mercoledì 18 settembre 2013

CCF: le due domande più frequenti


Perchè i CCF sono un equivalente della moneta, e non costituiscono invece debito

 

I Certificati di Credito Fiscale sono un titolo che lo Stato italiano si impegna ad accettare, a partire dalla scadenza di due anni dopo l’emissione, per onorare qualsiasi impegno finanziario nei confronti della pubblica amministrazione.

 

Quindi: imposte e tasse di qualsiasi natura (sia nazionali che locali), contributi pensionistici e sanitari, multe e sanzioni, corrispettivi per acquisti o concessioni di beni pubblici, eccetera.

 

I CCF sono quindi una forma di moneta con utilizzo differito, e non sono debito, perché esiste da parte della pubblica amministrazione un impegno di accettazione, non un impegno di rimborso.

 

 

 

I CCF però produrranno maggior debito quando giungeranno a scadenza…

 

A parità di condizioni sì, ma a quel punto il PIL italiano avrà conseguito un forte recupero e si saranno quindi prodotti maggiori incassi fiscali, che compenseranno l’effetto di utilizzo dei CCF per pagare imposte e altri oneri dovuti allo Stato.

 

Va anche tenuto conto che i CCF sono utilizzabili dopo un differimento di due anni.

 

Vediamo un esempio numerico molto semplificato, che permette però di capire il meccanismo.

 

PIL italiano 2013: 1.550 miliardi.

CCF emessi: 200 miliardi.

Incremento di PIL: 300 miliardi (l’operazione di sostegno della domanda produce un incremento di PIL più che proporzionale).

Maggior gettito fiscale annuo = 45% del maggior PIL.

 

A parità di altre condizioni, abbiamo la situazione di cui alla tabella che segue. Il debito si riduce fortemente (rispetto al caso di non utilizzo dei CCF) nei primi due anni, poi il vantaggio diminuisce ma il livello di debito totale è comunque sempre più basso.

 

E questo a fronte di un PIL molto più elevato.

 

Anno
 
 
1
2
3
4
5
6
7
8
9
10
11
12
13
14
PIL senza CCF
1.550
1.605
1.661
1.720
1.781
1.844
1.909
1.976
2.046
2.118
2.193
2.270
2.350
2.433
2.519
Crescita reale
1,5%
1,5%
1,5%
1,5%
1,5%
1,5%
1,5%
1,5%
1,5%
1,5%
1,5%
1,5%
1,5%
1,5%
Inflazione
 
 
2,0%
2,0%
2,0%
2,0%
2,0%
2,0%
2,0%
2,0%
2,0%
2,0%
2,0%
2,0%
2,0%
2,0%
Beneficio da CCF
300
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
PIL con CCF
1.915
1.983
2.053
2.125
2.200
2.278
2.358
2.442
2.528
2.617
2.710
2.805
2.904
3.007
Crescita reale
1,5%
1,5%
1,5%
1,5%
1,5%
1,5%
1,5%
1,5%
1,5%
1,5%
1,5%
1,5%
1,5%
1,5%
Inflazione
 
 
2,0%
2,0%
2,0%
2,0%
2,0%
2,0%
2,0%
2,0%
2,0%
2,0%
2,0%
2,0%
2,0%
2,0%
Maggior PIL
 
311
322
333
345
357
369
382
396
410
424
439
455
471
488
Maggiori incassi fiscali
45%
140
145
150
155
161
166
172
178
184
191
198
205
212
219
Effetto utilizzo CCF
-200
-200
-200
-200
-200
-200
-200
-200
-200
-200
-200
-200
Beneficio su debito
 
140
284
234
189
150
116
88
66
51
42
40
44
56
76

 

8 commenti:

  1. Massimo Cuscati: Salve Marco, ma il fatto che l'accettazione è differita non credo che convinca la commissione europea. Se non vado errato è molto simile alla proposta di Mosler per trovare i soldi per L'Aquila e l'hanno bocciata dicendo che si è vero che non crea debito oggi ma comunque va contabilizzato oggi e quindi non va bene.

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    1. La proposta Aquila non è mai stata presentata in modo formale, sostanzialmente è stata insabbiata. In Emilia si sta peraltro attuando una cosa molto simile (senza dirlo...)

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    2. Massimo Cuscati: Quindi secondo lei è stata insabbiata dai vertici economici del PD ?

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    3. Quello che mi risulta è che non c'è MAI stata una proposta formale alla UE, e di conseguenza nemmeno una risposta nel senso proprio del termine.

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    4. Massimo Cuscati: Da quello che ho letto la proposta è arrivata ed hanno risposto picche, comunque cambia poco, il problema è che se davvero hanno bocciato quella mi sa che bocceranno anche questa. Spero abbia ragione lei. Sarebbe un bel precedente che si viene a creare...

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    5. Non formalmente. Il punto però è un altro: se non è stata vista bene la proposta Aquila, evidentemente NON possiamo presupporre che si aprirà un dibattito con la UE sul break-up dell'euro... dobbiamo comunque scegliere una soluzione che l'Italia possa percorrere in autonomia ed essere pronti e decisi ad attuarla. Ciò premesso, che cosa è meno deflagrante e quindi rappresenta una strada più facilmente percorribile, i CCF o il break-up ? il tema è questo e personalmente la risposta mi sembra chiara.

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    6. Massimo Cuscati: Io credo fermamente che qualunque soluzione temporanea (come i CCF), seppur ottima come la sua proposta, sia apprezzabile da un punto di vista tecnico ma nasconda un rischio tacito. Mi spiego meglio. Sappiamo bene che la soluzione alla crisi perdurante sia l'uscita dal sistema euro, e sappiamo anche che si gioverebbe di più di questa soluzione la nazione che per prima (almeno tra le più importanti) decidesse di percorrere questa strada. Ora mettiamo che i CCF vengano approvati ed inizino a circolare e mettiamo che per una serie di eventi, assolutamente possibili oggi, la Francia o la Spagna decidessero di uscire dall'euro. Sarebbe una catastrofe. Ecco perchè le dico che, a mio parere, bisognerebbe spingere di più per un uscita immediata. Non vuole essere una critica ovviamente, solo una considerazione.

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    7. Se adottiamo i CCF ripristiniamo condizioni ottimali per la nostra economia, a prescindere da quello che fanno gli altri paesi. Nessuna catastrofe. Fermo restando che potremmo comunque uscire in seguito, ma in modo non deflagrante - trasformando i CCF da strumento monetario complementare in moneta primaria. A mio modesto avviso, il primo paese che adottasse i CCF (o una soluzione costruita secondo principi analoghi) vedrebbe tutti le altre nazioni attualmente in deficit di competitività rispetto alla Germania (paesi dell'eurozona intendo) imitarla. E il beneficio generale sarebbe ancora maggiore.

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