martedì 4 febbraio 2014

La differenza tra break-up e riforma morbida dell’euro


si riassume, in ultima analisi, in due parole.

No ridenominazione.

Le controindicazioni di un processo di break-up, di spaccatura, dell’euro derivano dal fatto che una serie di rapporti contrattuali e di posizioni di debito e credito subiscono una conversione (da euro a nuova lira) della valuta in cui sono espressi.

Quindi: ho uno stipendio in euro, diventano nuove lire.

Ho una pensione in euro, diventano nuove lire.

Ho un contratto di affitto in euro, diventano nuove lire.

Ho un contratto di fornitura di materiali o di erogazione di servizi in euro, diventano nuove lire.

Ho un credito in euro, diventano nuove lire.

Ho un debito in euro, diventano nuove lire.

E la variazione comporta una diminuzione di valore (svalutazione).

Confusione, complicazioni, contenziosi legali, effetti redistributivi, incertezza sulle reazioni delle controparti, turbolenze sui mercati finanziari, instabilità del sistema bancario, sono TUTTE in un modo o nell’altro conseguenze derivanti dalla ridenominazione dei contratti in essere al momento del break-up.

Una riforma del sistema monetario che consente di ottenere TUTTI i risultati a cui punta il break-up:

eliminazione degli squilibri di competitività tra paesi

sviluppo di politiche economiche di pieno impiego

possibilità di finanziare l’attività del settore pubblico senza assumere indebitamento in una moneta che lo stato non gestisce e non controlla

senza che si ridenomini nessuno dei rapporti contrattuali pregressi è nettamente più efficace e meno rischiosa di un break-up, suscita di gran lunga meno ostilità, meno inquietudini e dubbi nella pubblica opinione.

La strada da seguire non è di rottura, ma di affiancamento e sostituzione.

Fermo restando che tutti gli effetti benefici del recupero di sovranità monetaria sono comunque conseguibili immediatamente.

7 commenti:

  1. quella dell'affiancamento è una mia vecchia convinzione.
    se riuscissimo a riportare in vita la lira....

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    1. Ma per questa strada infatti ci si arriva, come spiegavo nel post del 21 gennaio scorso.

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  2. A proposito di affiancamento e sostituzione, cosa ne pensa dell'idea promossa dalla Regione Lombardia di sperimentare una moneta complementare per il pagamento dei servizi fra le imprese? Finora non ci sono informazioni adeguate sullo sviluppo del progetto; tuttavia, se abbinato a garanzie pubbliche da parte della Regione, non pensa possa essere un sostegno interessante per lo sviluppo di una moneta parallela e per un progressivo "affrancamento" dall'euro che, come condivido con Lei, è posizionato ad un livello troppo alto per rendere competitivi sui mercati internazionali i prodotti e i servizi italiani. Quale è il suo commento in proposito?

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    1. Il mio commento è che i progetti di moneta complementare su base locale sono interessanti e possono dare un contributo apprezzabile, ma purtroppo parecchio inferiore a quanto serve per risolvere l'eurocrisi.
      Il motivo è che una moneta introdotta in affiancamento all'euro - quale sono i CCF, a tutti gli effetti - è realmente efficace se può essere utilizzata per effettuare qualsiasi tipo di pagamento nei confronti di tutti gli organi della pubblica amministrazione dello stato emittente.
      A livello regionale o comunale si può far leva solo sulla quota corrispondente agli incassi per i quali ha competenza, appunto, l'organo territoriale locale. La conseguenza è che le dimensioni delle emissioni attuabili sono decisamente più piccole (anche in proporzione alle economie locali) e il beneficio è quindi molto inferiore.

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  3. CCF OTTIMI! E aggiungerei anche i CCE quelli erariali ....
    p.s.: ho ripubblicato sul mio nuovo blog (suggeritomi da Giovanni Zibordi)
    http://decamentelibera.blogspot.it/
    Deca

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  4. p.s.: mancano i grafici ..... ah ah ah ah

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    1. Puoi mettere quelli di Giovanni ;) coi grafici lui ha fatto anche la mia parte ! (hai capito che inserire grafici non mi piace, e' che non ho la mente visuale... sarà per quello che non so disegnare :) )

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