martedì 28 febbraio 2023

La circolazione della Moneta Fiscale

 

Mi riaggancio a un’affermazione formulata nel mio ultimo post: “più il credito [fiscale] circola, e più è probabile che parte rilevante dei crediti emessi non vengano utilizzati per compensare tributi”. Il motivo è che il credito fiscale trasferibile è una Moneta Fiscale ad ampia accettazione, e chi la detiene quindi tende, in misura significativa, a scambiarla, senza necessariamente usarla per ridurre pagamenti di tributi.

Del resto, ai tempi del gold standard la moneta era convertibile in oro a un tasso prestabilito: ma in pratica chi si presentava effettivamente alla Banca Centrale per chiedere lingotti al posto delle banconote ? nessuno, a meno che non venisse emessa così tanta moneta da ingenerare il dubbio che la Banca Centrale NON sarebbe stata in grado di onorare le eventuali richieste di conversione.

In definitiva è sempre una questione di equilibrio. I pagamenti dovuti ogni anno alla Pubblica Amministrazione, a titolo di tasse, imposte, contributi eccetera, sono dell’ordine di circa 900 miliardi. Finché la circolazione di crediti fiscali rimane nettamente al di sotto di tale importo, il dubbio che si crei un “sovraffollamento”, cioè che le richieste di utilizzo superino il prelievo fiscale lordo, non ha ragione di esistere.

Tra l’altro la proposta Minibot di Claudio Borghi era impostata sull’idea di emetterli in forma cartacea, il che secondo il proponente avrebbe avuto il risultato di stimolare la circolazione e ridurre l’utilizzo (per compensazioni fiscali). Questa affermazione però mi lascia perplesso. Se l’utilizzo è semplice e certo, il valore del titolo è garantito. Il motivo per cui il Minibot cartaceo non sarebbe in pratica massicciamente utilizzato in compensazione è che raccogliere pezzi di carta e presentarli al fisco è scomodo. Ma se è scomodo al punto da far preferire la circolazione alla compensazione, significa che la compensazione è così macchinosa da svilire il valore del titolo.

Mi convince molto di più l’idea di favorire la circolazione, e quindi di differire la compensazione, creando degli appositi conti fiscali, gestiti dal MEF, presso cui la Moneta Fiscale verrebbe depositata, offrendo un tasso d’interesse superiore ai normali conti correnti bancari. Che attualmente (in effetti da parecchi anni) rendono zero. Quindi basterebbe un rendimento dell’1% o del 2%.

La circolazione avverrebbe addebitando il conto fiscale del pagatore e accreditando quello del percettore, esattamente come si verifica per i conti bancari. Il differimento dell’utilizzo in compensazione non avverrebbe perché la compensazione “è scomoda”, ma perché è conveniente che la Moneta Fiscale rimanga sui conti fiscali (anche passando da un conto all’altro) e renda interessi.

Ancora una volta, comunque, si conferma l’infondatezza della pretesa di Eurostat. Che vuole considerare “pagabili” i crediti fiscali NON soggetti a rimborso cash ma che possono circolare, in quanto “la circolazione rende certo che verranno utilizzati per compensare pagamenti all’erario, perché prima o poi finiranno in mano a qualcuno che li userà a quello scopo”. Al contrario: la libera circolazione DIMINUISCE, non aumenta, le probabilità di utilizzo in compensazione.

5 commenti:

  1. Ludovico Lupinacci: Ma quindi il freno posto dai potenti, oggi anche la meloni, rappresenterebbe la paura che hanno che effettivamente, un giorno, andranno a minare i conti pubblici, ovvero la capacità dello stato di remunerare lor signori? Voglio dire: è un timore reale o una scusa?

    RispondiElimina
  2. Luca Pieroni: Marco, del resto si puo' considerare anche in altro modo: se uno ha un credito fiscale che non puo' usare altrimenti certamente lo portera' in compesazione appena possibile (a meno sia un collezionista...) e quindi il loro utilizzo in quel caso e' certo. Mentre se circola .... circola ...

    RispondiElimina
  3. Se la Bce ha il potere di emettere moneta fiat, creata dal nulla, potere utilizzato per comprare 3000 miliardi di titoli di Stato dei Paesi europei con i programmi di quantitative easing, la moneta fiscale potrebbe tecnicamente essere paragonata a quella emessa dalla Bce, per un valore tendente a zero della compensazione fiscale?

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Al momento in cui si effettua la compensazione vale quanto l'euro. L'unica condizione è che non se ne emetta così tanta da rendere problematico utilizzarla tutta.

      Elimina