mercoledì 17 dicembre 2014

Moneta Fiscale per risolvere la crisi economica greca

Con la collaborazione di Biagio Bossone, Enrico Grazzini e Stefano Sylos Labini, un'integrazione e revisione del precedente articolo. La sostanza della proposta rimane quella, alcuni dati sono stati aggiornati o corretti.

La Grecia è il paese dell’Eurozona che è stato colpito in maniera più dolorosa e profonda dalle gravi inefficienze dell’attuale eurosistema e dalla crisi economica che ne è derivata.
 
Nel 2012, il debito pubblico greco è stato sottoposto a una pesante ristrutturazione, con stralcio del valore facciale, riduzione degli interessi e allungamento delle scadenze. I creditori privati sono stati rimborsati per la parte residua, e attualmente il debito è pressoché interamente detenuto da organismi sovranazionali (principalmente dal Fondo Monetario Internazionale, da agenzie dell’Unione Europea e dalla BCE). La Grecia paga interessi a un tasso medio intorno al 2%, non ha significative scadenze di rimborso del capitale ancora per alcuni anni, e attualmente non colloca titoli di debito pubblico sul mercato.
 
La ristrutturazione del 2012 non è però servita a permettere il recupero dell’economia greca. La troika FMI – UE – BCE ha insistito sull’adozione di pesantissime misure di austerità (tagli di spesa e incrementi di tassazione) allo scopo di "aumentare la sicurezza del rimborso del debito residuo". Una linea d’azione sbagliata, in quanto occorrevano invece risorse finanziarie per rilanciare la domanda interna e la competitività delle aziende (principalmente tramite riduzioni, non aumenti di imposizione fiscale). Si è trascurato il basilare principio a cui si deve conformare ogni operazione di ristrutturazione finanziaria per avere successo: occorre preservare e migliorare, e non certo abbattere, la capacità del debitore di produrre reddito.
 
Nelle prossime settimane, si svolgeranno le elezioni del nuovo Presidente della Repubblica. Probabilmente, il quorum di 180 voti parlamentari su 300 non verrà raggiunto. Sulla base della Costituzione greca, questo comporterebbe lo scioglimento del Parlamento e nuove elezioni politiche, da tenersi verosimilmente entro febbraio 2015. I sondaggi prevedono che la maggioranza relativa sia ottenuta da Syriza, partito anti-austerità e anti-troika.
 
Attualmente il PIL greco è pari a circa 180 miliardi di euro, il debito pubblico a 320, il deficit a 3,5 miliardi, risultanti da circa 3,5 miliardi di saldo primario e da pagamenti di interessi per 7 miliardi.
 
La posizione di Syriza è di non abbandonare l’euro, ma di ottenere una forte, ulteriore, ristrutturazione del debito, con una richiesta di stralcio fino al 70-80%. A partire da questa richiesta, un negoziato potrebbe arrivare a concordare uno sconto, per esempio, del 50%. Questo intervento corrisponderebbe a una riduzione del debito da 320 a 160 miliardi e, a tassi invariati, dimezzerebbe il costo annuo per interessi, portando il bilancio pubblico in pareggio.
 
Si tratterebbe di una vitale boccata d’ossigeno; continuerebbero però a mancare le risorse per effettuare politiche economiche espansive che sono necessarie per riportare il Pil ai livelli pre-crisi (dal 2007 la Grecia ha perso circa un quarto del suo PIL in termini reali, vale a dire una riduzione di 60 miliardi di euro). Queste risorse potrebbero provenire dall’assegnazione di Certificati di Credito Fiscale (CCF), ovvero dall’emissione di una moneta statale / fiscale, parallela all’euro.
 
I CCF sono un elemento chiave del progetto descritto nell’Appello di cui al link qui di seguito, che è stato concepito con riferimento alla situazione italiana ma che è adattabile a tutti gli stati membri dell’Eurozona.
 
Il progetto prevede di assegnare gratuitamente a una serie di soggetti, come meglio precisato nel seguito, questi Certificati, che a partire da due anni dopo l’assegnazione originaria sono illimitatamente utilizzabili per pagare tasse e qualsiasi forma di obbligazione finanziaria nei confronti della pubblica amministrazione dello Stato emittente (compresi contributi sanitari e pensionistici, imposte locali, multe eccetera).
 
Nel caso della Grecia, le assegnazioni potrebbero ammontare a 20 miliardi il primo anno, da incrementare poi a 40 miliardi il secondo e a 50 il terzo, rimanendo poi costanti a quel livello.

Le assegnazioni sarebbero suddivise in tre componenti principali:
integrazioni di reddito ai lavoratori;
erogazioni alle aziende per ridurre il costo effettivo lordo del lavoro (recuperando quindi competitività ed evitando di creare squilibri ai saldi commerciali esteri);
altre azioni di sostegno della domanda: spesa sociale, investimenti pubblici eccetera.
 
I CCF sono di fatto una “quasi-moneta fiscale”: “quasi” poiché la loro utilizzabilità è differita di due anni rispetto all’assegnazione. Sono, tuttavia, liberamente trasferibili e negoziabili – l’assegnatario li può quindi cedere a un altro soggetto (che sa di dover effettuare pagamenti di verso lo stato in futuro) con uno sconto finanziario. Le assegnazioni di CCF equivalgono, di conseguenza, a un’introduzione nell'economia, a titolo gratuito, di nuova capacità di spesa. Un programma di immissione, intensa e sostenuta, di CCF produrrebbe quindi spesa per consumi, riattiverebbe l’attività produttiva e migliorerebbe la qualità di credito di aziende e privati, incentivando anche la ripresa dei prestiti bancari all’economia.
 
Ipotizzando un moltiplicatore fiscale un po’ più alto dell’unità (ipotesi che nelle attuali condizioni economiche è persino conservativa) a regime si recuperano i livelli di PIL pre-crisi. Inoltre aumenteranno le entrate fiscali in euro e, tenuto conto che i CCF sono utilizzabili con due anni di differimento, nel primo periodo dell’applicazione del programma il governo greco avrà un saldo positivo tra incassi e pagamenti in euro.
 
Questo saldo potrà essere accantonato a garanzia di eventuali deficit di bilancio pubblico che venissero a crearsi nel momento in cui l’ammontare a regime dei CCF in circolazione verrà utilizzato per pagare imposte. Ciò avverrà solo al quinto anno (al terzo si raggiunge il livello a regime delle assegnazioni, e le assegnazioni del terzo anno non potranno essere utilizzate prima del quinto). In effetti, anche assumendo ipotesi molto cautelative, si tratta di una garanzia che risulterà superflua: tuttavia la sua esistenza darà ai partner europei e ai mercati finanziari alti livelli di fiducia in merito al successo dell’operazione.
 
La Grecia può, in questo modo, recuperare i livelli di PIL reali pre-crisi (240 miliardi di euro), riassorbire gli attuali, altissimi, livelli di disoccupazione, e tornare su un percorso di sviluppo equilibrato e sostenibile.
 
Il debito pubblico, nell’ipotesi di uno stralcio iniziale del 50%, sarebbe pari come detto a 160 miliardi, ovvero a circa il 67% del PIL, e sussisterebbero livelli molto alti di affidabilità in merito al suo rimborso finale. Al contrario, proseguendo con le attuali linee di politica economica (austerità / troika / memorandum) il debito in essere è destinato a subire un default pressoché totale.

41 commenti:

  1. la linea della troika non è sbagliata in sé. quello che è sbagliato è che dopo la troika che rimette a posto i conti non esiste un piano marshall per la ricostruzione.
    se il vento è cambiato davvero in america (a favore di chi costruisce e mandando all'opposizione chi vive di finanza e assistenza) in teoria dovrebbe arrivare anche in europa. ma ci vogliono comunque anni...purtroppo...

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    1. E quali conti avrebbe messo a posto la Troika ? Ha stralciato il debito e nello stesso tempo distrutto domanda con l'austerità e collassato il PIL. Il debito e' risalito e in "compenso" hanno ottenuto il 25% di disoccupazione, fame, disperazione e devastazione dello stato sociale...

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    2. come detto nel post precedente, manca chi fa il piano Marshall e non chi "spiana" il terreno. la troika fa con la forza ciò che un paese non è stato in grado di fare per paura di perdere le elezioni (il potere). ma la gente ha capito che la colpa non è della troika bensì della politica.

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    3. Se ti costringono a tagliare tutto il tagliabile, con che cosa lo fai il Piano Marshall ?

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    4. infatti questo è il punto. ovvero sono gli stati uniti d'europa che dovrebbero farlo il piano marshall (ovvero tutti gli stati con una vera unione). ma ancora non esistono. purtroppo la costruzione socialista dell'euro seguendo le teorie di keyens (basta la moneta per livellare le macroeconomie) non ha funzionato. ci vuole una vera unione.

      e se anche ci dovesse essere una secessione non fa nulla. prima o poi toccherà riunificarsi (seriamente) perché i mercati sono già uniti. sono gli stati che volendo rimanere separati si condanneranno a morte. come successe alle monarchie.


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  2. Un piano Marshall? E chi lo farebbe? gli Usa,come nel 1945? O chi ha distrutto metà Europa con politiche demenziali! Altro che rimettere a posto i conti....
    Chissà,magari gli alieni che sbarcano....
    La colpa è della politica...meno male che invece hanno capito quasi tutti il contrario,meno il solito giapponese...
    Comunque complimenti,sembra una copia di Giannino..e dell'euro delirio.....ancora complimenti!

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    1. no giannino sostiene (o dice di sostenere...) la fine dello stato e le privatizzazioni. questa è scuola austriaca ovvero monarchia. l'opposto dello socialismo. il movimento di giannino quindi è (dice di essere...) l'altra faccia del socialismo. una è quella statalista e l'altra quella monarchica o erede delle aristocrazie familiari di un tempo (contro il libero mercato). l'unione di queste due facce costituisce la "medaglia" socialista. è il socialismo. ovvero né monarchia né comunismo. un ibrido. nasce con la rivoluzione francese pr imepdire che appunto il capitalismo liberale entrasse in europa dopo aver vinto in america contro la monarchia inglese.

      al contrario, il capitalismo si basa sul libero mercato e le due facce della "medaglia" sono il capitalismo finanziario (vicino ai democratici) e il capitalismo imprenditoriale (vicino ai repubblicani). ma entrambi sono capitalisti liberali cioè non è lo stato che agisce come primo attore nell'economia bensì il mercato. cioè i cittadini perché tutti partecipano con azioni al mercato. il capitalismo quindi rende partecipi i cittadini mentre il socialismo li esclude.

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    2. ah ah....incredibile...ma vero! Manco Alice nel paese delle meraviglie riuscirebbe a inventarle così....! Giannino era solo l'icona di certi economisti chattanooga chou chou...! il libero mercato...! ma addò sta...?

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    3. era l'icona (si fa per dire) giornalistica di gruppi familiari aristocratici contro il libero mercato e ammanicati coi partiti per spartirsi i gioielli di stato. non è capitalismo, è monarchia alleata tramite patti di sindacato e azionariati padronali tra famiglie e partiti. vogliono privatizzare e non liberalizzare. è lo schema europeo. socialismo. né monarchia né comunismo. pappa e ciccia tra politica e privati per mantenere le rendite di posizione. il libero mercato è impedito proprio da questi due poteri. storicamente alleati dalla rivoluzione francese in poi.

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    4. MA LO STRALCIO CHE CHIEDE LA GRECIA NON PUOI ANNULLARLO PER SEMPRE. COSA INTENDE FARNE SYRIZA? NON LO DICE E NEANCHE IL DR. CATTANEO LO DICE.

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    5. Annullarlo per sempre ? Certo che si può. Il 100% del debito comunque non potrà essere pagato. Riconoscerlo esplicitamente o meno e' una questione politica.

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    6. puoi annullarlo solo se te lo paga qualcun altro senza chiederti nulla in cambio. conosce qualcuno? in tutti gli altri modi lo pagherai.

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    7. Le operazioni di finanziamento sono una forma di investimento. E sugli investimenti si può guadagnare, come anche perdere...

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    8. il creditore perde soldi, il debitore perde la fiducia. peggio. sì è vero lei dice sempre "che ce frega tanto mica possono invaderci". sbagliato. l'assedio (austerità) è molto peggio dell'invasione.

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    9. Il risultato di questo assedio (dal punto di vista del creditore) sarà di non rivedere più un soldo, quando diversamente il 50% del residuo potrebbe essere recuperato.

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    10. impossibile. il creditore è nostro cliente. siamo fornitori dei tedeschi.

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    11. Se smettono di comprare, il 50% (nel caso dei greci, per noi è il 100%) diventa ancora di meno...

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    12. e così che si arriva al 25% di disoccupazione e a quel punto pensate di stampare soldi senza capire che l'avete creata voi stessi.

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    1. il 25 c'era anche prima. non era lavoro, era stipendio. camuffato. il finto lavoro non fa girare soldi ma crea inflazione durante le crescite e risparmi durante le crisi. se stampate oggi avrete risparmi non consumi.

      e infatti l'italia ha risparmi alti e prezzi doppi ovvero le 2 conseguenze di una economia che non girava e non gira. voi sbagliate appunto questa diagnosi. e quindi anche la cura. stampare oggi come dite voi infatti non serve a nulla. avrete risparmio e inflazione ed esclusione sociale cioè disoccupazione. ovvero stagflazione. peggio della deflazione che almeno tiene in piedi i redditi fissi evitando gli scioperi. è sbagliata ma è la conseguenza di una europa (tutti i paesi) che non accettano il mercato. che appunto fa girare i soldi. come non accettavano la democrazia a suo tempo.

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    2. La Grecia ha ridotto l'occupazione privata molto più di quella pubblica (che pure e' calata...)

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    3. dopo la crisi. non nei 10 anni precedenti. è la causa del mercantilismo tedesco unito al socialismo greco. ti gonfio di soldi, mi compri i prodotti tedeschi, e poi ti levo i soldi. cioè soldi per consumi e assistenza che distruggono l'economia quando chi ti dà i soldi te li leva di colpo perché sennò fallirebbe lui al posto tuo. e il territorio rimane bruciato. e l'erba non cresce più. ecco perché l'europa va riformata. e se l'europa non ci riesce da sola lo faranno i mercati al posto suo e sarà molto doloroso. come dopo la bomba atomica.

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    4. Va riformato il sistema monetario ed eliminati gli assurdi vincoli dell'eurosistema. Ma questo i mercati non sono in condizione di farlo.

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    5. sono in grado eccome. tanto è vero che voi siete qui a proporre una moneta proprio per ridare benzina all'economia per evitare che i "mercati" abbandonino l'italia perché conoscete la loro potenza.

      ma come diceva Keynes, il vostro idolo, non puoi "spingere con una corda". puoi stampare tutti i soldi che vuoi. non serve. se non ci sono le condizioni. nessuno investe. e se investe lo stato finisce tutto nel magna magna.

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    6. È proprio il credito erogato dai mercati privati che non produce domanda, nelle condizioni attuali. Nessuno vuole indebitarsi in una situazione di economia depressa. Serve incremento di potere d'acquisto mediante riduzioni di tasse, spesa pubblica o incentivi alla spesa privata. Tutte cose che lo stato, emettendo la sua moneta, può fare facilmente. Non i mercati.

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    7. il credito al privato non produce domanda proprio perché l'economia non è liberalizzata in europa e a quel punto i soldi finiscono nell'unica forma possibile di investimento ovvero la finanza dove le condizioni sono appunto libere con tasse basse e senza burocrazia e regole fisse e certe. cioè le regole che vengono impedite all'economia reale. e non potendo più assumere nello stato ecco che la politica va in tilt. e se la prende con l'euro. ma la colpa non è dell'euro. è dell'economia truccata. ecco perché sia i fascisti ukraini e sia i comunisti greci sono a favore dell'euro. hanno capito. seppure con 5 anni di ritardo.

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    8. Il credito al privato non produce domanda perché con i redditi in costante calo (dato il continuo aumento delle tasse) l'ultima cosa che il privato vuole e' indebitarsi. Il credito al privato in realtà, anche se in teoria viene facilitato, non viene erogato.

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    9. non ha senso indebitarsi per fare impresa se la legge impedisce la possibilità di fare concorrenza a chi esiste già. e quindi i soldi vanno in finanza. dove queste libertà esistono. non devi essere un politico o un criminale o appartenente ad una dinastia ereditiera o avere una licenza per investire in borsa. sei libero di farlo pagando le tasse che sono base e con pochissima burocrazia. ecco perché funziona.

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    10. se per risolvere le tasse stampate moneta
      è ovvio che il rapporto tasse pil non cambierà
      ma aggiungerete anche il problema dell'inflazione
      se volete veramente abbassare le tasse abbassatele e basta
      tagliare la spesa e abbassare le tasse è possibile
      perché scegliete la strada più difficile per ottenere la stessa cosa?
      WICkD

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    11. Tagliare tasse e spese per lo stesso importo e' una manovra a saldo zero. Oggi serve una forte manovra espansiva. Il saldo netto tra spese e tasse deve aumentare, e di parecchio. Non c'è da preoccuparsi per l'inflazione (che oggi peraltro e' troppo bassa). Espandendo il potere d'acquisto in circolazione in presenza di capacità produttiva inutilizzata (e quindi di disoccupazione massiccia) l'incremento di domanda produce incremento di produzione, non (o solo marginalmente) di prezzi.

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    12. Non è a saldo zero perché l'investimento privato viene fatto proprio se c'è la certezza di regole fisse e tasse basse e se esistono le libertà per poterlo fare. Altrimenti che senso ha investire? Anche gli 80 euro che senso ha spenderli se so già che me li tolgono? In un paese del genere dove non esistono le condizioni per investire o si cede la sovranità, o si accetta la povertà (come i cubani), o lo stato deve assistere sempre più persone andando incontro appunto al default e quindi alla povertà.
      Anonimo35

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    13. Le condizioni per investire sono, in primo luogo, che esista domanda per i prodotti che gli investimenti consentono di realizzare. La crisi attuale viene da carenza di domanda, e si risolverà solo rimettendo potere d'acquisto nel siatema economico.

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    14. la sua tesi non corrisponde ai dati. gli italiani hanno risparmi e quindi potere di acquisto. ma non lo usano perché sanno che in un periodo di rientro del debito il lavoro (entrata mensile) scarseggerà per parecchi anni. stampare in questa situazione (come volete voi) significa svalutare la moneta e i risparmi creando utleriore panico e diminuzione dei consumi. inoltre i creditori non lo permettono. stampare una seconda moneta CCF significa fare il trucco degli 80 euro. non funziona lo stesso. non ci casca nessuno. fa vincere le elezioni ma non risolve la crisi.

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    15. I risparmi vengono messi da parte e non spesi perché non c'è generazione di reddito, quindi manca fiducia nel futuro. Un forte incremento di domanda, per esempio mediante una riduzione di tasse finanziata da moneta di nuova emissione, cambierebbe totalmente la psicologia di individui e aziende.

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    16. potete stampare ciò che volete ma non potete assicurare quale valore avranno una volta emesse che viene deciso dal mercato e non dallo stato. l'italia stampa già moneta (i titoli) già rifiutata dai mercati e tenuti in piedi dalla bce che garantisce la sua solidità proprio perché non stampa.

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    17. La BCE garantisce la solidità dei titoli appunto perché ha la macchina da stampa e ne può in qualsiasi momento stampare e rimborsare. Sarebbe lo stesso se fossero in lire e garantiti dalla Banca d'Italia.

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    18. ma voi non volete che sia la banca d'italia a stampare i ccf bensì lo stato. e sostenete che appunto la moneta deve essere proprietà dello stato mentre nella banca d'italia lo stato è azionista insieme ad altri e non monopolista. il che è giusto proprio per equilibrare i poteri.

      lo stato possiede tante macchine da stampa. può stampare titoli,
      può stampare stipendi, può stampare spesa pubblica, può alzare o abbassare le tasse, può stampare 80 euro, può stampare appalti, può stampare truffe, tutto quello che vuole. un potere enorme ma lo usa in modo socialista e non democratico. dividendo la società in due e non unificandola in modo democratico. è un esproprio di alcuni a danno di altri. anche il job act divide i lavoratori in due ancora di più togliendo diritti ad alcuni e mantenendoli ad altri. questo è il socialismo ovvero un ibrido monarchico-comunista che difende metà società distruggendo l'altra.

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    19. Lei dice che lo stato stamperebbe troppo, producendo inflazione con una politica "socialista". Allo stesso modo si può affermare che oggi UE e BCE non stampano abbastanza, producendo deflazione con una politica "oligarchica". Io constato semplicemente che moneta e potere d'acquisto in circolazione possono essere troppe e possono essere troppo poche. Oggi sono troppo poche. Se una casa e' a zero gradi, il termostato DEVE essere alzato a venti. Esagererò e lo porterò a quaranta ? Questo e' un processo alle intenzioni. A quaranta in Italia non è mai stato. Magari a ventidue. Se ci arriviamo lo riabbasseremo. A zero gradi NON CI SI PUÒ STARE.

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    20. sbagliate la diagnosi. la temperatura non è a zero bensì a 40. i prezzi sono alti in italia, così come i costi. e anche il debito è alto. tutti gli indici segnano 40°. per fortuna abbiamo risparmi e questi ci tengono in piedi. voi invece registrate 0 quindi i vostri sensori sballano oppure negate l'evidenza.

      la differenza non è tra oligarchia e socialismo. tutti i sistemi infatti possono dirsi oligarchici. sono strumentalizzazioni politiche. non interessa agli economisti e questo è un forum di economia. la differenza è la solita vecchia e sorpassata ovvero metallismo e cartalismo. non è che siano due visioni sbagliate ma sono vecchie. non sono complete. oggi le migliori economie del mondo sono passate ad una visione "unitaria" includono le persone e non le escludono come purtroppo si fa ancora in europa rimanendo incastrati e divisi tra quelle due visioni. questo impedisce i fare passi avanti.

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    21. Crollo della produzione, disoccupazione massiccia, rischio di deflazione: zero gradi celsius. Girare la manopola del termostato, prima che diventino zero gradi kelvin...

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    22. per girare la manopola dell'inflazione dovrà attendere altri 10 anni.

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