martedì 26 maggio 2020

CCF: perché forse è la volta buona


Il Decreto “Rilancio” ha introdotto vari meccanismi di assegnazione di crediti d’imposta, cedibili ai fornitori o, in alternativa, negoziabili contro euro sul mercato finanziario. E di altre ancora si sta parlando.

Si va dall’Ecobonus 110% per le ristrutturazioni immobiliari, al Bonus Turismo, a indennizzi per affitti e canoni pagati da attività commerciali che hanno ridotto il fatturato nel periodo più acuto dell’emergenza Covid.

Non è ancora un vero e proprio “progetto CCF”. Le dimensioni sono limitate, e vanno messi a punto i meccanismi di cessione e circolazione dei crediti d’imposta.

Però sono “teste di ponte” molto significative. Vanno estese, potenziate, migliorate sul piano operativo. Ma ci sono, e costituiscono un importantissimo passo in avanti.

Idee collegate alla Moneta Fiscale e ai Certificati di Compensazione Fiscale stanno a loro volta facendosi strada, per il tramite di una pattuglia di parlamentari M5S, nell’ambito della maggioranza di governo.

In primo luogo, la possibilità di creare una piattaforma informatica di scambio dei crediti fiscali (il SIRE di Fabio Conditi).

Da segnalare anche l’idea dei conti fiscali di risparmio, proposta da Giovanni Zibordi riprendendo un’idea di John Cochrane. Conti presso il Ministero dell’Economia su cui i privati cittadini possono depositare euro, con una remunerazione per esempio dell’1% (competitiva, quindi, rispetto allo zero che offrono attualmente i normali conti bancari).

Con i conti fiscali di risparmio, il Tesoro può fare raccolta senza passare tramite il collocamento di titoli sul mercato, evitando in particolare di piazzare BTP su cui le istituzioni finanziarie fanno trading e alimentano la volatilità di prezzi e spread (con i connessi effetti di panico, spesso e volentieri enfatizzato e strumentalizzato dai media e da chi li controlla).

Come dice il nome, i conti fiscali di risparmio possono essere anche utilizzati per effettuare pagamenti di tasse o comunque per soddisfare qualsiasi obbligazione finanziaria nei confronti della pubblica amministrazione. Il che li rende maggiormente tutelati rispetto a un titolo che promette semplicemente di essere rimborsato in euro (senza ulteriori possibili utilizzi).

E’ un paradosso che questi strumenti siano in corso di valutazione, e almeno in alcuni casi anche di introduzione, da parte di un governo pro-UE. Ma non mi stupisce: ho sempre pensato – e la proposta CCF nasce appunto da questa riflessione – che la rottura dell’euro sia troppo complessa e controversa, sul piano tanto operativo quanto politico, per avere significative possibilità di essere realizzata.

In altri termini, dubito che esistano le condizioni per vincere un confronto “muro contro muro” con la UE e con l’eurosistema.

C’è invece la possibilità di adottare una posizione di “fermezza costruttiva”: abbiamo identificato che cosa non funziona, ma sappiamo anche come correggerlo, senza passare tramite una deflagrazione. E lo faremo.

E senza passare tramite strumenti – il MES, il Recovery Fund – da cui (si è capito benissimo) non arriverà nulla di concreto, se non spiccioli con vincoli e condizionamenti che produrranno più danni di quanto possano valere gli (eventuali) benefici finanziari.

La “fermezza costruttiva” verrà adottata – si spera - in misura adeguata proprio perché i paurosi effetti economici della crisi sanitaria non possono, altrimenti, essere superati.

La “fermezza costruttiva” è quella che è mancata alla Lega nel periodo del governo gialloverde.

La Lega, di conseguenza, si è mosso in modo ambiguo e confuso (o percepito all’esterno come tale: ma è quello che conta).

Claudio Borghi, per esempio, ha lasciato intendere (prima delle elezioni del marzo 2018) che i Minibot (una forma di moneta fiscale) fossero un passo verso la rottura dell’euro. Poi (maggio 2019) la proposta è venuto alla luce ma è stata presentata come un mezzo per rimborsare i crediti verso fornitori della Pubblica Amministrazione, tra l’altro con un limite di 25.000 euro a posizione.

Era evidente che posta così la proposta Minibot risolveva poco o nulla, il che lasciava supporre che fosse un passo verso qualcos’altro. Troppo facile, a quel punto, spararle contro: “la Lega prepara il break-up”.

Le valenze di un programma di emissioni fiat, come i CCF, sono di ben altra portata. Si crea potere d’acquisto supplementare e lo si distribuisce; non ci si limita ad anticipare (una tantum, tra l’altro) l’effetto finanziario del pagamento di crediti già esistenti.

E nello stesso tempo, il progetto CCF spiega dettagliatamente come le disfunzioni dell’euro ne risultino superate, senza passare tramite la deflagrazione del sistema.

Preferireste lasciarvi completamente l’euro alle spalle ? le preferenze sono una cosa, la costruzione del consenso politico è un’altra e deve tener conto degli interessi in gioco e delle oggettive difficoltà tecniche.

Se no si fa battage mediatico, che magari ha la sua funzione, magari aiuta a prendere voti in campagna elettorale, ma di per sé non risolve nessun problema.


9 commenti:

  1. Più cauta Rete Irene (Rete di Imprese per la Riqualificazione Energetica degli Edifici) che evidenzia alcune criticità. Come sottolinea Virginio Trivella, coordinatore del Comitato tecnico scientifico di Rete Irene: “Il problema vero è la capacità di credito delle imprese, che era già deteriorata prima della crisi, figurarsi oggi. La soluzione che abbiamo suggerito noi a Fraccaro e a tutti quelli che si sono occupati del decreto è di rendere il trasferimento dei crediti d'imposta velocissimo in modo da poterli far arrivare ai cessionari finali in tempi compatibili con il pagamento degli operai e delle ricevute bancarie dei fornitori.



    Purtroppo, il suggerimento è stato recepito solo a metà: il testo approvato non impedisce l'accelerazione dei cassetti fiscali, ma semplicemente non ne fa un obiettivo esplicito e rinvia la decisione di tempi e modi a un provvedimento dell'Agenzia delle entrate per il quale, tra l'altro, non è nemmeno fissato un tempo per il rilascio (art. 128-ter, comma 8).”

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    1. Infatti il meccanismo va migliorato, non c'è dubbio e lo dico anche nel post. Ma ci si sta lavorando. Siamo in costante contatto in particolare con Pino Cabras su questi temi.

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  2. www.tuacrypto.com/cccf questa ad esempio una piattaforma per CCF, pronta all uso..... Manca solo che una qualsiasi amministrazione pubblica li utilizzi. .. quando lo capiranno sarà sempre tardi

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  3. Grande battage mediatico sulla proposta v.d.Leyen -Recovery fund. Facciamo finta che andrà tutto come la Commissione vuole.Da qllo che ho capito il fondo si finanzierà tramite emissione di titoli il cui rimborso partirà dal 2028. Sempre secondo la Commissione all'Italia arriverano 91 miliardi a fondo perduto, per cui non dovrebbero essere rimborsati. Quello che non capisco è chi rimborserà agli investitori tali titoli , cioè la quota " a fondo perduto "dell'Italia dal 2028 in poi, se viene anche detto che non ci sarà comunque mutualizzazione dei debiti. Lei ci ha capito qualcosa di più di me ?

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    1. La quota cosiddetta "a fondo perduto" sarà ripagata da maggiori contributi degli Stati, e si ipotizzano anche "tasse europee" (plastic tax UE, supplemento IVA UE...). Fondo perduto una cippa...

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    2. https://twitter.com/gzibordi/status/1265965666915549184

      La penso come lei ma pare che Zibordi stavolta dica l'opposto.. o è sarcastico e non ho capito io.. mah

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    3. Zibo spesso è brillante ma in alcuni casi si sbaglia, IMHO. Questo è uno dei casi.

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