domenica 22 maggio 2022

Mitigare l’inflazione riducendo le imposte indirette

 

L’incremento dell’inflazione che stiamo subendo da circa un anno ha come origine il problematico riavvio delle catene di fornitura, al termine dei vari Covid-lockdowns. Problema aggravato poi dalla crisi ucraina e dalla conseguente crescita di prezzo di gas, petrolio, cereali, materie prime eccetera.

Ho detto varie volte che la strategia corretta per affrontare il problema non è una forte risalita dei tassi d’interesse. È invece la riduzione degli oneri accessori di natura fiscale sui beni di prima necessità che sono saliti di prezzo. IVA, accise, oneri di sistema sui prodotti energetici, eccetera.

Chiarisco qui di seguito alcuni aspetti macroeconomici di questo approccio.

Alla mia proposta, si potrebbe obiettare che la riduzione (con incremento di deficit pubblico) delle imposte indirette equivale comunque a immettere nel sistema economico più potere d’acquisto. Non c’è quindi il rischio che l’effetto finale sia ulteriormente inflattivo ?

La risposta è che non lo è se la riduzione di imposte indirette è rivolta a generi di prima necessità o comunque a domanda rigida. Se aumentano di prezzo pane, latte, gas o benzina, i consumi totali non possono ridursi un granché. L’effetto è invece di mettere in grave difficoltà le fasce sociali economicamente disagiate (per chi è in buone condizioni reddituali / patrimoniali invece il problema ovviamente è minimo, e si riduce a un modesto fastidio).

Analogamente, se riduciamo il prezzo finale di gas, benzina, pane o latte (abbassando gli oneri fiscali) le persone in difficoltà economica non varieranno in misura accentuata le quantità consumate: appunto perché si tratta di beni a domanda rigida. Si ritroveranno però con qualche soldo in più in tasca. Date le condizioni dell’economia (incertezza, rallentamento, rischio di recessione) questi soldi tenderanno molto più a risparmiarli che a spenderli in altri beni.

Non ci sarà quindi uno stimolo significativo su produzione e occupazione, ma si eviterà che i segmenti economicamente deboli subiscano un’erosione dei loro (modesti) cuscinetti di risparmio, nonché un grave peggioramento della loro capacità totale di consumo.

E l’effetto di minore inflazione sui beni essenziali sarà quindi di gran lunga superiore rispetto allo stimolo sui prezzi degli altri beni.

Ci sarà quindi una rilevante riduzione dell’inflazione MEDIA sui prezzi al consumo, e soprattutto dell’inflazione subita dalle fasce sociali in condizioni di difficoltà.

Effetto, quest’ultimo, di fondamentale importanza: perché l’inflazione non è uguale per tutti, non incide allo stesso modo su tutte le classi sociali. E l’inflazione che stiamo vivendo OGGI, in assenza di adeguati interventi, è socialmente deleteria perché si scarica in misura nettamente preponderante sulle classi deboli.

Quindi va mitigata. Ma NON tagliando la spesa sociale, o la spesa pubblica in generale, o il deficit pubblico. NON aumentando i tassi d’interesse o ostacolando la circolazione del credito. NON innescando una violenta recessione. Tutti questi interventi sono MOLTO peggiori, per quanto riguarda gli effetti economici subiti dalla popolazione, e in particolare della sua componente debole, del problema che vorrebbero risolvere.

 

5 commenti:

  1. Marco Cristofoli: E quali sono le imposte indirette ?

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    1. Tutte quelle che non sono pagate DIRETTAMENTE dal contribuente (es. imposte sul reddito o sul patrimonio) ma INDIRETTAMENTE nel momento in cui si verifica una spesa (es. imposte sul valore aggiunto o sui consumi).

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  2. è arrivato il genio con la pallottola d'argento che risolve i falsi problemi.
    La dovete piantare con le vostre cazzate liberiste.
    In italia si deve fare solo questo:
    1) uccidere i mafiosi e i loro sottoposti
    2) uccidere gli spacciatori, risalendo la catena di fornitura previa tortura, in modo da liberare il paese da eroina, cocaina, e droghe sintetiche.
    3) pene penali detentive per i reati di corruzione
    4) snellimento della macchina burocratica a parità di performance (non togliendo diritti come propongono da anni i politici collusi e corrotti). Per intenderci: non voglio il processo in 2 anni, che permette al corrotto di svignarsela. Voglio i 3 gradi di giudizio in 2 anni, indagini complete, come si fa in ogni stato non fallito e non corrotto

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    1. "Vasto programma", come diceva De Gaulle. E facile da eseguire, soprattutto.

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    2. I più grandi scandali di corruzione in Europa e nel mondo li hanno fatti Brasile e Germania (Siemens ecc)...

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