Il ministro Musumeci se ne è uscito con l’ipotesi di rendere obbligatoria, per gli immobili di proprietà privata, l’assicurazione su rischi catastrofali quali inondazioni ed eventi di origine climatica. O almeno questo concetto gli è stato attribuito. Poi ha fatto una rapida marcia indietro.
Meno male che l’ha fatta, perché l’idea è pessima: e non solo in quanto imporrebbe l’equivalente di una (ulteriore) imposta patrimoniale sugli immobili.
L’idea è pessima perché nel caso fosse attuata, c’è da aspettarsi che i proprietari di immobili delle zone a maggior rischio non riuscirebbero a trovare coperture assicurative, quantomeno per importi di premi non esorbitanti.
Il problema è analogo a quanto si riscontra esaminando l’alternativa sanità pubblica vs sanità privata. Ammesso che il privato sia, in media, più efficiente del pubblico (del che dubito, ma lasciamo il tema per un'altra occasione) il problema è che le assicurazioni private fanno molta fatica a coprire i soggetti ad alto rischio.
Le malattie che richiedono cure molto onerose possono, semplicemente, non essere assicurabili.
Determinate forme di rischio possono essere gestite solo a livello di collettività nazionale, quindi di settore pubblico, perché l’onere economico si ripartisce su milioni o decine di milioni di persone: un universo enormemente più ampio di quello di qualsiasi compagnia assicurativa.
L’assicurazione che lavora per il profitto valuta invece la redditività della singola copertura, e in certi casi i conti semplicemente non tornano.
Imporre di utilizzare il settore assicurativo privato
per certi tipi di rischio è inaccettabile, e in parecchi casi impercorribile.
Giuseppe Corradini: io possiedo un ufficio sotto i portici di Gualtieri (RE), vicino al Po, che fu esondata negli anni ‘50. È affittato ad una assicurazione che non mi ha potuto assicurare, lei stessa, contro eventi naturali.
RispondiEliminaAntonello Climan: Io penso che già solo il fatto che abbia fatto quella sparata dice tanto su quelli che sono i piani.
RispondiEliminaSinceramente credo che siano pericolosi, perché non si rendono nemmeno conto di ciò che si può fare e ciò che non si può fare (già questo è gravissimo), ma anche della totale assenza di comprensione che comunque un'assicurazione al massimo da un valore economico al danno, ma di per sé non può in alcun modo essere strumento di prevenzione e di risoluzione del problema. Anzi "mettendo la polvere sotto al tappeto" in questo modo, a pagamento, il problema si penserà risolto, quando invece è pure aggravato.