mercoledì 13 febbraio 2019

Krugman, il debito pubblico e i fraintendimenti sulla MMT


Negli USA, si sta parlando con sempre maggiore frequenza di applicare i concetti della Modern Monetary Theory (MMT) alla politica economica.

Sembrava inverosimile pochi anni fa, non lo è più oggi: c’è la possibilità che accada se le elezioni del 2020 porteranno un democratico progressista alla Casa Bianca, spalleggiato da solide maggioranze alla Camera e al Senato. Non è – per il momento - uno scenario ad altissima probabilità, beninteso. Ma il crescente seguito di astri nascenti del quadro politico statunitense quali Alexandria Ocasio-Cortez ne aumenta le possibilità.

Paul Krugman ha quindi dedicato un paio di articoli del suo blog alla MMT e a una teoria economica dai contenuti fortemente analoghi, la finanza funzionale di Abba Lerner (vedi qui e qui). Ma pur dichiarandosi egli stesso democratico e progressista, Krugman continua a essere scettico su alcuni elementi di queste teorie.

Ancora una volta, però, mi sembra che il buon Paul perda di vista un tema fondamentale.

Il punto chiave delle sue argomentazioni è il seguente: l’impianto Lerner / MMT presuppone che qualsiasi livello di deficit e di debito pubblico possa essere finanziato se lo Stato si indebita nella moneta che egli stesso emette. Naturalmente se il deficit raggiunge livelli tali da immettere troppo potere d’acquisto nell’economia si crea un eccesso di inflazione. Ma non ci sono rischi di insolvenza.

La critica di Krugman è che se il livello di debito implica un tasso d’interesse (affinché il debito sia finanziato) superiore al tasso di crescita sostenibile dell’economia, si verifica un effetto “palla di neve” che manda il debito fuori controllo.

E’ un argomentazione debole e, quantomeno, incompleta. Eppure Krugman conosce bene la situazione del Giappone, dove un debito pubblico di oltre il 200% del PIL non crea alcun problema né all’inflazione né ai tassi d’interesse – che si mantengono da lustri e lustri intorno allo zero.

In Giappone, il deficit pubblico è, in buona sostanza, finanziato da acquisti di titoli effettuati dalla Bank of Japan: in altri termini, monetizzato.

Detto altrimenti, supporre che il livello del debito pubblico influenzi i tassi d’interesse implica che il debito debba essere collocato sul mercato dei capitali. Se interviene la Banca Centrale a finanziarlo, o - per essere ancora più semplici – se lo Stato emette direttamente moneta, il problema degli interessi da pagare scompare.

Rimane quello dell’inflazione, se si immette troppo potere d’acquisto nel sistema. Ma questo, appunto, Lerner e gli autori MMT lo affermano con totale chiarezza.

Se c’è un motivo teorico per cui la monetizzazione del debito pubblico sia di per sé (cioè a prescindere dalle dimensioni in cui viene effettuata) una via inagibile, Krugman non lo dice. E io non vedo quale possa essere.

Certo, il debito pubblico svolge funzioni utili, prima fra tutte la possibilità di offrire ai propri cittadini un servizio di gestione del risparmio. Ma questo non implica di dover “collocare debito” sul mercato. Si tratta solo di offrire la protezione dall’inflazione (per le scadenze brevi) o qualcosa di più (un punto o due per le scadenze medie e lunghe) ai risparmiatori che desiderano una “custodia sicura” per il proprio patrimonio.

Tutto questo non produce alcun effetto “palla di neve” né alcuna insostenibilità del “debito” (che bisognerebbe cominciare a chiamare con altri nomi…).

La domanda da porre a Krugman in altri termini è: perché uno Stato emittente della propria moneta dovrebbe preoccuparsi degli interessi che paga (nella moneta stessa) ? Può non pagarli, oppure può mantenerli a livelli pari all'inflazione - (quindi zero in termini reali, e di conseguenza al di sotto della crescita reale del PIL: niente "palle di neve", appunto).

Non ho dubbi che parecchi lettori solleciteranno Krugman a confrontarsi su questo argomento. Attendo con curiosità la sua risposta.


51 commenti:

  1. Sono d’accordo. poiché un debito gestito direttamente dallo stato e non offerto pericolosamente ai mercati finanziari rimane sempre comunque sotto controllo ed è impossibile che la situazione Precipiti generando effetti indesiderati.

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    1. Salvo il rischio d'inflazione. Ma quello è una conseguenza dell'eccesso di domanda, non di debito in quanto tale.

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  2. Sempre più convinto che gente come Krugman sia in discreta malafede. Ovvio difendono cattedre e privilegi di carriera personali, se difendono il sistema

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    1. Nel caso di Krugman il beneficio del dubbio (che sia in buonafede) lo darei, però. E' un premio Nobel, non ha più bisogno di privilegi e cattedre. Penso che sia, semplicemente, troppo legato a schemi di pensiero consolidati, per accettare facilmente opinioni e linee di ragionamento eterodosse.

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  3. La MMT parte proprio dall'osservazione che la moneta moderna è un monopolio di chi la emette (in genere la banca centrale) ed è un bene di necessità assoluta perché sei obbligato a pagarci le tasse. In quanto monopolista può scegliere il prezzo e non deve subire il prezzo di mercato.

    Per quanto riguarda l'inflazione, bisogna capire che è influenzata dalla massa ma anche dalla velocità monetaria. Per non so quale motivo sembra che nella testa di molti la velocità sia un fattore trascurabile. La relazione fondamentale che li lega ai prezzi è MV = PQ.
    Se emetti direttamente moneta fai aumentare M; se invece emetti un bond, stai trasferendo moneta da un risparmiatore allo stato, di conseguenza fai aumentare V. (Il risparmiatore non aveva intenzione di spendere e quindi quella massa aveva velocità 0; lo stato invece tende a metterla in circolo con velocità maggiore di 0).

    Il risultato è che in ogni caso aumenta MV e quindi anche PQ (poi di quanto aumenti P o Q dipende dall'economia reale). Il punto fondamentale è che fra emettere moneta ed emettere un bond a tasso 0 non c'è praticamente differenza.
    L'opinione diffusa sembra invece essere che emettere bond non fa aumentare l'inflazione, o comunque per qualche oscuro motivo la contiene molto di più, mentre emettere moneta ti fa diventare immediatamente lo Zimbabwe.

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    1. Sembra essere questa tra gli economisti "mainstream" effettivamente, ma non l'ho mai sentita motivare in modo sensato… e neanche insensato, in realtà. Pare un "dogma implicito" che neanche si cita perché lo si dà per ovvio. Invece non è ovvio e in effetti non è nemmeno vero.

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    2. Perchè moneta e debito sono due claims differenti. M1 è potere d'acquisto su ricchezza corrente, il debito su ricchezza futura. Equilibrio intertemporale. In secondo luogo l'emissione di moneta in mano al governo crea moral hazard politico. In terms luogo in un'economia siffatta i driver del mark-up (profitto) sono sempre più determinati dalle politiche pubbliche

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    3. Moral hazard politico ? se esiste, prescinde completamente dell'emettere moneta o debito. M1 potere d'acquisto su ricchezza corrente, debito su ricchezza futura ? sarebbe vero se il debito non potesse essere ceduto in qualsiasi momento contro moneta: ma invece può esserlo...

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    4. Si, e passa di mano...prima lo avevo io...ora lo ha lei, dopo avermi pagato il suo cash. Il Giappione non ha cancellato un bond, curiosamente...monetizzerebbe solo se il QE fosse infinito o se cancellasse il debito vs moneta. Oggi potrebbe tranquillamente fare politiche restrittive con operazioni di mercato aperto, ove ne avesse necessità. Monetizzando no. Il moral hazard non prescinde affatto dalla differenza tra avere potere di battered moneta danza limiti rispetto all'emettere debito. In MMT si sopprime il concetto di costo opportunità. In tutta franchezza non mi pare nulla di nuovo. Expropriation economics based on tautological accounting, dal pinto di vista liberale. Effetto spiazzamento, nullo o irrilevante, aspettative, nulle o irrilevanti. È la cara view eterodossa (sraffa, circuito di graziani etc.). Faccio fatica a coglierne gli effetti rivoluzionari, onestamente. Poi tutto si può fare, con il consenso politico. Ma non mi paiono territori inesplorati, eco.

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    5. "Passa di mano", sì: la il punto è che il debito è già ricchezza PRESENTE per chi lo possiede, non ricchezza futura. Se no nessuno accetterebbe di comprarlo in cambio di moneta.

      Il Giappone non ha mai cancellato un bond, ma finché non li ricolloca, è come se lo fossero. E se li avesse cancellati, emetterne fisicamente di nuovi è l'ultimo dei problemi.

      Come tutte le cose vere, la MMT quando la si capisce appare ovvia e non rivoluzionaria, certo. Ma guarda un po', anche un Premio Nobel come Krugman ha difficoltà a penetrarne certi aspetti chiave...

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    6. No, se lei va in un concessionario Fiat per compare una Panda (rigorosamente 1000 😀) e paga cash, con assegno o bonifico (M1) gliela danno, se porta un BTP di pari valore no. Sul Giappone mi sembra d'accordo con me, il QE è monetizzazione solo se infinito, altrimenti no, sopprime i tassi pro-tempore (per quanto lungo sia il periodo). Su Krugman, lungi da me interpretare il pensiero di un Nobel, ma se dovessi provare a dire la mia la metterei giù così: secondo me si rende conto che le implicazioni ultime del framework portano ad un'economia di stampo socialista (a meno che non si parli di interventi pro-tempore in condizioni particolari....crisi etc.). Per un neo-keynesiano liberal non penso sia un passaggio banale. Ma magari sbaglio e lui non capisce la rivoluzione 😀

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    7. Attenzione che l'ipotesi che facevo io nel post originale è che la banca centrale fissa il prezzo, cioè ad esempio un bond con valore nominale 100 lo compra sempre a 100. In questo caso moneta e debito sono virtualmente la stessa cosa: se hai un bond lo puoi convertire in moneta (o viceversa) in qualsiasi momento e non hai nessun rischio.

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    8. Ho capito dottor Cattaneo, il punto è proprio l'equivalenza moneta-debito...così facendo potrebbe emettere solo moneta no? E torniamo all'economia di espropriazione (privata). Eliminiamo il costo opportunità per la spesa pubblica, effetto spiazzamento, soppressione dei risk premia.. tutto bellissimo e puntiamo alla piena occupazione non inflazionistica....con i soviet però. Ancora siamo ai pasti gratis. Non funziona. Cmq...good luck

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    9. Risposte per Unknown:

      "Se lei va in un concessionario Fiat per compare e paga cash, con assegno o bonifico (M1) gliela danno, se porta un BTP di pari valore no". Solo per praticità. Io ho gestito più di una transazione immobiliare o azionaria regolata in titoli di Stato.

      "Sul Giappone mi sembra d'accordo con me, il QE è monetizzazione solo se infinito": no, non lo sono. Quando la Banca Centrale acquista i titoli, monetizza, così come quando un'azienda compra azioni proprie, ne riduce a tutti gli effetti sostanziali il numero (anche se non le annulla).

      "Il punto è proprio l'equivalenza moneta-debito...così facendo potrebbe emettere solo moneta no?": infatti si potrebbe, e non è un'espropriazione. Né si genera spiazzamento se si mettono al lavoro risorse fisiche (persone e impianti) altrimenti inoperose.

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    10. 1) può farlo se il venditore accetta (in teoria può page con qualunque cosa, anche con lingotti o diamanti), ma non è obbligato. La moneta corrente deve accettarla (facciamo che paghi le tasse anzichè comprare la Panda?).
      2) finchè non cancella i titoli, non è affatto equivalente. Sono congelati, ma potrebbe rivenderli (provi ad annuciare un buy back danza annullamento, e poi mi dica qual è la reazione del mercato)
      3) il finanziamento monetario del deficit ha un qualche senso in fase di depressione, in situazioni ordinarie e ricorrenti spiazza ed espropria eccome.
      Può farlo tranquillamente, ma è socialismo (per lei è ok magari eh, basta soltanto dirselo, nulla di male).

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    11. (1) E infatti anche i lingotti e i diamanti hanno valore: oggi, non domani (2) i buyback si fanno pressoché sempre senza annullamento (3) ha molto senso se esiste output gap, certo. Che è appunto la situazione odierna. Comunque un po' di deficit serve anche in anni normali (vedi il post dell'1.1.2018) e si può benissimo finanziarlo con moneta.

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    12. Scusi, ogni asset ha un valore, ma il venditore non è obbligato ad accettarlo, la moneta si (o sbaglio?). È un claim forzoso. Il barista non può rifiutare 1€ quale corrispettivo per un caffè, se va con una biro o una mela si.
      I BB sono tutti con annullamento, altrimenti non sono una restituzione di capitale, ma un trade finanziario.
      Sull'output gap credo sappia meglio di me quali sono le difficoltà nel determinarlo (letteratura e polemiche infinite), non credo riusciremo in un post a sbrogliare la matassa (Nairu, Cobb-Douglas, quali filtri etc.) e non vorrei annoiare nė lei nė chi legge, ma il tema è: una cosa è usare il deficit (se ne discute da un secolo, anche qui temo che discutendone io e lei stasera difficilmente risolveremmo la questione 😀), altro è assumere che moneta e debito siano equivalenti, che posso finanziare quanto voglio senza limiti, salvo innalzare le tasse in surriscaldamento (MMT). Io la vedo come un'economia pubblica ipertrofica, pianificata, decisore politico con potere enorme. Ripeto, mi sembra socialismo. Anche qui, ognuno libero di vederla a modo suo, ma personalmente non mi pare un'opzione attraente. Cmq grazie per lo scambio di opinioni. Sempre interessante.

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    13. Boh io faccio fatica a capire le argomentazioni. Che c'entra il socialismo? Se uno stato vuole spendere per costruire un ospedale cosa cambia se lo fa emettendo moneta o emettendo bond? L'effetto sull'economia reale è esattamente lo stesso, l'impresa che viene pagata per costruire l'ospedale manco lo sa come sono stati creati i soldi.
      Idem se decide di abbassare le tasse. Che cambia se lo fa con moneta o bond? Il risultato è comunque in generale un'espansione del settore privato. Chi verrebbe "espropriato" in questo caso?
      Uno potrebbe tranquillamente avere uno stato in cui il settore pubblico è ridotto al minimo e finanziare eventuali deficit emettendo moneta.

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    14. Il punto ė che il titolo di debito ė un claim su risultati futuri, per questo dà un rendimento, che prezza il rischio, servito dai flussi di cassa che si genereranno, ed ha infatti un valore attuale che varia in funzione del rischio atteso (lo stesso per un'azione no?). Se lei finanzia gli investimenti stampando moneta ad nutum immette nel sistema potere d'acquisto corrente (vedi sopra). Ė il "creare dal nulla" il problema....si può creare moneta, non ricchezza...se elimina il mercato che prezza l'NPV dei flussi futuri (il motivo per cui esiste la finanza, privata o pubblica) mette in mano al decisore pubblico uno strumento molto pericoloso (sul quale dobbiamo fare affidamento), senza costo opportunità. Lei veramente non vede nessun rischio inflazionistico nè di moral hazard, nė di crowding out in un framework del genere?

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    15. Di sicuro l'evidenza storica recente dimostra solo che lo strumento è diventato pericoloso quando è stato lasciato in mano al decisore privato cioè ai mercati: non si tratta affatto di dividere sempre troppo nettamente tra socialismo e antisocialismo in economia, si tratta semplicemente di trovare la giusta via di mezzo guidata semplicemente dal buon senso.

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    16. Guardi, su questo sono d'accordo con lei, tanto che, come dicevo sopra, non ho preclusioni ad un'ipotesi di finanziamento in deficit, anche finanziato da moneta, in situazioni di profonda crisi. Gli assunti della MMT mi paiono invece mirare ad un "cambio di paradigma" stabile dei meccanismi di funzionamento della famosa "economia monetaria di produzione". In altri termini, una cosa il contingente, altro sarebbe mutare la morfologia del sistema economico. Solo la mia posizione, chiaramente. L'equilibrio "perfetto" ė difficilmente determinabile, ma va ricercato di continuo. Possiamo dire che il framework MMT mi pare molto poco equilibrato? (di qui i miei statements su rischio espropriazione, sistema socialista etc.)

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    17. Per dire, abbiamo avuto anni di tassi reali piatti o negativi, ma purtroppo abbiamo fatto spesa corrente e non investimenti. Tali investimenti avrebbero potuto essere scorporati dal patto di stabilità, sotto certe condizioni? Alcuni meccanismi di funzionamento dell'€ possono essere messi in discussione? (ritengo di si). Ma qui entreremmo in un discorso anche politico e si aprirebbe tutta un'altra storia. Mi preme soltanto sincerarmi che abbia compreso le mie perplessità sul funzionamento del mondo MMT, tema del dibattito. Spesso troppo superficiale o teso all'aggressività. La ringrazio del suo tempo e vado a nanna. Ė stato un piacere. Se ritiene possiamo continuare nei prossimi giorni. Buona notte. Mi stia bene.

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    18. Unknown:

      "Ogni asset ha un valore, ma il venditore non è obbligato ad accettarlo, la moneta si (o sbaglio?)": questo è il profilo giuridico, in pratica è solo per motivi di comodità che le transazioni si regolano in moneta e non anche in BOT. Ai BOT il mercato attribuisce un valore - oggi, non quando scadranno.

      "Per dire, abbiamo avuto anni di tassi reali piatti o negativi, ma purtroppo abbiamo fatto spesa corrente e non investimenti": il problema non è stato questo, è non aver fatto un deficit sufficiente a far rientrare l'output gap - che era ed è enorme, questo è indubbio al di là delle incertezze di misurazione (vedi post del 9.6.2016).

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    19. Il mercato attribuisce un valore ad ogni cosa, ma non tutto ė moneta. Non comprendere il ruolo del valore legale nelle transazioni (il corso forzoso) e derubricarlo a "comodità" significa alterare le basi di funzionamento dell'economia monetaria. Moneta e debito NON sono la stessa cosa. Oggettivamente, non è un'opinione. L'artificio MMT di assimilarli è alla base della sua fallacia. Scardina la pietra angolare della teoria della finanza (il costo opportunità), riportando così in mano al decisore pubblico le scelte intertemporali di agenti in competizione nell'allocazione di risorse scarse. Per questo non funziona.

      Collegato a questo il tema del deficit. La visione da mera tautologia contabile per cui esso è sempre il contraltare del risparmio privato (in un'economia chiusa) non prende in considerazione l'effetto compisizione (che non è neutrale su redditi privati, consumi e investimenti) e le aspettative (il livello di debito e la sua sostenibilità nel tempo sono gli elementi da considerare). Non capisco come si possa trascurare l'aspetto dinamico, intertemporale. Chiunque, a qualunque titolo, basa le proprie assunzioni sul concetto del pasto gratis, è destinato a fallire.

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    20. Nessuno dice che moneta e debito sono la stessa cosa. L'affermazione è che il debito di qualcuno è il credito di qualcun altro, e ha un valore. Oggi, non nel futuro (quindi il vincolo intertemporale non è il tema). Se poi il "debito" è emesso da chi possiede la macchina da stampa, distinguerlo agli effetti pratici dalla moneta è, appunto, un tema molto più di forma che di sostanza…


      Quanto al "pasto gratis", non c'entra: le politiche di espansione della domanda funzionano quando rimettono in funzione risorse produttive altrimenti inattive. Nessun pasto gratis e nessun albero degli zecchini d'oro. Vedi il post del 26.9.2016.

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    21. Che il debito di qualcuno sia il credito di qualcun altro è una tautologia, l'ennesima a cui ci si aggrappa, come se il prezzo dell'asset rispetto alle attese future di flussi in grado di sostenerlo non rilevasse. L'acquistarlo con la printing press altera il suo prezzo, eccome se ha un valore sulla dinamica intertemporale. È proprio qui la discussione, io stampo e sopprimo il rischio intertemporale. Ho una notizia, non è possibile...prima o poi, da qualche parte, la realtà torna a bussare (inflazione, cambio...).

      Sul deficit che rimette in funzione....di nuovo, in condizioni limite ci siamo...(keynes)...ma non è quello che mosler, wray e truppe sostengono....deficit finanziato con la stampante a piena occupazione costante....qui non è one-off o contingent based rispetto a particolari condizioni di ciclo, ma "creo" il mio equilibrio perchè ho il potere di emettere moneta. JM li avrebbe presi a calci....fosse solo così semplice, sarebbe un mondo meraviglioso....

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    22. Da Marco Cattaneo: ma “la realta’ torna a bussare sotto forma d’inflazione” solo se le politiche di espansione della domanda vengono attuare IN ASSENZA di un rilevante output gap. Che non è affatto quello che Mosler, Wray, per quello che vale io, raccomandiamo. Se lei la pensa diversamente, è perché della MMT ha letto solo qualche resoconto distorto. Fermo restando che qualche punto di deficit BISOGNA mediamente averlo, per le ragioni di cui al post dell’1.1.2018.

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    23. L'inflazione è uno dei rischi, che si fermerebbe aumentando le imposte nel momento esatto di chiusura Dell'output gap 😀.....good luck. Soppressione dei rischi, moral hazard e private crowding out sono altri, trascurabili dettagli. Le assicuro che ho letto mosler e wray direttamente....nessun resoconto...sono abituato a confrontarmi con il pensiero originale (pensi, ho letto anche il testo suo e di zibordi). Forse non l'ho compreso appieno? Possibile, sarei in buona compagnia a quanto sembra 😀

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    24. Marco Cattaneo: Dire che oggi, con i livelli di sottoccupazione e disoccupazione attuale, non ci sia output gap è un po’ arduo ! E finché non si riassorbe l’output gap non c’è crowding out. Quanto a Mosler e Wray, mi cita verbatim dove mai avrebbe detto che stampare senza limiti è la soluzione di tutto ?

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    25. Ho scritto che il limite è l'inflazione, dall'assorbimento del mitico output gap in su (se lei ha un numero preciso in mente di OG e di Nairu me lo dia, cortesemente, perchè io tanto in letteratura quanto nelle comunicazioni dei policy makers sento e leggo la qualunque). Mentre metto al lavoro spesa pubblica finanziata da moneta, mmt, di nuovo, non si cura di aspettative, intertemporal arbitrage, possibile moral hazard etc. By-passa il mercato....è una soluzione? Forse...a me pare uno scenario plumbeo, dove guida il policy-maker. Sbaglierò eh...ma ho imparato che soltanto il sudore della fronte e la competizione per la gestione efficiente di risorse scarse crea valore economico (ex beni pubblici, sui quali si potrebbe aprire un'altra discussione).

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    26. Gestione efficiente delle risorse non vuole dire scarsità artificiale di mezzi di pagamento in circolazione (che hanno costo di produzione zero) in condizioni di trappola della liquidità ! Quanto "al numero preciso per l'output gap", mi autocito: "Se vedo una persona alta 1,80 che pesa 40 kg, non ho bisogno di sapere se il suo peso ideale, in condizioni fisiche perfette, è 73, 76, o 80. Quello che è certo è che ORA è sottoalimentata, e gli devo dar da mangiare di più".

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    27. Ok, quindi facciamo la politica economica a occhio (per carità, è un modo come un altro 😀). Sulla scarsità di mezzi di pagamento....spero sia una battuta....nel 29-30 certo...oggi mi pare che l'unica cosa che non manchi sia la liquidità nel sistema. I problemi sono altri. Le banche hanno il moltplicatore monetario collassato per cet1 necessario associato a macro debole e poca capital generation. Gli investimenti pubblici a tassi zero avremmo dovuto farli nel 2008-2011, soprattutto

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    28. "Quindi facciamo la politica economica a occhio": qual è l'alternativa ? dobbiamo andare da Milano a Torino ma restiamo fermi perché non sappiamo esattamente come sarà il traffico e quindi se impiegheremo 55 minuti o 1 ora e 20 ?

      "L'unica cosa che non manchi sia la liquidità nel sistema. I problemi sono altri. Le banche hanno il moltiplicatore monetario collassato": lei ha detto una cosa e l'ha smentita nella riga successiva. Buona la seconda :)

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    29. Ahahahahahah su Cattaneo, non faccia i giochini....ha capito benissimo, torniamo a QE vs monetizzazione?

      Guardi, su OG e nairu, che ci sia difficoltà di stima mi pare pacifico, lavorare senza un framework pericoloso. Spero non credo sia veramente la sua idea di governance di un Paese: do le chiavi della stampante ai politici, che fanno un pò così, a sensazione....alla come viene. Devo preoccuparmi?!? 😀

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    30. Adesso gliele abbiamo tolte di mano: non mi pare che ci sia da essere contenti dei risultati. Per il resto tutto quello che ho detto mi pare chiarissimo….

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    31. Ma è molto chiaro infatti. Semplicemente non condivido.
      Come non sono d'accordo sull'opportunità di ridargli la printing press.
      Ma tant'è, rimaniamo della nostra idea, come è giusto che sia

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  4. La cosa pazzesca è che da noi quelli che dovrebbero rappresentare la sinistra hanno le stesse opinioni dei repubblicani più estremi tipo Ron Paul, ci manca solo che propongano di tornare al sistema aureo e fanno bingo.
    Comunque è molto probabile che vinca di nuovo Trump, i candidati democratici sono troppo deboli e la stessa Ocasio-Cortez non si può candidare per limiti d'età. Che poi lo stesso Trump sta portando avanti una politica espansiva decente: nel 2018 hanno sfiorato il 4% di deficit e nel 2019 dovrebbe aumentare ancora di più.

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    1. Questo è vero. Di sicuro in economia Trump è molto più a sinistra del PD...

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  5. Ho visto un video di Lucio Caracciolo dove dice che il mercato del Sud (per il Nord) vale 3 volte le esportazioni del Nord verso l'estero. Ma è vero ?

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    1. Mi sembra un dato sballato. Facendo terminare il Nord all'Emilia Romagna, sono 900 mld di PIL e credo circa 300 di export. Il resto d'Italia ne fa 800 (totale PIL Italia 1.700) quindi dovrebbe importare dal Nord più del suo intero PIL. Impossibile, a occhio e croce.

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  6. Il ccf è uno strumento finanziario scambiabile nel mercato finanz. che funge anche da moneta nell'economia reale giusto? La caratteristica di strum. finanz. lo distingue da altri progetti come il Sire giusto ? Questa caratteristica è vitale perché riparta e si recuperi la domanda aggregata ?

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    1. Esatto. In realtà però il SIRE ha, da questo punto di vista, le stesse caratteristiche. La differenza è che non è (non sarebbe) un titolo, ma una piattaforma elettronica di scambio.

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  7. Ho visto un tweet di Crosetto in cui dice che da quello che legge si va dritti dritti verso il federalismo: però non ho capito una cosa... il federalismo di per sé impone comunque una redistribuzione come Usa Svizzera e Germania o no ? Qua invece pare che nemmeno ci sarà la redistribuzione fiscale. Allora è secessione non federalismo. Che ne pensa ?

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    1. Non la impone, ma è perfettamente compatibile con la redistribuzione. Ma anche su quanto sta avvenendo attualmente con le autonomie di Lombardia, Veneto ed Emilia-Romagna, mi pare che si stia saltando a conclusioni sbagliate, o quantomeno incoerenti con quanto dicono gli esponenti del governo e in particolare della Lega. Si dovrebbe trattare di spostare una serie di competenze dallo Stato alle regioni, ma con trasferimenti netti invariati. Questo appunto sarebbe federalismo, non secessione.

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    2. Ma la Costituzione non parla di Repubblica Federale. Ovvio che se la Corte lo avvalla e i cittadini lo accettano sarà così

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    3. Di autonomie regionali, tuttavia, sì.

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  8. Approfitto della sua cortese disponibilità e chiarezza espositiva per chiederle dott. Cattaneo, da neofita in materia, una delucidazione su un punto da voi toccato nell'interessante scambio di vedute:

    "Il punto fondamentale è che fra emettere moneta ed emettere un bond a tasso 0 non c'è praticamente differenza. L'opinione diffusa sembra invece essere che emettere bond non fa aumentare l'inflazione, o comunque per qualche oscuro motivo la contiene molto di più"
    "Sembra essere questa tra gli economisti "mainstream" effettivamente, ma non l'ho mai sentita motivare in modo sensato… e neanche insensato, in realtà. Pare un "dogma implicito" che neanche si cita perché lo si dà per ovvio. Invece non è ovvio e in effetti non è nemmeno vero."

    Io sul tema qualche tentativo di motivare tale 'dogma implicito' credo di averlo sentito e letto (non so valutare se sia sensato o meno e per questo avrei curiosità a sottoporlo al suo giudizio). Può o meno l'argomentazione si può riassumere così: emmettere in maniera diretta moneta equivale a creare potere d’acquisto senza alcun rapporto con la crescita effettiva del valore economico degli scambi, mentre l'emissione di moneta a debito commisura la creazione di potere d'acquisto alla disponibilità effettiva di beni e di servizi.
    La moneta emessa direttamente è di fatto un oggetto di proprietà: un puro asset senza liabilities, un attivo senza passivi, un credito senza debitori. Una «ricchezza assoluta» che potrebbe però rivelarsi assolutamente illusoria nel momento in cui nessuno fosse più disposto a riconoscerle valore. L'emissione di un bond garantisce al contrario l'associazione di ogni credito a un debito, di ogni posta attiva a una posta passiva corrispondente, conferendo valore all'emissione a prescindere dalla fiducia e dalla disponibilità dei soggetti nel riconoscergli valore.

    E' tutto molto contorto e sfuggente, io confesso di non riuscire a capire fino in fondo queste argomentazioni. Anche io trovo molto più intuitive e quasi ovvie, come anche lei dice ("Come tutte le cose vere, la MMT quando la si capisce appare ovvia e non rivoluzionaria, certo. Ma guarda un po', anche un Premio Nobel come Krugman ha difficoltà a penetrarne certi aspetti chiave") le argomentazioni della MMT. Ma allo stesso tempo faccio fatica a credere che il mondo intero sia ostaggio di un equivoco concettuale gigantesco. Spero lei mi possa aiutare a far chiarezza.

    Con sincera stima

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    1. Ho sentito più volte esporre l'argomentazione che lei riporta, ma non la ritengo fondata. L'emissione di moneta crea valore se stimola produzione di beni e servizi in misura corrispondente. Altrimenti produce solo inflazione. Al momento dell'emissione, tra l'altro, quella che entra nel sistema economico è, appunto, moneta (sotto forma di maggiori spese pubbliche o di minori tasse), non titoli di Stato. L'emissione dei titoli, che vengono offerti a chi, trovandosi più moneta in mano, in parte la risparmia ed è interessato ad una forma di impiego del risparmio stesso, è un evento indipendente. Mi sfugge completamente perché se si verifica l'emissione di titoli si dovrebbe avere una creazione di valore, mentre altrimenti no.

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    2. Grazie mille. Mi rincuora sentire che non sono solo io a non riuscire a cogliere il senso di tutto ciò.
      Peraltro verrebbe da dire che quando si fa riferimento alla fiducia ed alla disponibilità dei soggetti nel riconoscere valore alla moneta, essa debba sussistere anche in caso di emissione di bond (che sempre un "pezzo di carta" è). Tutti i sistemi fiat sono intrinsecamente basasti sulla fiducia nell'istituzione, vista l'assenza di un asset collaterale reale a garanzia come era ai tempi del sistema aureo.

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    3. Esatto. Tema da approfondire comunque. Me lo riprometto, in uno dei prossimi post.

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    4. Benissimo, leggerò con interesse.

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