lunedì 10 agosto 2020

La fiducia di Piller


Il simpatico Tobias Piller, corrispondente in Italia della Frankfurter Allgemeine Zeitung e ospite ricorrente di vari talk-show televisivi, non perde occasione di deliziarci con perle di saggezza e buoni consigli riguardo a quanto, cosa e come dovrebbe fare l’Italia.

Naturalmente è straconvinto che l’euro non abbia niente a che fare con i problemi dell’economia italiana e in merito a questa sua strampalata affermazione possiamo essere minimamente comprensivi, perché se la pensasse diversamente dovrebbe anche ammettere che l’euro ha molto a che fare con il successo dell’economia tedesca.

Una sua frase tipica, di solito pronunciata con la, diciamo così, “schiettezza” che contraddistingue molti (non tutti) i suoi connazionali, è che “in Germania non ci si fida per niente dell’Italia”.

Se è vero – e almeno in parte senz’altro lo è – ne deriva però una conseguenza che, temo, Piller non vorrà riconoscere, ma che non vedo come si possa confutare.

L’euro, si dice, “is here to stay”, è una costruzione sempiterna, è più indissolubile di un matrimonio cattolico (non ammette nemmeno una Sacra Rota che lo possa annullare).

Ma a voi che impressione fa un matrimonio in cui uno dei coniugi dichiara apertamente che non si fida per niente dell’altro (e sinceramente penso che sia anche vero il viceversa: tutta questa fiducia italiana nei confronti della Germania non la vedo, e del resto non mi sentirei, anzi non mi sento, di provarla io stesso) ?

Come vi sembra, dicevo ? un inferno ? una disgrazia ? un mare di guai ?

Effettivamente, entrare nell’eurosistema per l’Italia è stato tutte queste cose. E continua a esserlo.

2 commenti: