mercoledì 22 novembre 2023

Milei può dollarizzare l’Argentina ?

 

Un curioso personaggio, Javier Milei, è stato eletto presidente dell’Argentina. Curioso per l’aspetto (folti basettoni che a me hanno ricordato quelli del suo predecessore di qualche decennio fa, Carlos Menem: a quanto pare i basettoni fanno colpo sull’elettorato locale), ma ancora di più per il suo programma di politica economica.

In comizi infuocati e ad alto contenuto di decibel, Milei ha promesso di tagliare sprechi “con la motosega”, di chiudere una decina di ministeri, di privatizzare di tutto di più, nonché di dollarizzare l’economia del paese.

In pratica quest’ultimo punto equivale ad abolire la banca centrale e la moneta nazionale, e a trasformare il dollaro USA nella moneta legale utilizzata all’interno del paese.

Proprio Menem, in collaborazione con il ministro dell’economia Domingo Cavallo, aveva messo in atto qualcosa di simile negli anni Novanta. Non abolendo il peso, ma fissando un tasso di conversione “irrevocabile” di uno a uno con il dollaro.

Il risultato fu che inizialmente affluirono in Argentina molti finanziamenti esteri, generando un boom economico. Finanziamenti attratti da alti tassi di interessi e dalla garanzia di pari valore dollaro / peso.

Dopo un po’ gli investitori esteri cominciarono a sospettare che il gioco non fosse destinato a reggere: i finanziamenti si ridussero a un rigagnolo, e la scarsità di moneta, dovuta all’insufficienza del sottostante con cui garantire la convertibilità, produsse una gravissima crisi deflattiva.

Effetto finale, negli ultimi giorni del 2001: default sul debito in valuta estera e revoca dell’”irrevocabile” impegno di conversione. Cioè svalutazione.

Se Milei riuscirà ad assicurarsi una sufficiente quantità di finanziamenti in dollari, potrà mettere in atto la sua proposta. Potrebbe anche in questo caso verificarsi un boom iniziale ma finirà come l’altra volta: con una tremenda crisi e con un default.

In effetti però c’è anche un’altra strada tramite la quale Milei potrebbe attuare il suo piano. Dare effettivamente valore legale al dollaro – che in ogni caso già oggi è ampiamente utilizzato all’interno del paese – ma nello stesso tempo utilizzare come strumento finanziario complementare un titolo emesso dallo Stato e accettato per pagare le tasse.

In altri termini, garantire un adeguato livello di circolazione monetaria affiancando al dollaro una Moneta Fiscale nazionale.

Sarebbe, certo, sorprendente se un presidente-economista di scuola austriaca finisse per implementare uno schema di finanza funzionale / MMT.

Chissà però, la vita è strana.

 

1 commento:

  1. Per chi ha voglia di capire come un'economia possa andare in recessione per la semplice carenza di circolazione monetaria, suggerisco la lettura di questo articolo di Paul Krugman https://slate.com/business/1998/08/baby-sitting-the-economy.html

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