sabato 10 dicembre 2022

Surplus, deficit e arricchimento del paese

 

Alcuni mesi fa, in questo post spiegavo perché – come dice il titolo stesso – “i surplus di bilancio pubblico non arricchiscono il paese”. E alcuni lettori hanno commentato che di sicuro non stavo parlando dell’Italia, che surplus nei conti pubblici non ne ha mai registrati (e per trovare un bilancio in pareggio bisogna risalire all’Ottocento: stavo per dire al secolo scorso, ma è quello prima ancora).

Vero. In Italia un bilancio in surplus non s’è mai visto. Però è anche vero che si ragiona come se fosse un dato di fatto che i surplus arricchiscono, e di conseguenza che i deficit impoveriscono.

E allora tutta la politica economica del paese è condizionata dal principio che il deficit sia un male; forse necessario, ma comunque un male. Bisognerebbe che non ci fosse, e non riuscendoci bisogna sentirsi in colpa se aumenta, e fare invece di tutto per contenerlo, per diminuirlo. Partendo dal presupposto implicito che diminuendo il deficit quantomeno ci si impoverisce di meno.

Tutto sbagliato.

Il deficit pubblico è uno strumento con il quale lo Stato, immettendo soldi nell’economia in eccesso rispetto alla tassazione, permette ai mezzi di pagamento in circolazione di espandersi. E un’economia in crescita HA NECESSITA’ di questa espansione. Razionando la moneta, nessun paese diventa ricco.

Naturalmente l’espansione dei mezzi di pagamento non può e non deve essere infinita. Ci sono limiti, ma non corrispondono a un livello numerico predeterminato. Non è il 3% di Maastricht. Tantomeno è lo zero a cui punta (senza che sia mai stato raggiunto, in realtà) l’articolo 81 della Costituzione così come riformato nel 2012.

Il livello corretto è quello che garantisce la massima occupazione delle risorse produttive – lavoro e aziende – compatibilmente con moderati e stabili livelli di inflazione, e tenendo anche d’occhio i saldi commerciali esteri (per evitare l’accumulo di passività nette in moneta straniera).

E va ricordato che un’inflazione troppo alta si può contrastare anche con manovre fiscali espansive, quali la riduzione di tasse e oneri accessori su beni di consumo, specialmente se di prima necessità e specialmente se a domanda rigida (sbagliatissimo l’aumento di 12 centesimi applicato da questo mese alle accise sui carburanti).

Ma non è razionando artificialmente la moneta che un paese si arricchisce. Se no l’ideale per promuovere la crescita economica sarebbe eliminare i mezzi di pagamento e tornare a un’economia di autoproduzione, autoconsumo e baratto…

2 commenti:

  1. Ludovico Lupinacci: "Il deficit pubblico è uno strumento con il quale lo Stato, immettendo soldi nell’economia in eccesso rispetto alla tassazione, permette ai mezzi di pagamento in circolazione di espandersi. E un’economia in crescita HA NECESSITA’ di questa espansione. Razionando la moneta, nessun paese diventa ricco." Ma perché non ci fanno delle lapidi i comuni di sinistra tipo nella nostra regione che si vanta di esserlo? Ma figuriamoci...quelli pensano solo alle cavolate.

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