martedì 25 febbraio 2014

Eurocritici tedeschi


Anche nel paese che fin qui ha avuto più benefici (almeno in apparenza) dall’euro e dalla governance economica UE, i partiti eurocritici sono in crescita e hanno ormai raggiunto un peso molto rilevante.

Alternative Fuer Deutschland (AfD) è accreditato, da recenti sondaggi, di un 8% di consensi alle prossime elezioni europee (dopo che alle politiche di settembre 2013 ha conseguito il 4,7%, molto significativo per un partito al primo test elettorale nazionale, anche se insufficiente per superare la soglia di sbarramento del 5% ed entrare al Bundestag).

Sul fenomeno AfD continuo a mantenere la mia valutazione positiva. Sono dei liberal-conservatori coerenti, e comprendono correttamente i motivi per i quali l’attuale euroassetto è insostenibile.

E il loro approccio alle possibili soluzioni tecniche è omogeneo con un meccanismo di strumenti monetari paralleli, quindi con il progetto CCF e con la Riforma Morbida dell’euro.

Sono stati accusati di avere un atteggiamento "scaltro" in quanto puntano a mantenere in valuta forte (cioè a non svalutare) i crediti verso i paesi che si svincoleranno dal sistema euro.

Ma, a parte il fatto che sono disponibili a stralci (che nella loro ottica liberale devono gravare sul finanziatore privato, non su meccanismi di salvataggio pubblici) per i crediti verso controparti non in grado di onorare il cento per cento dell’impegno, un meccanismo di ripristino della sovranità monetaria con forte azione sul cuneo fiscale permette, in realtà, alla maggior parte dei paesi in difficoltà dell’Eurozona di avviare una forte ripresa delle loro economie e di rimanere solvibili in valuta forte.

E questo è particolarmente vero proprio per l'Italia, che oggi ha un grosso problema di competitività (che la Riforma Morbida risolve) ma non un alto livello di debito estero.

Nel frattempo, sono sempre più esplicite le posizione eurocritiche di Die Linke, che ha conseguito l’8,6% alle politiche del settembre 2013. In questa intervista, Sahra Wagenknecht rimarca le differenze tra il suo partito e AfD in materia tra l'altro di stato sociale, welfare, retribuzioni e distribuzione dei redditi.

Ma, nello stesso tempo, la critica di Die Linke all’eurogovernance economica è altrettanto esplicita, chiara e fondata.

A questo punto c’è da attendersi che, alle prossime elezioni europee del 25 maggio, partiti e movimenti fortemente negativi in merito all’attuale assetto economico dell’Eurozona e dell’Unione Europea ottengano consensi compresi tra il 15% e il 40% de minimis in Francia, Grecia, Italia, Regno Unito, Paesi Bassi, Germania e Austria.

Manca stranamente all’appello la Spagna, forse perché le posizioni critiche sono state “intercettate” dagli indipendentismi regionali (catalano e basco in particolare).

Maggio 2014, comunque, può essere un punto di svolta.

15 commenti:

  1. Mauro Ammirati: In effetti, caro dottore, quella spagnola e quella portoghese sono realtà particolari. A parte i separatismi in Spagna, una parte della nuova generazione dei due Paesi sta emigrando nelle ex colonie, africane e sudamericane (molti fanno la fila a Lisbona per avere il visto per l'Angola!). Al contrario di noi, non hanno il problema della lingua. E' un grande vantaggio. P.S. Noi non possiamo neanche più emigrare in Canton Ticino.

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    1. Beh la Svizzera ha limitato gli accessi, non li ha ancora bloccati... comunque in Ticino gente più di tanto non ci sta, Il punto è giusto, il malessere nella penisola iberica (e in Irlanda) trova sfogo nell'emigrazione, molto più che altrove.

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  2. Salve dott. Cattaneo, una domanda: se il nostro debito verso l'estero non è alto come giustamente ci ricorda, che cosa ci impedisce di rigettarlo in toto o ridiscuterlo a condizioni sensate in modo da evitarci altri anni di inutile crisi? per quale motivo dobbiamo rimanere legati ad una catena che ci vorrebbe poco anzi pochissimo a spezzare? noi non siamo la Grecia, che non produce quasi nulla e ha un debito estero importante, il che la consegna giocoforza ai suoi aguzzini. No, noi, oltre al basso debito estero, abbiamo anche un forte comparto economico che il paese egeo non ha.

    Ergo perché ci facciamo trattare così quando se solo volessimo la realtà sarebbe ben diversa? è come annegare in pochi centimetri d'acqua a un passo dalla riva, per giunta sapendo nuotare: inaccettabile, semplicemente.

    Possibile che sia solo volontà politica, oppure c'è dell'altro?

    Grazie della risposta e ad majora! Pia

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    1. E' verissimo che stiamo annegando in pochi centimetri d'acqua. Per quale motivo ? ci sono varie ragioni che si intersecano e sovrappongono, ho cercato di identificarle qui.
      Tuttavia ristrutturare e ridurre il peso del debito estero NON è la soluzione. L'Italia non ha bisogno di questo (a maggior ragione tenuto conto che il debito estero non è alto). Ha bisogno di riacquisire la propria sovranità monetaria, sviluppare politiche di pieno impiego e rimettere al lavoro persone e aziende. Può leggere uno dei vari articoli del blog che descrivono la Riforma Morbida (altrimenti detta Progetto CCF) per i dettagli di come ottenere questo.
      Se l'Italia torna a utilizzare il suo potenziale produttivo, il debito estero non è affatto un problema. D'altra parte, se non lo fa anche uno sconto sul debito estero non risolve niente (come niente ha risolto in Grecia).

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    2. siamo trattati così per il semplice motivo che in italia non siamo la grecia ma ci stiamo comportando per diventare uguale ad essa. quando nel 2011 votammo tutti a favore dello stato al 90%, i paesi esteri dissero basta, l'italia va fermata subito a qualsiasi costo poi toccherà alla francia. la germania invece ha già fatto riforme sul lavoro anni fa.

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    3. Riforme ? la Germania ha fatto solo compressione salariale. Che funziona se le fa un paese solo e non i suoi vicini, altrimenti no. Vedi articolo del 25.1.2014.

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    4. la compressione salariale è una ottima riforma. a patto che sia per tutti e non solo nel privato. quel referendum lo pagheremo molto ma molto caro. un po' come quando dichiarammo guerra a francia, inghilterra e stati uniti. prendemmo una sberla che ancora ce la ricordiamo.

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  3. Sono d'accordo con lei. il problema è che, parlandone in giro, mi sono resa conto che troppi pur vedendo i guasti dell'eurosistema non ritengono la sovranità monetaria un requisito necessario. a me questa teoria sembra inconcepibile: un paese non sovrano è per definizione un paese imbrigliato nei capricci di chiunque, senza autonomia né libertà. un paese-schiavo, che non sarà in grado di provvedere a sé perché dovrà innanzitutto soddisfare i desiderata altrui.

    La cosa è tanto più inaudita e assurda per l'Italia, che ha un debito estero perfettamente gestibile (quello interno, non credo sia affare di Merkel & co). altro che patrimoniali, tasse da rapina, MES e fiscal compact!

    Bel link, l'ho letto d'un fiato. tra le ragioni indicate escludo solo l'incompetenza in buona fede, il resto ci sta tutto e risponde in pieno a quel che penso.

    Se non erro è stato il nobel Krugman a definire gli eurotecnocrati 'crudeli, romantici, spietati senza alcun aggancio con la realtà'. siamo in buona compagnia insomma.

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    1. Eh sì, sono d'accordo soprattutto sul punto che "un paese non sovrano è per definizione un paese imbrigliato nei capricci di chiunque, senza autonomia né libertà. un paese-schiavo... La cosa è tanto più inaudita e assurda per l'Italia, che ha un debito estero perfettamente gestibile (quello interno, non credo sia affare di Merkel & co)". Tutto giustissimo: che poi buona parte dell'opinione pubblica non lo capisca si spiega soprattutto con il fatto che prima delle crisi queste cose erano considerate (e in effetti erano) astratte teorie da specialisti... ma oggi sono fatti spaventosamente concreti e la consapevolezza cresce di giorno in giorno.

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    2. l'italia ha scelto volontariamente di non essere sovrana o comunque ha capito che non potrà mai esserlo. è per quello che si barcamena sognando gli eurobond che significa farsi mantenere dagli altri. chi si fa mantenere non sarà mai padrone di se stesso né sovrano.

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    3. Non ha scelto proprio nulla, è una direzione in cui l'ha portata una classe politica incapace (nella migliore delle ipotesi).
      Ci sono vie molto diverse e ben più appropriate degli Eurobond (la Riforma Morbida, vedi il link all'articolo), che significano sovranità monetaria e non comportano di farsi mantenere da nessuno. Cosa quest'ultima di cui l'Italia non ne ha NESSUN bisogno. Anzi.

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    4. dare la colpa ai politici non serve. nel 2011 ci fu un referendum e tutti gli italiani a stragrande maggioranza bulgara votarono a favore dello stato. c'è poco da smentire. l'italia ha deciso di non essere sovrana di proprio pugno e con la propria firma in calce e brindando in piazza con le bandiere. ha dichiarato guerra al mondo dei mercati. i mercati reagiscono.

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    5. Referendum ? in quale universo parallelo l'ha visto ?

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    6. ricorda il referendum di marzo del 2011 sul fatto che tutto dovesse essere pubblico? pensa che l'europa lo abbia digerito bene? pensa che i mercati abbiamo digerito bene? così come in passato ci fecero capire che fine doveva fare la monarchia e certe dittature. si ricorda quando dichiarammo guerra a certe nazioni? ecco, quel referendum è stata una dichiarazione di guerra. a quel punto hanno detto "ok allora riprendetevi il debito"...e la bomba sta esplodendo sulla testa degli italiani e non sulle nazioni su cui pensavano di farla esplodere....

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  4. il referendum di marzo 2011

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