lunedì 22 luglio 2019

Il tavolo dell'Unione Europea


Nei resoconti giornalistici, l’interazione tra Italia e UE è spesso descritta facendo riferimento a un non meglio identificato “tavolo”. “E’ fondamentale sedersi al tavolo”. “Non bisogna restare esclusi dal tavolo”. “Picchiamo i pugni sul tavolo”.

Mi permetto di dare, su questo tema, qualche consiglio al nostro governo.

“Sedersi al tavolo” con la UE è perfettamente inutile, anzi controproducente. Al tavolo UE, l’Italia si siede esclusivamente per ricevere istruzioni. Quanto propone non viene preso in considerazione, anzi nemmeno ascoltato.

“Picchiare i pugni sul tavolo” presuppone di essercisi seduti. Ma quando si picchiano i pugni, si scopre che il tavolo è di gomma, fortemente elastica. Nessuno dei (presunti) interlocutori dà il minimo segno di accorgersi che sia successo qualcosa.

“Alzarsi dal tavolo” se non altro è un’opzione che fa risparmiare tempo. Però, naturalmente, non risolve nulla.

La strada da seguire quindi è “passare di fianco al tavolo”, salutare quelli chi ci stanno seduti, e se ti chiedono “serve qualcosa ?” rispondere “un caffè, grazie”.

Perché all’economia italiana, per uscire dai suoi problemi, dalla UE non serve proprio nulla.

Serve mettere in atto il progetto Moneta Fiscale / CCF. Che non richiede nessuna autorizzazione, nessuna sovvenzione, nessuna revisione di trattati, nessun sostegno.

Serve la volontà di procedere, esercitando l’autonomia di cui l’Italia è dotata e facendo leva sulle potenzialità del paese e del suo tessuto economico. Niente di più, niente di meno, e niente di diverso.


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