domenica 10 dicembre 2023

La non riforma del patto di stabilità

 

Siamo arrivati al 10 dicembre, e l’accordo per riformare il patto di stabilità UE non è alle viste. Si sente esprimere molta preoccupazione da parte di parecchi commentatori che prevedono sciagure se l’accordo non si troverà entro fine anno. Di frequente, sono gli stessi che propagandavano la mirabile efficacia del vecchio patto e la necessità imprescindibile di rispettarlo ossequiosamente.

Ma oggi ci dicono che il vecchio patto “non è più adeguato ai tempi” e quindi le sciagure potrebbero arrivare se non lo modifichiamo.

La verità è che il vecchio patto era un disastro mentre le proposte di riforma invece pure. Questo molti dei ministri che lo stanno negoziando lo comprendono, anche se non lo dicono ad alta voce, ed è la ragione per cui l’accordo non si trova.

Hanno ragione quelli che affermano che è meglio non riformare niente e tenersi il vecchio patto: il quale ha quantomeno il “merito” di restare in larga misura lettera morta perché è impossibile da rispettare. E quindi ha fatto danni, ma c’è il rischio che la riforma produca effetti peggiori perché partorirebbe qualcosa di altrettanto negativo, con l’aggravante che si tenterebbe – almeno in una fase iniziale – di farlo mettere in atto.

L’accordo su un patto di stabilità sensato è impossibile da trovare per una ragione molto semplice. L’esigenza di averne uno nasce da un presupposto completamente falso: che il deficit e il debito pubblico siano un male necessario e che occorrano il migliore impegno e i migliori sforzi per contenerli.

Il deficit pubblico è invece un necessario strumento di regolazione della domanda interna e il debito pubblico è un servizio di impiego del risparmio privato offerto ai cittadini.

Non è affatto vero che meno deficit e meno debito siano necessariamente meglio di più deficit e di più debito. Sono strumenti di gestione macroeconomica che vanno utilizzati nelle giuste proporzioni e con la giusta composizione, per ottenere i migliori livelli di crescita e di occupazione compatibili con la stabilità dei prezzi e del sistema finanziario.

Le giuste proporzioni e la giusta composizione non si ottengono con un algoritmo, e soprattutto non si ottengono avendo in mente che l’unico deficit e l’unico debito buono siano quelli morti.

A Bruxelles e a Francoforte questo non viene capito, o comunque non viene riconosciuto. Per cui meglio nessuna riforma e tenersi il patto vecchio, continuando a non rispettarlo e a considerarlo quello che è: un pezzo di carta partorito da un delirio burocratico, da mettere in un cassetto e da ignorare.

 

3 commenti:

  1. Giovanni Piva: Marco , "il deficit pubblico è invece un necessario strumento di regolazione della DOMANDA INTERNA e il debito pubblico è un servizio di impiego DEL RISPARMIO PRIVATO offerto ai cittadini". È in queste righe che si trova la chiave del gioco. Il grosso della gente nn conosce e quindi nn capisce la funzione del deficit e del debito pubblico. E secondo me vi sono molti politici italiani e dei paesi area euro, compresi molti tecnici a Bruxelles e a Francoforte, che sono ignorantissimi anche loro...ci sarà sicuramente qualche personaggio in mala fede, ma il grosso di questa gente per me è veramente ignorante in materia...

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  2. Aldo Scorrano: Bravissimo Marco Cattaneo a far emergere ciò che per molti (ma evidentemente non per tutti) è lapalissiano: in quest’ottica, mi permetto di aggiungere, qualsiasi “riforma” dell’UE in senso lato, mantenendo la stessa ideologia (visione) di fondo, è una presa in giro. Vanno demolite le fondamenta, soprattutto economiche, partendo dall’insegnamento presso le facoltà di economia ove la teoria neoclassica, ispiratrice di “questa” europa, la fa ancora da padrona.

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  3. Luca Pieroni: Il tema è anche che, dopo aver mentito per anni sul male suprema di deficit e debito e aver imposto sacrifici inutili ci vuole uno molto coraggioso che dica "e stato un grave errore" rifacciamo tutto diverso, e soprattutto con i politici che ci sono diventerebbe un gioco al massacro. Troviamo quello coraggioso. La pandemia sarebbe un ottima tema per ribaltare il tavolo ma ...

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