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sabato 25 maggio 2013

CCF “revolving”: un possibile perfezionamento


Con Luca Mibelli e anche sulla base di spunti forniti da NonSono SuFacebuk nell’ambito del gruppo facebook Economia 5 Stelle, si sono discusse alcune possibili varianti e ottimizzazioni del progetto Certificati di Credito Fiscale (CCF).
 
Un’idea da considerare è la seguente. Nello schema base i CCF hanno la facoltà di essere utilizzabili – in qualsiasi momento a partire da due anni dopo la data di emissione – per estinguere, al valore facciale, obbligazioni finanziarie di qualsiasi tipo (in primo luogo, ma non solo, fiscali) verso la Pubblica Amministrazione italiana.
 
La variante, o meglio la caratteristica aggiuntiva, potrebbe essere di aumentare il valore di utilizzo se quest’ultimo avviene successivamente alla prima scadenza possibile.
 
In pratica: nel giugno 2013 mi vengono assegnati CCF per 100 euro. Nel giugno 2015 li posso usare per pagare (ad esempio) 100 euro di imposte.
 
Se non lo effettuo subito, il valore di utilizzo aumenta. Per esempio diventa 103 euro se attendo un anno, 106 se ne attendo due eccetera.
 
In pratica si riconosce ai CCF un tasso d’interesse, a decorrere dalla data di utilizzabilità. Nell’esempio è un 3% annuo fisso; si possono considerare alternativamente tassi variabili indicizzati ai BOT, ai tassi d’intervento BCE, all’inflazione ecc.
 
Si ottengono così due risultati.
 
Primo, si migliora la valutazione di mercato dei CCF. Molti percettori di CCF probabilmente li cederanno prima della data di utilizzo, a soggetti che li acquisteranno a sconto per poi usarli a fronte di loro impegni finanziari verso la Pubblica Amministrazione. Lo sconto potrebbe essere più elevato del tasso su un normale titolo di Stato a causa di sfridi temporali – es. minore concentrazione di date di versamento di imposte in certi periodi dell’anno. Se il ritardo di utilizzo dei CCF si accompagna a un incremento del suo valore facciale, questo problema diventa di scarso o nullo rilievo.
 
Secondo, alcuni titolari di CCF potranno ritardarne l’utilizzo semplicemente per beneficiare della rivalutazione. Ci sarà quindi una parziale diluizione temporale del loro impiego; nel frattempo, gli euro incassati dallo Stato saranno più alti. La riduzione delle obbligazioni finanziarie statali denominate in euro (debito pubblico) sarà quindi accelerata.