Allora, vediamo di spiegarla semplice.
L’euro è disfunzionale principalmente perché costringe gli Stati a finanziarsi emettendo debito, senza che esista un istituto di emissione disponibile a garantirlo.
Questo crea, specialmente nelle situazioni di difficoltà economica, il rischio di non riuscire a rifinanziarsi, e quindi genera una possibilità di insolvenza – possibilità inesistente per gli Stati che emettono debito nella loro moneta sovrana.
A ragione o a torto (non rileva al fine di risolvere il problema) non esiste consenso per modificare i trattati e per trasformare la BCE un garante illimitato e incondizionato dei debiti pubblici degli Stati.
Non esiste, d’altra parte, neanche la volontà di convertire tutti i debiti pubblici nazionali dell’Eurozona in debito comune.
La BCE e la UE in effetti, anche forzando l’interpretazione dei trattati, sono intervenuti in passato e interverranno ancora, ma solo nel momento in cui l’alternativa era / sarà il collasso del sistema.
Il collasso è stato evitato, ma il sistema è rimasto instabile e disfunzionale. Si è fatto, sempre, il minimo indispensabile per evitare il crollo, ma niente di più.
La soluzione esiste, ed è tecnicamente molto semplice.
UNO, gli Stati dell’Eurozona concordano un percorso di riduzione, graduale e costante nel tempo, del rapporto tra debito pubblico e PIL, intendendosi debito pubblico I TITOLI CHE COMPORTANO OBBLIGHI DI RIMBORSO.
DUE, la BCE garantisce i debiti pubblici PURCHE’ GLI IMPEGNI DI RIDUZIONE del rapporto con il PIL siano rispettati (e salvo eccezioni concordate a livello UE per gestire situazioni straordinarie: es. crisi finanziaria mondiale 2008, Covid 2020).
TRE, ogni Stato EMETTE LIBERAMENTE MONETA FISCALE, che non è debito e non va inclusa nel debito pubblico nazionale.
Il debito che crea rischio di insolvenza viene ridotto (in proporzione al PIL). Siccome si tratta della passività che può generare instabilità e rischi, diminuirne il peso è interesse di tutti.
La Moneta Fiscale non crea obblighi di rimborso, non produce rischi di default a causa della situazione dei mercati finanziari, ed è lo strumento con cui gli Stati possono condurre le loro politiche di gestione dell’economia.
Casomai, ai principi sopramenzionati si può aggiungere, in coordinamento con la BCE (che da sola non è in grado di garantirlo) un impegno a mantenere l’inflazione, mediamente e tendenzialmente, a livelli stabili e moderati.
Anche l’azione
di fine tuning dell’inflazione è infatti
molto più efficace se la leva fiscale si affianca (anzi agisce in modo
predominante rispetto) a quella monetaria.
Vincenza Scialpi: Vabbè...ma tutto questo a chi lo dice?! A fdi, fi e lega?!
RispondiEliminaLo dico a tutti, poi vediamo chi ascolta.
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