Ulteriori considerazioni
sul Sardex, anche queste su stimolo di Stefano Sylos Labini:
UNO, il Sardex non
è convertibile in euro ma accettato (da parte degli aderenti al circuito) in
sostituzione dell’euro, in rapporto 1:1.
DUE, il Sardex è
attribuito agli aderenti al circuito attraverso un affidamento: quindi chi è
affidato per, ad esempio, 10.000 Sardex, può effettuare acquisti fino a quell’importo
totale. Dovrà poi compensare questa posizione di debito vendendo beni e servizi
di sua produzione sul circuito: i compratori a loro volta saldano l’acquisto
utilizzando Sardex.
TRE, trascorso un
anno senza che la compensazione abbia luogo, il debito in Sardex diventa debito
in euro (e quindi va saldato in euro).
QUATTRO, su debiti
e crediti in Sardex non si applicano interessi: in questo modo si stimola la
circolazione e non l’accumulazione di Sardex.
CINQUE, l’accettazione
nel circuito Sardex è subordinata, per evidenti motivi, al fatto di poter offrire
beni e servizi interessanti per altri aderenti al circuito.
SEI, viene
richiesto agli aderenti al circuito di avere una partita IVA.
SETTE, sempre più
frequentemente individui in possesso di crediti Sardex li utilizzano anche per
acquisti al dettaglio (per fare la spesa, banalmente).
OTTO, si sta verificando
in modo quasi naturale un’estensione al segmento “consumer”. Chi non ha partita
IVA o comunque non aderisce al circuito, magari perché non ha beni o servizi da
vendere agli altri aderenti, ottiene Sardex come se fossero punti premio di un
supermercato – cioè facendo acquisti in euro da aziende iscritti e ricevendo
sconti, o “punti fedeltà”, in Sardex, che poi utilizza nel circuito.
Stefano commenta: “confrontando
Sardex e CCF, si evidenziano alcune differenze riguardo alla natura dei due
strumenti, oltre al fatto che dietro al CCF c’è l’accettazione fiscale, quindi
lo Stato. Il Sardex è uno strumento microeconomico e serve essenzialmente per
favorire gli scambi, mentre il CCF ha una natura macroeconomica perché fa
entrare in gioco il moltiplicatore keynesiano”.
Questa
considerazione è corretta, ma va anche notato che all’origine di entrambi i
progetti c’è comunque un problema macro: una situazione di sottoutilizzo delle
risorse produttive nell’ambito del sistema economico. Se le risorse fossero
perfettamente e totalmente utilizzate, non ci sarebbe una particolare necessità
né del Sardex né dei CCF.
In un contesto di
domanda depressa, sia il Sardex che il CCF rimettono in modo capacità di spesa
e produzione:
Il CCF, perché è
un titolo con un suo valore autonomo, accettato dalla generalità degli
operatori economici (perché tutti, in un modo o nell’altro, hanno da effettuare
pagamenti fiscali) che viene assegnato gratuitamente a una serie di soggetti e
ne incrementa la capacità di spesa.
Il Sardex, perché equivale
a un affidamento creditizio erogato a soggetti che (1) hanno capacità di
fornire beni e servizi interessanti per gli altri aderenti al circuito, e (2) entrano
in un meccanismo che consente loro di estinguere il debito, tramite, appunto, la
fornitura dei beni e servizi medesimi. Fornitura che sono in grado di
effettuare appunto perché la loro capacità produttiva non è satura.
Qui un recentissimo articolo sull'argomento.
Qui un recentissimo articolo sull'argomento.
Nessun commento:
Posta un commento