venerdì 24 ottobre 2025

Età della popolazione e fiducia nel futuro

 

Abbiamo meno fiducia, meno speranza in quello che arriverà nel prossimo futuro perché la popolazione è più anziana rispetto a 20, 30, 40 anni fa ?

Lo sento dire così spesso che è diventato un luogo comune. E naturalmente c’è del vero. Ma credo sia solo una parte di verità, e anche abbastanza piccola.

Certo, negli anni del baby boom nasceva un milione di bambini all’anno, oggi neanche trecentomila. E certo, negli anni Ottanta questi boomers avevano venti, trenta, quarant’anni. Entravano nel mondo del lavoro o percorrevano la fase di più rapida crescita professionale. Avevano molti anni davanti a sé, molto tempo per immaginare e realizzare progetti, avevano obiettivi di costruzione, non di mantenimento.

Però non è tutta la storia. La via media si è allungata. Le condizioni di salute sono molto migliori. Sarà una mia impressione ma non credo: i cinquantenni, i settantenni, perfino i novantenni oggi dimostrano 10 o 15 anni meno di allora.

Gli orizzonti di vita futura attiva si sono veramente accorciati ? molto meno di quanto si potrebbe pensare.

Se c’è meno fiducia nel futuro non è perché il sessantenne del 2025 non possa essere costruttivo quanto un quarantenne del 1985. E’ perché i deliranti dogmi dell’euroausterità hanno bloccato, da un quarto secolo in qua, la crescita dell’economia. La popolazione invecchia anche in molti paesi dell’estremo oriente.

Che però crescono, perché non hanno delegato la gestione dei loro interessi a una cupola di inetti venduti, che siede a Bruxelles e prende ordini da centrali di potere esterne.

 

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