giovedì 19 gennaio 2023

Il punto chiave della riforma MES, e perché va bocciata

 

La riforma del MES peggiora un trattato già di per sé orribile. La modifica principale riguarda la possibilità di utilizzare la capacità d’investimento del MES per intervenire sulla risoluzione delle crisi bancarie.

Il che equivale a dire “tappare buchi di banche in difficoltà”, dove le difficoltà nascono da politiche di affidamento o di investimento imprudenti.

Questa possibilità sarebbe condizionata a buoni parametri di finanza pubblica dello Stato che chiede di accedere al MES per sostenere le sue banche. Non ci vuole un genio per capire che i parametri di finanza pubblica saranno considerati adeguati nel caso (per esempio) della Germania e della Francia, e non nel caso dell’Italia.

In sintesi: se le banche italiane hanno problemi, dovremo come sempre cavarcela da soli. Se le banche tedesche o francesi vanno nei guai, si utilizzeranno soldi (anche) nostri.

Tutto questo per inciso non è un’ipotesi fantasiosa. È già accaduto nel 2011-2, quando siamo stati forzati (per decisione dell’ineffabile Mario Monti, ai tempi non c’era un trattato che disciplinasse il meccanismo) a mettere decine di miliardi per tappare i buchi tedeschi e francesi, presi (principalmente) su finanziamenti erogati in Spagna e in Grecia. Le banche italiane erano al contrario pochissimo esposte.

Totalmente ridicola poi l’affermazione, che pure parecchi commentatori hanno il coraggio di ripetere senza ridersi in faccia da soli allo specchio, che la ratifica deve passare perché “comunque l’utilizzo del MES è improbabile”. L’utilizzo, o è possibile o non lo è. L’Italia sta subendo pressioni dalla UE per ratificare il trattato, il che significa che l’eventualità di utilizzarlo esiste.

E dall’utilizzo del MES (da parte di qualcuno, che potremmo benissimo non essere noi) l’Italia ha solo da perdere.

Non è questione di “picchiare i pugni sul tavolo”. Non è questione di “negoziare qualcosa in cambio”. Non prendiamoci in giro raccontando che ratificando otterremo altro, tipo la revisione del PNRR o un’applicazione morbida della direttiva che punta a rendere green gli immobili.

La prassi UE è quella di imporre cose perché “sono giuste” a loro giudizio. E in contropartita ? nulla. Sono cose fatte per il nostro bene, dicono (e magari qualcuno di loro lo crede anche).

Questa prassi non è accettabile. Le proposte di riforma che vanno contro i nostri interessi vanno respinte. Punto.

 

5 commenti:

  1. Lei ha perfettamente ragione in linea di ragionamento, come spesso ho scritto in passato.
    In linea pratica, purtroppo alla fine ratificheremo il MES come è stato con qualsiasi altra cosa a noi dannosa che ci è stata "proposta" in passato.

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  2. Giovanni Albin: Claudio Borghi sostiene anche che la sola approvazione della riforma mes (senza utilizzarlo) farebbe schizzare gli interessi sui tds futuri perché i mercati li considererebbero più a rischio di prima della riforma...cosa ne pensi?

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    1. E' possibile, e non c'è nessuna ragione per prendersi questo rischio.

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