seconda guerra mondiale fu dettata da nobili, buoni e giusti motivi. La tesi sostenuta è che l'intervento degli Stati Uniti nell'ultima guerra mondiale non fu dettato dall'altruismo, dall'amore per la libertà violata, dal disprezzo verso le dittature fascista e nazista, per porre fine alle discriminazioni razziali e alla persecuzione degli ebrei nell'Europa sotto il dominio nazista e per contrastare l'autoritarismo militarista giapponese che dilagava nel Pacifico, ma da specifiche ragioni legate ad interessi economici e politici dell'élite dirigente americana. Prima del conflitto l'establishment imprenditoriale americano e quello politico guardarono con interesse e simpatia all'avvento dei fascismi in Italia e in Germania, in quanto erano più anticomunisti che antifascisti. Politicamente quei regimi erano una riposta forte e positiva alla minaccia bolscevica, riportavano l'ordine padronale e imprenditoriale, erano un esempio, che agli imprenditori americani piaceva, di come si distruggevano gli intralci che i sindacati ponevano al libero sfruttamento e asservimento della manodopera. Molte imprese americane fecero buoni affari con questi regimi. Senza i veicoli a motore americani - afferma l'autore - il caucciù, il petrolio, la tecnologia delle telecomunicazioni e della gestione delle informazioni fornita dall'Itt e dall'Ibm, la Germania hitleriana non avrebbe potuto nemmeno sognarsi i clamorosi e rapidi successi militari dei primi anni della guerra-lampo tedesca. Ci fu un momento, scrive, nel quale General Motors e Ford fabbricavano non meno della metà della produzione totale di carri armati tedeschi. E quando la Germania fu sconfitta le corporations americane non ebbero alcun disturbo per i servizi resi al nemico. La General Motors e le altre corporations che avevano fatto affari coi nazisti non furono punite, anzi furono risarcite per i danni subiti dalle loro affiliate tedesche a causa delle incursioni aeree angloamericane.
In particolare, questo passaggio della prima recensione di cui sopra:
"I piani americani consistenti nel trarre il massimo profitto economico e politico dalla guerra in corso, senza parteciparvi, subirono una modifica a causa dell'attacco giapponese a Pearl Harbour, nel dicembre del 1941. A proposito dell'entrata in guerra degli Stati Uniti va ribadita, con lo storico americano Howard Zinn, una verità che può sembrare banale e nota (ma ciò che è noto non necessariamente è conosciuto): "Non furono le persecuzioni di Hitler agli ebrei quello che portò gli Stati Uniti nella seconda guerra mondiale. Quello che li fece partecipare pienamente al conflitto fu l'attacco giapponese di Pearl Harbour, un'enclave dell'Impero americano nel Pacifico".
Commento
Detta così fa sembrare che gli USA furone vittime dell'improvviso attacco giapponese di Pearl Harbour, questo secondo la vulgata ufficiale propagandata dai vincitori sui mass media occidentali, in verità le cose andarono molto diversamente, nel senso che le altissime sfere politiche e militari statunitensi ben sapevano con congruo anticipo di un attacco giapponese del genere e lo favorirono in tutti i modi possibili per far sì che fosse il trigger per la loro entrata decisiva militare nella seconda guerra mondiale, visto che fino ad allora la stragrande maggioranza dell'opinione pubblica statunitense era contraria!
Per approfondimenti , le segnalerò via email il migliore libro sull'argomento!
" Hitler dagli americani ? mai sentito", Dott Marco Cattaneo
Risaputo per chi sa l'ABC della controinformazione storica sulla seconda guerra mondiale, ecco qualche spunto interessante in merito, arriva!
Terza parte.
Seconda recensione in italiano di "ll mito della guerra buona. Gli Usa e la Seconda Guerra Mondiale", libro a cura del Dr. Jacques R. Pauwel
La seconda guerra mondiale è stata a lungo interpretata come “la guerra buona”, anche tra le persone di mentalità democratica e progressista. La carneficina quasi inimmaginabile e la ferocia scatenata dal Reich nazista, dai fascisti italiani e dai militaristi giapponesi sono ben note; la guerra degli Alleati contro di loro è stata regolarmente rappresentata come una lotta tra il bene e il male, di civiltà contro la barbarie o di democrazia contro la dittatura.
L’edizione riveduta di Jacques Pauwels di The Myth of the Good War [Il mito della guerra buona], contiene importanti e significativamente nuove ricerche e contribuisce a una considerazione storicamente più accurata e più critica del ruolo degli Stati Uniti nella seconda guerra mondiale. Il libro dimostra che molti capitalisti statunitensi e funzionari di governo ebbero un atteggiamento amichevole verso i regimi fascisti prima della guerra e anche dopo l’inizio della guerra, che Washington rimase neutrale nel conflitto fino a quando la neutralità servì gli interessi capitalistici e che questi interessi – non già la vantata causa della libertà e della democrazia – determinarono come gli Stati Uniti entrarono, combatterono e conclusero la guerra.
Pauwels rifiuta le opere convenzionali “buoniste” sulla partecipazione degli Stati Uniti nella seconda guerra mondiale. Invece, prendendo a prestito una frase di Michael Parenti, Pauwels esplora le “verità sporche” nelle azioni degli Stati Uniti prima, durante e dopo la guerra. Concentrandosi sull’economia politica e gli interessi della classe capitalista degli Stati Uniti e dell’elite al potere, attraverso la ricostruzione critica del contesto storico della guerra, l’autore è in grado di spiegare il coinvolgimento di Washington nel conflitto più catastrofico della storia come il prodotto dell’imperialismo.
Come sottolinea Pauwels, molti membri della “élite economica, politica e sociale” degli Stati Uniti, così come la leadership della Chiesa cattolica e molte persone di origine italiana e tedesca, ammiravano Mussolini e Hitler. Una sezione importante della classe capitalista negli Stati uniti approvava in particolare l’eliminazione dei partiti comunisti e socialisti e la dissoluzione dei sindacati da parte dello stato nazista. Come osserva Pauwels, l’elite al potere negli Stati Uniti era strenuamente anticomunista ma non antifascista.
In particolare, questo passaggio della seconda recensione di cui sopra.
Nel novembre del 1941, Roosevelt chiese ai giapponesi di ritirarsi immediatamente dalla Cina. Pauwels vede queste provocazioni degli Stati Uniti come “tese a provocare la belligeranza di Tokyo”. Egli osserva inoltre che il governo degli Stati Uniti e i capi militari, dopo aver decifrato i messaggi in codice giapponesi, sapevano che forze aeronavali giapponesi avrebbero attaccato Pearl Harbor, ma non lo notificaronno all’esercito statunitense di stanza. L'”attacco a sorpresa” provocò molte morti americane, ma non distrusse le portaerei e le navi da guerra moderne, a cui era stato impartito l’ordine di lasciare la base prima dell’attacco. Pauwels da evidenza così al fatto che “gli Stati Uniti non dichiararono guerra al Giappone a causa di aggressioni gratuite e crimini di guerra di Tokyo in Cina, ma a causa di un attacco contro un possedimento imperiale americano”.
Commento.
A conferma del mio commento precedente!
Per approfondimenti , le segnalerò via email il migliore libro sull'argomento!
In particolare, questo altro passaggio della seconda recensione di cui sopra.
"Dal punto di vista dell’autore, la successiva dichiarazione di guerra della Germania contro gli Stati Uniti tirò l’amministrazione Roosevelt in una guerra in Europa che non avrebbe voluto."
Commento
Il nazismo fu finanziato da importanti capitalisti statunitensi in chiave anticomunista , tanto è vero che durante i bombardamenti degli Alleati in Germania non furone nemmeno sfiorate da mezza bomba tutte le piùimportanti fabbriche compartacipate da capitali americani, determinante per l'ascesa del fascismo furono invece capitali britannici sia per tutelare gli interessi britannici nel Mediterraneoe sia in funzione anticomunista, a tale proposito vedasi questa ottima analisi:
Poi Hitler e Mussolini espressero mire egemoniche, uno sull’Europa e l’altro sul Mediterraneo e il Nord Africa, si allearono entrambi anche col Giappone che era storico antagonista degli USA in Oriente ( la Cina e tutta la regione orientale era cosa di USA e UK e quindi le mire espansionistiche del Giappone in quell’area era molto mal vista ), non riuscirono a piegare l’URSS, anzi presero sonore batoste, e quindi ormai inutili furono fatti fuori e per coprire questi loro doppi giochi le oligarchie anglosassoni si inventarono le storiella propagandistiche ad usum delphini che Adolf Hitler malato e depresso si suicidò nel bunker di Berlino, e che Benito Mussolini fu giustiziato da valorosi partigiani, storielle propagandistiche che dopo più di 70 anni ancora resistono perché non si è riuscita a scalfire nemmeno l’altra storiella propagandistica su Pearl Harbour che è ancora più importante perchè fu la chiave di svolta dell’intervento USA nella seconda guerra mondiale, per approfondimenti le segnalerò via email il migliore libro sulle molte scomode verità storiche riguardanti l'attacco giapponese a Pearl Harbor e vista l'occasione anche più di qualche interessante spunto storico controinformativo sul falso suicidio di Hitler.
l"l nazismo fu finanziato da importanti capitalisti statunitensi in chiave anticomunista , tanto è vero che durante i bombardamenti degli Alleati in Germania non furone nemmeno sfiorate da mezza bomba tutte le piùimportanti fabbriche compartacipate da capitali americani, determinante per l'ascesa del fascismo furono invece capitali britannici sia per tutelare gli interessi britannici nel Mediterraneoe sia in funzione anticomunista...."
è a titolo di quadro storico generale riassuntivo, ovviamente andavo di fretta, avrei dovuto prima subito segnalare:
"Come Roosevelt ingannò l’America e la portò in guerra contro il suo volere" di Francesco Lamendola , 15 Novembre 2015
In particolare, questo altro passaggio della seconda recensione di cui sopra.
"Tuttavia, sostiene Pauwels, anche la “guerra navale non dichiarata” tra i sommergibili tedeschi e i cacciatorpedinieri statunitensi nell’autunno del 1941 non induceva Washington a contemplare la guerra contro i nazisti. Secondo l’autore, solo la dichiarazione di guerra di Hitler nel dicembre 1941 “spinse” gli Stati Uniti nella guerra in Europa. Anche allora, l’esistente “collaborazione affaristica” USA proseguì a sostenere la macchina da guerra tedesca."
A titolo correttivo e integrativo, vedasi:
"Roosevelt, inoltre, condusse una guerra non dichiarata contro la Germania, affiancando le navi britanniche nella caccia ai sottomarini tedeschi (e italiani) nell’Atlantico, nonché facendo occupare la Groenlandia (dopo che i Britannici avevano occupato l’Islanda), il tutto senza il consenso del governo danese, cui la grande isola apparteneva, ma solo con l’autorizzazione dell’ambasciatore danese a Washington: il che permise alle navi da guerra statunitensi di combattere apertamente, e al personale americano di combattere sotto la bandiera britannica, contro le unità della marina tedesca, in maniera giuridicamente illegale e contraria alle norme internazionali ", Francesco Lamendola, filosofo, studioso e saggista prolifico, ( 1960-2025)
" Hitler dagli americani ? mai sentito", Dott Marco Cattaneo
Risaputo per chi sa l'ABC della controinformazione storica sulla seconda guerra mondiale, ecco qualche spunto interessante in merito, arriva!
Quarta parte.
"La colpa fu tutta tedesca? Storia delle responsabilità americane nello scoppio della seconda guerra mondiale", Charles Beard, Oaks Editrice, 2017, pagine 421
Titolo originale dell'opera "American foreign policy in the making"
Traduzione di Camillo Pellizzi
Prefazione di Massimo De Leonardis, Professore ordinario di Storia delle relazioni e delle istituzioni internazionali, Direttore del Dipartimento di Scienze Politiche-Università Cattolica del Sacro Cuore.
Estratti delle pagine 4 e 5 dalla prefazione a cura del Prof Massimo De Leonardis al libro di cui sopra:
In un articolo del 1935, Beard formulò una sinistra previsione "nei suoi sforzi di uscire dalla crisi economica il Presidente Roosevelt precipiterà deliberatamente il Paese in una guerra nel Pacifico. Ci sarà "un incidente", una "provocazione" ".Sarebbe facile considerare le parole di Beard profetiche e usarle a sostegno di infondate teorie complottiste sull'attacco a Pearl Harbor il 7 dicembre 1941. Il ragionamento di Beard era già stato avanzato con ben maggiore profondità di analisi da Carl Schmitt nel 1932 con la previsione che
"un imperialismo fondato su basi economiche cercherà una situazione mondiale nella quale esso possa impiegare apertamente, nella misura che gli è necessaria, i suoi strumenti economici di potere, come restrizione dei crediti, blocco delle materie prime, svalutazione della valuta straniera e così via. Esso considererà come "violenza extraeconomica" il tentativo di un popolo o di un altro gruppo umano di sottrarsi all'effetto di questi mezzi "pacifici". "
Nel 1941 il Giappone di , di fronte alle misure decretate da Washington, blocco delle forniture di petrolio, "congelamento" dei beni giapponesi negli Stati Uniti, restrizioni al commercio, ricorse appunto alla "violenza extraeconomica" e lanciò i suoi arei contro Pearl Harbor.
Hitler dagli americani ? mai sentito", Dott Marco Cattaneo
Risaputo per chi sa l'ABC della controinformazione storica sulla seconda guerra mondiale, ecco qualche spunto interessante in merito, arriva!
Quarta parte. Bis
Per unire ulteriormente ì puntini.
Vedasi il mio secondo lungo post del 22 luglio 2025 con la dicitura "Anonimo" ( ero molto di fretta e dimenticai di firmarmi col solito mio nickname "TheTruthSeeker") al seguente articolo:
il primo punto di quel mio lungo secondo post inizia così:
"LA NASCITA DELL’IMPERO AMERICANO E DEL GOVERNO DEL MONDO", intervista a Gianfranco Peroncini di Claudio Messora per ByoBlu, 5 Marzo 2020 Una delle questioni più controverse sollevate dall’indagine della Commissione Nye (la Nye Committee) fu la lacerazione del velo del tempio bancario statunitense, dietro al quale si cominciarono a scorgere inquietanti verità e imbarazzanti retroscena relativi all’intervento degli Stati Uniti nella Grande Guerra, la Prima Guerra Mondiale. Dall’incontro segreto nel club esclusivo di J.P. Morgan alle manipolazioni dei banchieri sulle elezioni del Presidente degli Stati Uniti d’America, passando per la creazione della FED fino a illuminare le vere motivazioni che spinsero gli USA ad entrare in guerra contro la Germania. Torna su Byoblu Gianfranco Peroncini, giornalista, fotografo e saggista, dopo il grande successo de “Il Piano Solo: il piano per ripulire lo Stato dalle personalità scomode“, con li suo nuovo libro “La nascita dell’Impero Americano. 1934-1936: La Commissione Nye e l’intreccio industriale, militare e politico che ha governato il mondo“.
Commento
Se già nella prima guerra mondiale gli USA si comportarono pesantemente da paese imperialista, e se le origini storiche ben evidenziate da Peroncini dell'impero statunitense risalenti a decenni prima dicono senza ombra di dubbio che l'impero statunitense nasce per avidità delle oligarchie capitalistiche statunitensi che si volevano espandere all'estero a tutti i costi, e allora già basterebbe questo per drizzare le antenne come si deve e intuire che l'intervento USA nella seconda guerra mondiale per salvare la libertà e democrazia dai malvagi nazifascisti è una storiella "ad usum delphini" spacciata da TV e giornaloni occdentali per fare il lavaggio del cervello all'opinione pubblica, non è che ci vuole un genio a capilrlo , tutt'altro!
Hitler dagli americani ? mai sentito", Dott Marco Cattaneo
Risaputo per chi sa l'ABC della controinformazione storica sulla seconda guerra mondiale, ecco qualche spunto interessante in merito, arriva!
Quinta ed ultima parte.
1. “Jesse Owens teneva sempre una foto di Hitler nel portafoglio”
Durante i giochi olimpici, Adolf Hitler fece l’impensabile. Strinse la mano a un negro, e il negro in questione era il campione olimpico di Jesse Owens. L’anno era il 1936 e il luogo era Berlino, in Germania. Jesse Owens aveva appena vinto quattro medaglie d’oro alla manifestazione, divenendo così uno dei più grandi atleti del mondo. di Yolanda Spivey da BOSS del 14 luglio 2014 (traduzione per “Storia in Rete” di EM) BOSS Sports La vittoria lasciò perplesso Hitler, che era convinto che i suoi uomini avrebbero stravinto alle Olimpiadi in virtù della loro appartenenza a una “razza superiore”. E vedere Jesse Owens vincere delle medaglie olimpiche lo fece arrabbiare. Eppure Hitler gli strinse la mano, dando a Owens il rispetto che meritava. Il presidente degli Stati Uniti a quel tempo era Franklin D. Roosevelt, anche conosciuto con l’acronimo FDR; e il razzismo in America non era nascosto, ma tranquillamente esibito ovunque. Mentre molti credevano FDR fosse un presidente equo e giusto, altri lo ritenevano un bigotto che detestava i negri. Per esempio, concesse ai sindacati di escludere i negri dal lavoro durante la Grande Depressione. E anche se si era espresso contro il linciaggio di uomini e donne di colore, sapeva bene che il suo New Deal non aveva beneficiato i negri in egual misura di come aveva fatto con gli americani di razza bianca. Le Olimpiadi di Berlino del 1936 erano importanti perché il mondo era in guerra e Hιtler aveva necessità di mettersi in mostra. Non solo voleva promuovere l’immagine del suo governo, ma anche dimostrare la sua teoria che ariani erano superiori ai negri e agli ebrei. Egli si è spinto fino a dire che i due gruppi razziali non avrebbero dovuto partecipare ai Giochi Olimpici, ma dopo che le altre nazioni avevano minacciato di boicottare le Olimpiadi, ritirò questa proposta. Si potrebbe pensare che il presidente Franklin D. Roosevelt sarebbe stato felicissimo di vedere un connazionale vincere l’oro alle Olimpiadi, schiacciando così teorie di odio e mettendo l’America di nuovo alla ribalta come una superpotenza mondiale. Ma FDR fu in realtà sconvolto dal fatto che un uomo nero aveva battuto un ariano per l’oro olimpico. FDR non ha fatto nulla per onorare Jesse Owens dopo la sua prolifica performance olimpica, né ha voluto riconoscere la sua vittoria. E mentre i media continuavano a pompare la falsa notizia che il dittatore tedesco aveva rifiutato di stringere la mano Jesse Owens si venne poi a sapere che questo aneddoto era una bufala. Infatti Jesse Owens aveva scritto nella sua autobiografia, “Non fu Hιtler a snobbare me, fu FDR che mi ha snobbato. Il presidente non mi ha nemmeno inviato un telegramma”.
Appena inviate le email che le avevo promesso, sono quattro con oggetto:
"La verità su Pearl Harbor" di Robert Stinnett + Due Passaggi Molto Importanti Estratti Direttamente Dal Libro In Italiano”
+
"Hitler aiutato a salire al potere dagli americani e dagli inglesi per attaccare la Russia" VS "Stalin, Hitler, la rivoluzione bolscevica mondiale”, di Viktor Suvorov
+
"Hunting Hitler + Biografia Non Autorizzata Della Seconda Guerra Mondiale + Gli Usa e la Cia pagarono il piano Marshall con l'oro di Germania e di Italia"
+
"Allego file "Alessandro De Felice Su Fuga di Hitler in Sud America" ( con allegato file integrativo in pdf del libro "Martin Borman. Nazi in Exile" by Paul Manning ) + File "Carteggio Churchill Mussolini Controinformazioni Storiche" "
Domami le invierò quinta email per completare discorso.
Luca Montemaggi: Difficile smuovere menti formattate da anni di propaganda mediatica.
RispondiEliminaTanto più facilmente a causa dell'equivoco di considerare debito quello che non lo è (il debito pubblico in moneta sovrana).
EliminaMussolini e Hitler furono finanziati da inglesi e americani secondo alcuni documenti desecretati inglesi sembra di sì ????
RispondiEliminaMussolini dagli inglesi sì. Hitler dagli americani ? mai sentito.
Elimina" Hitler dagli americani ? mai sentito", Dott Marco Cattaneo
EliminaRisaputo per chi sa l'ABC della controinformazione storica sulla seconda guerra mondiale, ecco qualche spunto interessante in merito, arriva!
Prima parte
"Profits über Alles! American Corporations and Hitler."
by Dr. Jacques R. Pauwels
https://www.globalresearch.ca/profits-ber-alles-american-corporations-and-hitler
" Hitler dagli americani ? mai sentito", Dott Marco Cattaneo
EliminaRisaputo per chi sa l'ABC della controinformazione storica sulla seconda guerra mondiale, ecco qualche spunto interessante in merito, arriva!
Seconda parte
"ll mito della guerra buona. Gli Usa e la Seconda Guerra Mondiale", libro a cura del Dr. Jacques R. Pauwels
pubblicato da Datanews, Roma, 2003
Traduttore Silvio Calzavarini
Descrizione
La ‘guerra buona’ non esiste. Questo studio, ricco di una documentazione unica per rigore e ampiezza, dimostra in modo inconfutabile come alla base dell’intervento Usa nella Seconda Guerra Mondiale non vi fosse esclusivamente l’obiettivo di abbattere il nazifascismo, ma anche e soprattutto l’esigenza del capitalismo americano di rafforzare il suo sistema produttivo e la sua influenza mondiale dopo la crisi degli anni trenta. Si pongono qui le basi della globalizzazione dei nostri giorni in una linea di coerenza che attraversa la Guerra Fredda e poi la caduta dell’Urss.
Una lettura nuova, provocatoria del ruolo degli Usa nella Seconda Guerra Mondiale, che fa comprendere meglio l’attuale dottrina della guerra preventiva e lo stesso futuro di un mondo dominato da una sola superpotenza economica e militare.
Un libro duro, coraggioso, controcorrente, già uscito in Canada, Spagna, Gran Bretagna, Belgio, Germania con grande successo di vendite. Nel 2000 quando uscì per la prima volta in Belgio, il libro è stato per quattro mesi nella classifica dei bestseller nofiction in Europa.
Riferimento:
https://www.jacquespauwels.net/books/il-mito-della-guerra-buona-gli-usa-e-la-seconda-guerra-mondiale/
Commento
Introvabile da anni sia nuovo che di seconda mano, chissà come mai...., lo comprai a caro prezzo su internet.
Comunque, ancora disponibile invece da consultare presso qualche biblioteca comunale italiana.
" Hitler dagli americani ? mai sentito", Dott Marco Cattaneo
RispondiEliminaRisaputo per chi sa l'ABC della controinformazione storica sulla seconda guerra mondiale, ecco qualche spunto interessante in merito, arriva!
Terza parte.
Prima recensione in italiano di "ll mito della guerra buona. Gli Usa e la Seconda Guerra Mondiale", libro a cura del Dr. Jacques R. Pauwel
Nell'odierno dibattito fra "filoamericani" e "antiamericani" il libro
dello storico canadese si colloca con questi ultimi. Infatti, in
quest'opera di sintesi, prodotta usando come fonti ricerche e studi di
storici americani, intende decostruire quello che è oggi un assunto di
carattere comune e generale: tra tutte le guerre combattute dagli Stati
Uniti, la partecipazione alla seconda guerra mondiale fu dettata da
nobili, buoni e giusti motivi. La tesi sostenuta è che l'intervento degli
Stati Uniti nell'ultima guerra mondiale non fu dettato dall'altruismo,
dall'amore per la libertà violata, dal disprezzo verso le dittature
fascista e nazista, per porre fine alle discriminazioni razziali e alla
persecuzione degli ebrei nell'Europa sotto il dominio nazista e per
contrastare l'autoritarismo militarista giapponese che dilagava nel
Pacifico, ma da specifiche ragioni legate ad interessi economici e
politici dell'élite dirigente americana.
Prima del conflitto l'establishment imprenditoriale americano e quello
politico guardarono con interesse e simpatia all'avvento dei fascismi in
Italia e in Germania, in quanto erano più anticomunisti che antifascisti.
Politicamente quei regimi erano una riposta forte e positiva alla minaccia
bolscevica, riportavano l'ordine padronale e imprenditoriale, erano un
esempio, che agli imprenditori americani piaceva, di come si distruggevano
gli intralci che i sindacati ponevano al libero sfruttamento e
asservimento della manodopera. Molte imprese americane fecero buoni affari
con questi regimi. Senza i veicoli a motore americani - afferma l'autore -
il caucciù, il petrolio, la tecnologia delle telecomunicazioni e della
gestione delle informazioni fornita dall'Itt e dall'Ibm, la Germania
hitleriana non avrebbe potuto nemmeno sognarsi i clamorosi e rapidi
successi militari dei primi anni della guerra-lampo tedesca. Ci fu un
momento, scrive, nel quale General Motors e Ford fabbricavano non meno
della metà della produzione totale di carri armati tedeschi. E quando la
Germania fu sconfitta le corporations americane non ebbero alcun disturbo
per i servizi resi al nemico. La General Motors e le altre corporations
che avevano fatto affari coi nazisti non furono punite, anzi furono
risarcite per i danni subiti dalle loro affiliate tedesche a causa delle
incursioni aeree angloamericane.
Proseguimento:
https://forum.termometropolitico.it/45313-mito-guerra-buona-usa-seconda-guerra-mondiale.html
In particolare, questo passaggio della prima recensione di cui sopra:
Elimina"I piani americani consistenti nel trarre il massimo profitto economico e
politico dalla guerra in corso, senza parteciparvi, subirono una modifica
a causa dell'attacco giapponese a Pearl Harbour, nel dicembre del 1941. A
proposito dell'entrata in guerra degli Stati Uniti va ribadita, con lo
storico americano Howard Zinn, una verità che può sembrare banale e nota
(ma ciò che è noto non necessariamente è conosciuto): "Non furono le
persecuzioni di Hitler agli ebrei quello che portò gli Stati Uniti nella
seconda guerra mondiale. Quello che li fece partecipare pienamente al
conflitto fu l'attacco giapponese di Pearl Harbour, un'enclave dell'Impero
americano nel Pacifico".
Commento
Detta così fa sembrare che gli USA furone vittime dell'improvviso attacco giapponese di Pearl Harbour, questo secondo la vulgata ufficiale propagandata dai vincitori sui mass media occidentali, in verità le cose andarono molto diversamente, nel senso che le altissime sfere politiche e militari statunitensi ben sapevano con congruo anticipo di un attacco giapponese del genere e lo favorirono in tutti i modi possibili per far sì che fosse il trigger per la loro entrata decisiva militare nella seconda guerra mondiale, visto che fino ad allora la stragrande maggioranza dell'opinione pubblica statunitense era contraria!
Per approfondimenti , le segnalerò via email il migliore libro sull'argomento!
" Hitler dagli americani ? mai sentito", Dott Marco Cattaneo
RispondiEliminaRisaputo per chi sa l'ABC della controinformazione storica sulla seconda guerra mondiale, ecco qualche spunto interessante in merito, arriva!
Terza parte.
Seconda recensione in italiano di "ll mito della guerra buona. Gli Usa e la Seconda Guerra Mondiale", libro a cura del Dr. Jacques R. Pauwel
La seconda guerra mondiale è stata a lungo interpretata come “la guerra buona”, anche tra le persone di mentalità democratica e progressista. La carneficina quasi inimmaginabile e la ferocia scatenata dal Reich nazista, dai fascisti italiani e dai militaristi giapponesi sono ben note; la guerra degli Alleati contro di loro è stata regolarmente rappresentata come una lotta tra il bene e il male, di civiltà contro la barbarie o di democrazia contro la dittatura.
L’edizione riveduta di Jacques Pauwels di The Myth of the Good War [Il mito della guerra buona], contiene importanti e significativamente nuove ricerche e contribuisce a una considerazione storicamente più accurata e più critica del ruolo degli Stati Uniti nella seconda guerra mondiale. Il libro dimostra che molti capitalisti statunitensi e funzionari di governo ebbero un atteggiamento amichevole verso i regimi fascisti prima della guerra e anche dopo l’inizio della guerra, che Washington rimase neutrale nel conflitto fino a quando la neutralità servì gli interessi capitalistici e che questi interessi – non già la vantata causa della libertà e della democrazia – determinarono come gli Stati Uniti entrarono, combatterono e conclusero la guerra.
Pauwels rifiuta le opere convenzionali “buoniste” sulla partecipazione degli Stati Uniti nella seconda guerra mondiale. Invece, prendendo a prestito una frase di Michael Parenti, Pauwels esplora le “verità sporche” nelle azioni degli Stati Uniti prima, durante e dopo la guerra. Concentrandosi sull’economia politica e gli interessi della classe capitalista degli Stati Uniti e dell’elite al potere, attraverso la ricostruzione critica del contesto storico della guerra, l’autore è in grado di spiegare il coinvolgimento di Washington nel conflitto più catastrofico della storia come il prodotto dell’imperialismo.
Come sottolinea Pauwels, molti membri della “élite economica, politica e sociale” degli Stati Uniti, così come la leadership della Chiesa cattolica e molte persone di origine italiana e tedesca, ammiravano Mussolini e Hitler. Una sezione importante della classe capitalista negli Stati uniti approvava in particolare l’eliminazione dei partiti comunisti e socialisti e la dissoluzione dei sindacati da parte dello stato nazista. Come osserva Pauwels, l’elite al potere negli Stati Uniti era strenuamente anticomunista ma non antifascista.
Proseguimento:
https://www.resistenze.org/sito/te/cu/st/custfm19-017125.htm
In particolare, questo passaggio della seconda recensione di cui sopra.
RispondiEliminaNel novembre del 1941, Roosevelt chiese ai giapponesi di ritirarsi immediatamente dalla Cina. Pauwels vede queste provocazioni degli Stati Uniti come “tese a provocare la belligeranza di Tokyo”. Egli osserva inoltre che il governo degli Stati Uniti e i capi militari, dopo aver decifrato i messaggi in codice giapponesi, sapevano che forze aeronavali giapponesi avrebbero attaccato Pearl Harbor, ma non lo notificaronno all’esercito statunitense di stanza. L'”attacco a sorpresa” provocò molte morti americane, ma non distrusse le portaerei e le navi da guerra moderne, a cui era stato impartito l’ordine di lasciare la base prima dell’attacco. Pauwels da evidenza così al fatto che “gli Stati Uniti non dichiararono guerra al Giappone a causa di aggressioni gratuite e crimini di guerra di Tokyo in Cina, ma a causa di un attacco contro un possedimento imperiale americano”.
Commento.
A conferma del mio commento precedente!
Per approfondimenti , le segnalerò via email il migliore libro sull'argomento!
In particolare, questo altro passaggio della seconda recensione di cui sopra.
RispondiElimina"Dal punto di vista dell’autore, la successiva dichiarazione di guerra della Germania contro gli Stati Uniti tirò l’amministrazione Roosevelt in una guerra in Europa che non avrebbe voluto."
Commento
Il nazismo fu finanziato da importanti capitalisti statunitensi in chiave anticomunista , tanto è vero che durante i bombardamenti degli Alleati in Germania non furone nemmeno sfiorate da mezza bomba tutte le piùimportanti fabbriche compartacipate da capitali americani, determinante per l'ascesa del fascismo furono invece capitali britannici sia per tutelare gli interessi britannici nel Mediterraneoe sia in funzione anticomunista, a tale proposito vedasi questa ottima analisi:
https://www.lavocedeltrentino.it/2020/04/25/da-londra-a-mussolini-al-25-aprile-al-bando-lignoranza-si-promuova-lo-studio/
Poi Hitler e Mussolini espressero mire egemoniche, uno sull’Europa e l’altro sul Mediterraneo e il Nord Africa, si allearono entrambi anche col Giappone che era storico antagonista degli USA in Oriente ( la Cina e tutta la regione orientale era cosa di USA e UK e quindi le mire espansionistiche del Giappone in quell’area era molto mal vista ), non riuscirono a piegare l’URSS, anzi presero sonore batoste, e quindi ormai inutili furono fatti fuori e per coprire questi loro doppi giochi le oligarchie anglosassoni si inventarono le storiella propagandistiche ad usum delphini che Adolf Hitler malato e depresso si suicidò nel bunker di Berlino, e che Benito Mussolini fu giustiziato da valorosi partigiani, storielle propagandistiche che dopo più di 70 anni ancora resistono perché non si è riuscita a scalfire nemmeno l’altra storiella propagandistica su Pearl Harbour che è ancora più importante perchè fu la chiave di svolta dell’intervento USA nella seconda guerra mondiale, per approfondimenti le segnalerò via email il migliore libro sulle molte scomode verità storiche riguardanti l'attacco giapponese a Pearl Harbor e vista l'occasione anche più di qualche interessante spunto storico controinformativo sul falso suicidio di Hitler.
Il mio commento che inizia:
Eliminal"l nazismo fu finanziato da importanti capitalisti statunitensi in chiave anticomunista , tanto è vero che durante i bombardamenti degli Alleati in Germania non furone nemmeno sfiorate da mezza bomba tutte le piùimportanti fabbriche compartacipate da capitali americani, determinante per l'ascesa del fascismo furono invece capitali britannici sia per tutelare gli interessi britannici nel Mediterraneoe sia in funzione anticomunista...."
è a titolo di quadro storico generale riassuntivo, ovviamente andavo di fretta, avrei dovuto prima subito segnalare:
"Come Roosevelt ingannò l’America e la portò in guerra contro il suo volere"
di Francesco Lamendola , 15 Novembre 2015
https://fides-et-ratio.it/2015/11/15/come-roosevelt-inganno-lamerica-e-la-porto-in-guerra-contro-il-suo-volere/
In onore del compianto Prof Francesco Lamendola:
Eliminahttps://www.inchiostronero.it/ci-ha-lasciato-un-maestro-ci-resta-la-sua-eredita/
In particolare, questo altro passaggio della seconda recensione di cui sopra.
RispondiElimina"Tuttavia, sostiene Pauwels, anche la “guerra navale non dichiarata” tra i sommergibili tedeschi e i cacciatorpedinieri statunitensi nell’autunno del 1941 non induceva Washington a contemplare la guerra contro i nazisti. Secondo l’autore, solo la dichiarazione di guerra di Hitler nel dicembre 1941 “spinse” gli Stati Uniti nella guerra in Europa. Anche allora, l’esistente “collaborazione affaristica” USA proseguì a sostenere la macchina da guerra tedesca."
A titolo correttivo e integrativo, vedasi:
"Roosevelt, inoltre, condusse una guerra non dichiarata contro la Germania, affiancando le navi britanniche nella caccia ai sottomarini tedeschi (e italiani) nell’Atlantico, nonché facendo occupare la Groenlandia (dopo che i Britannici avevano occupato l’Islanda), il tutto senza il consenso del governo danese, cui la grande isola apparteneva, ma solo con l’autorizzazione dell’ambasciatore danese a Washington: il che permise alle navi da guerra statunitensi di combattere apertamente, e al personale americano di combattere sotto la bandiera britannica, contro le unità della marina tedesca, in maniera giuridicamente illegale e contraria alle norme internazionali ", Francesco Lamendola, filosofo, studioso e saggista prolifico, ( 1960-2025)
Riferimento e proseguimento:
https://fides-et-ratio.it/2015/11/15/come-roosevelt-inganno-lamerica-e-la-porto-in-guerra-contro-il-suo-volere/
In onore del compianto Prof Francesco Lamendola:
Elimina"Gli intellettuali influenzano la società, ma vivono da parassiti autoreferenziali", di Francesco Lamendola, 17 febbraio 2012
https://www.ariannaeditrice.it/articolo.php?id_articolo=42519
" Hitler dagli americani ? mai sentito", Dott Marco Cattaneo
RispondiEliminaRisaputo per chi sa l'ABC della controinformazione storica sulla seconda guerra mondiale, ecco qualche spunto interessante in merito, arriva!
Quarta parte.
"La colpa fu tutta tedesca? Storia delle responsabilità americane nello scoppio della seconda guerra mondiale", Charles Beard, Oaks Editrice, 2017, pagine 421
Titolo originale dell'opera "American foreign policy in the making"
Traduzione di Camillo Pellizzi
Prefazione di Massimo De Leonardis, Professore ordinario di Storia delle relazioni e delle istituzioni internazionali, Direttore del Dipartimento di Scienze Politiche-Università Cattolica del Sacro Cuore.
Estratti delle pagine 4 e 5 dalla prefazione a cura del Prof Massimo De Leonardis al libro di cui sopra:
In un articolo del 1935, Beard formulò una sinistra previsione "nei suoi sforzi di uscire dalla crisi economica il Presidente Roosevelt precipiterà deliberatamente il Paese in una guerra nel Pacifico. Ci sarà "un incidente", una "provocazione" ".Sarebbe facile considerare le parole di Beard profetiche e usarle a sostegno di infondate teorie complottiste sull'attacco a Pearl Harbor il 7 dicembre 1941. Il ragionamento di Beard era già stato avanzato con ben maggiore profondità di analisi da Carl Schmitt nel 1932 con la previsione che
"un imperialismo fondato su basi economiche cercherà una situazione mondiale nella quale esso possa impiegare apertamente, nella misura che gli è necessaria, i suoi strumenti economici di potere, come restrizione dei crediti, blocco delle materie prime, svalutazione della valuta straniera e così via. Esso considererà come "violenza extraeconomica" il tentativo di un popolo o di un altro gruppo umano di sottrarsi all'effetto di questi mezzi "pacifici". "
Nel 1941 il Giappone di , di fronte alle misure decretate da Washington, blocco delle forniture di petrolio, "congelamento" dei beni giapponesi negli Stati Uniti, restrizioni al commercio, ricorse appunto alla "violenza extraeconomica" e lanciò i suoi arei contro Pearl Harbor.
Hitler dagli americani ? mai sentito", Dott Marco Cattaneo
RispondiEliminaRisaputo per chi sa l'ABC della controinformazione storica sulla seconda guerra mondiale, ecco qualche spunto interessante in merito, arriva!
Quarta parte. Bis
Per unire ulteriormente ì puntini.
Vedasi il mio secondo lungo post del 22 luglio 2025 con la dicitura "Anonimo" ( ero molto di fretta e dimenticai di firmarmi col solito mio nickname "TheTruthSeeker") al seguente articolo:
https://bastaconleurocrisi.blogspot.com/2025/06/interazione-nei-popoli.html
il primo punto di quel mio lungo secondo post inizia così:
"LA NASCITA DELL’IMPERO AMERICANO E DEL GOVERNO DEL MONDO", intervista a Gianfranco Peroncini di Claudio Messora per ByoBlu, 5 Marzo 2020
Una delle questioni più controverse sollevate dall’indagine della Commissione Nye (la Nye Committee) fu la lacerazione del velo del tempio bancario statunitense, dietro al quale si cominciarono a scorgere inquietanti verità e imbarazzanti retroscena relativi all’intervento degli Stati Uniti nella Grande Guerra, la Prima Guerra Mondiale.
Dall’incontro segreto nel club esclusivo di J.P. Morgan alle manipolazioni dei banchieri sulle elezioni del Presidente degli Stati Uniti d’America, passando per la creazione della FED fino a illuminare le vere motivazioni che spinsero gli USA ad entrare in guerra contro la Germania.
Torna su Byoblu Gianfranco Peroncini, giornalista, fotografo e saggista, dopo il grande successo de “Il Piano Solo: il piano per ripulire lo Stato dalle personalità scomode“, con li suo nuovo libro “La nascita dell’Impero Americano. 1934-1936: La Commissione Nye e l’intreccio industriale, militare e politico che ha governato il mondo“.
Commento
Se già nella prima guerra mondiale gli USA si comportarono pesantemente da paese imperialista, e se le origini storiche ben evidenziate da Peroncini dell'impero statunitense risalenti a decenni prima dicono senza ombra di dubbio che l'impero statunitense nasce per avidità delle oligarchie capitalistiche statunitensi che si volevano espandere all'estero a tutti i costi, e allora già basterebbe questo per drizzare le antenne come si deve e intuire che l'intervento USA nella seconda guerra mondiale per salvare la libertà e democrazia dai malvagi nazifascisti è una storiella "ad usum delphini" spacciata da TV e giornaloni occdentali per fare il lavaggio del cervello all'opinione pubblica, non è che ci vuole un genio a capilrlo , tutt'altro!
Hitler dagli americani ? mai sentito", Dott Marco Cattaneo
RispondiEliminaRisaputo per chi sa l'ABC della controinformazione storica sulla seconda guerra mondiale, ecco qualche spunto interessante in merito, arriva!
Quinta ed ultima parte.
1. “Jesse Owens teneva sempre una foto di Hitler nel portafoglio”
Durante i giochi olimpici, Adolf Hitler fece l’impensabile. Strinse la mano a un negro, e il negro in questione era il campione olimpico di Jesse Owens. L’anno era il 1936 e il luogo era Berlino, in Germania. Jesse Owens aveva appena vinto quattro medaglie d’oro alla manifestazione, divenendo così uno dei più grandi atleti del mondo.
di Yolanda Spivey da BOSS del 14 luglio 2014 (traduzione per “Storia in Rete” di EM) BOSS Sports
La vittoria lasciò perplesso Hitler, che era convinto che i suoi uomini avrebbero stravinto alle Olimpiadi in virtù della loro appartenenza a una “razza superiore”. E vedere Jesse Owens vincere delle medaglie olimpiche lo fece arrabbiare. Eppure Hitler gli strinse la mano, dando a Owens il rispetto che meritava.
Il presidente degli Stati Uniti a quel tempo era Franklin D. Roosevelt, anche conosciuto con l’acronimo FDR; e il razzismo in America non era nascosto, ma tranquillamente esibito ovunque. Mentre molti credevano FDR fosse un presidente equo e giusto, altri lo ritenevano un bigotto che detestava i negri. Per esempio, concesse ai sindacati di escludere i negri dal lavoro durante la Grande Depressione. E anche se si era espresso contro il linciaggio di uomini e donne di colore, sapeva bene che il suo New Deal non aveva beneficiato i negri in egual misura di come aveva fatto con gli americani di razza bianca.
Le Olimpiadi di Berlino del 1936 erano importanti perché il mondo era in guerra e Hιtler aveva necessità di mettersi in mostra. Non solo voleva promuovere l’immagine del suo governo, ma anche dimostrare la sua teoria che ariani erano superiori ai negri e agli ebrei. Egli si è spinto fino a dire che i due gruppi razziali non avrebbero dovuto partecipare ai Giochi Olimpici, ma dopo che le altre nazioni avevano minacciato di boicottare le Olimpiadi, ritirò questa proposta.
Si potrebbe pensare che il presidente Franklin D. Roosevelt sarebbe stato felicissimo di vedere un connazionale vincere l’oro alle Olimpiadi, schiacciando così teorie di odio e mettendo l’America di nuovo alla ribalta come una superpotenza mondiale. Ma FDR fu in realtà sconvolto dal fatto che un uomo nero aveva battuto un ariano per l’oro olimpico.
FDR non ha fatto nulla per onorare Jesse Owens dopo la sua prolifica performance olimpica, né ha voluto riconoscere la sua vittoria. E mentre i media continuavano a pompare la falsa notizia che il dittatore tedesco aveva rifiutato di stringere la mano Jesse Owens si venne poi a sapere che questo aneddoto era una bufala. Infatti Jesse Owens aveva scritto nella sua autobiografia, “Non fu Hιtler a snobbare me, fu FDR che mi ha snobbato. Il presidente non mi ha nemmeno inviato un telegramma”.
Proseguimento:
http://www.storiainrete.com/9304/ultime-notizie/jesse-owens-teneva-sempre-una-foto-di-hitler-nel-portafoglio/
Breve commento
Si commenta da sé!!
2. Le sto per inviare email che le avevo promesso.
@ Dott Marco Cattaneo.
EliminaAppena inviate le email che le avevo promesso, sono quattro con oggetto:
"La verità su Pearl Harbor" di Robert Stinnett + Due Passaggi Molto Importanti Estratti Direttamente Dal Libro In Italiano”
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"Hitler aiutato a salire al potere dagli americani e dagli inglesi per attaccare la Russia" VS "Stalin, Hitler, la rivoluzione bolscevica mondiale”, di Viktor Suvorov
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"Hunting Hitler + Biografia Non Autorizzata Della Seconda Guerra Mondiale + Gli Usa e la Cia pagarono il piano Marshall con l'oro di Germania e di Italia"
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"Allego file "Alessandro De Felice Su Fuga di Hitler in Sud America" ( con allegato file integrativo in pdf del libro "Martin Borman. Nazi in Exile" by Paul Manning ) + File "Carteggio Churchill Mussolini Controinformazioni Storiche" "
Domami le invierò quinta email per completare discorso.