mercoledì 29 novembre 2017

Che senso ha tenere una casa a zero gradi ?


“Nonostante la crisi, Pinco Pallino ce l’ha fatta e l’azienda xyz va a gonfie vele”. Quante volte avete letto o ascoltato considerazioni di questo genere sulla stampa “paludata” (il quartetto Corriere – Repubblica – Stampa – Sole) o sui telegiornali Rai ?

L’implicazione naturalmente è che la crisi non rende impossibile lavorare bene e trovare soddisfazioni dalla propria attività. E il messaggio sottilmente connesso è: non si lamenti chi non ce la fa, le opportunità esistono sempre, se avete problemi in fondo è colpa vostra.

Il punto, tuttavia, è che si sta mantenendo il sistema economico in situazione di carenza artificiale per quanto attiene alla diffusione del potere d’acquisto – in altri termini, si stanno contingentando senza necessità domanda, produzione e occupazione.

Certo, anche così qualcuno se la cava comunque discretamente. Ma è una situazione sensata, o accettabile ?

Immaginiamo una casa che si decide di non riscaldare – non perché non sia possibile, o troppo costoso, farlo. Semplicemente non lo si vuole. Così la temperatura (all’interno della casa) rimane costantemente a zero gradi per tutto l’inverno.

In quella casa abitano un baldo e atletico ventenne, un bambino e un anziano.

Il ventenne si infila tre golf uno sopra l’altro e tutto sommato non sta particolarmente male. Non è il massimo della comodità, ma il freddo non lo sente, o comunque è sopportabile.

Il bambino e l’anziano si ammalano. O peggio.

Certo, si può affermare che “chi aveva le capacità ce l’ha fatta comunque”, o che il bambino e l’anziano non avrebbero sofferto il freddo così tanto, se fossero stati anche loro ventenni in buona salute. E l’affermazione è vera, nel senso letterale del termine.

Ma che senso ha ?

Quello che non si spiega è perché si è deciso di lasciare la casa al freddo. Perché la spiegazione non c’è – o è così vergognosa da rendere inaccettabile metterla in evidenza

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