lunedì 9 febbraio 2015

La crisi greca, ovvero: come non si gestisce una ristrutturazione finanziaria


Per capire chi è ragionevole e chi non lo è, nella diatriba tra UE (o meglio Germania) e Grecia in merito a debiti, austerità, uscita o non uscita dall’euro eccetera, credo che sia utile riflettere sul seguente semplice esempio.

Immaginiamo un’azienda che si è trovata in difficoltà finanziarie. I creditori, rendendosi conto che non sarebbero riusciti a rientrare interamente della loro esposizione, hanno accordato uno stralcio dei debiti, dimezzandoli da 100 a 50.

L’azienda è andata in crisi per un complesso di problemi, in parte dovuti all’andamento generale dell’economia e del suo settore di attività, ma sicuramente hanno influito anche l’incompetenza e la disonestà di alcuni suoi dirigenti. Tra le altre cose, ci sono le prove che il responsabile dell’ufficio acquisti comprava i materiali utilizzati dall’azienda a prezzi gonfiati, e in cambio riceveva tangenti dai fornitori.

I creditori di conseguenza hanno richiesto di attuare uno stretto controllo sugli acquisti di materiali. La maniera logica di effettuare questo controllo sarebbe stata di nominare una persona di totale fiducia dei creditori come responsabile degli acquisti. Il nuovo responsabile avrebbe dovuto controllare strettamente la congruità dei prezzi degli approvvigionamenti, assicurando che fossero in linea con le normali e corrette condizioni di mercato.

Cos’hanno fatto invece i creditori ? siccome il problema è nato dall’aver acquistato troppo e a prezzi sbagliati, hanno imposto di interrompere completamente gli acquisti.

Qual è stato il risultato ? L’azienda è stata costretta a interrompere la produzione. Ha liquidato il magazzino di prodotti finiti, ricavando 5, e ha pagato una piccola parte dei debiti – 5 su 50. Tutto il resto non potrà mai più essere rimborsato.

La perdita complessiva per i creditori, da 50 su 100, è salita a 95 su 100. E l’azienda non esiste più.

L’approccio seguito dei creditori della Grecia nei suoi confronti è stato di questo tipo. Accettare una riduzione del debito ma rifiutarsi (perché “non ci si fida”, perché “bisogna dare un esempio”, perché “un problema di eccesso di spesa non si risolve con altra spesa”) di fornire all’economia greca le risorse necessarie al rilancio della domanda, dell’occupazione e del PIL.

Alla Grecia non si sarebbero dovuti imporre obiettivi di riduzione del deficit, ma di riallocazione della spesa. La troika avrebbe svolto un ruolo utile se si fosse impegnata a controllare l’efficacia dell’allocazione delle risorse, partendo però dal presupposto che la spesa serviva.

Syriza oggi sta proponendo di rimediare all’errore ridefinendo le modalità di pagamento del debito, con tempi più lunghi e interessi più bassi, in modo da liberare risorse finanziarie e rilanciare l’economia. Questo sono i presupposti di un’operazione di ristrutturazione efficace, in grado di rimediare ai gravissimi danni che si sono prodotti in questi anni.

La Germania rifiuta di sentirne parlare e continua a pretendere che non si modifichi nulla rispetto a una strategia che si è rivelata, per i semplici motivi sopra esposti, catastrofica.

Leggo, in questi giorni, appelli alla “ragionevolezza” e all’”incontrarsi a mezza strada”. Ma non esiste mezza strada, esiste una posizione sensata contrapposta a una irragionevole.

27 commenti:

  1. Corretto e condivisibile. Da qui presumo che l'epilogo sia in un qualche modo scontato, sempre che Syriza tenga fede ai suoi propositi. Di fatto la troika sembra sotto scacco. Se cede alle richieste della Grecia pur venendo incontro alle uniche richieste ragionevoli e possibili di rientrare di parte del debito, interrompe l'immagine dei duri e puri che non hanno mai avuto una seconda via oltre l'austerità. In caso contrario costringono la Grecia a prendere iniziative unilaterali che potrebbero concludere con la sua uscita dall'eurozona creando un precedente di quello che si diceva essere un fatto indissolubile.
    In entrambi i casi direi che c'è per quanto possibile da essere ottimisti. Le pare ?

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    1. Mi pare, sì. Sono d'accordo e nel frattempo, però, incrocio le dita :)

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    2. ma quali propositi dovrebbe mantenere syriza? tutto nazionalizzato? tutti assistiti? sarà invasa da 100 milioni di immigrati.

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    3. No: meno tasse, ripristino dei servizi sociali (specialmente sanità) tagliati in modo criminale dalla troika, investimenti pubblici dove necessario.

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  2. Fra l'altro pare che buona parte delle tangenti erano del fornitore tedesco Siemens. D'altra parte se ci sono i corrotti devono esserci pure i corruttori (anche se lavorano di notte e di giorno fanno i moralisti)

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    1. Certo: c'è un corruttore per ogni corrotto, così come c'è un finanziatore incauto per ogni debitore problematico...

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  3. Ma cattaneo non spiega bene cosa intende per riallocazione della spesa. Riallochiamo la spesa nelle stesse mani di chi ci si è arricchito e ha truccato i conti devastando poi la parte povera e buttandola in strada?

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    1. Direi in mani diverse. Oggi in Grecia c'è un governo non compromesso col passato. Prima c'era Samaras, quello per cui facevano il tifo a Bruxelles e a Berlino, si ricorda ? per cui c'erano entrambi i problemi: la spesa veniva tagliata e quello che rimaneva era sotto la gestione, appunto, di chi si era arricchito truccando i conti e buttando gente in mezzo alla strada. Ma alla UE andava bene, perché questo qualcuno si dichiarava servo fedele dei nobili ideali europei e dei diktat della troika...

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    2. Non in mani diverse bensì a tutte le mani. Ovvero al mercato. Agli azionariati pubblici. A tutti i cittadini. Non allo stato (comunismo) e non al privato (monarchia). E neanche al socialismo odierno (ibrido caste politiche e private). Bensì ai cittadini. In grecia queste due parti si stanno facendo la guerra per spartirsi i gioielli. Ma i gioielli non sono dello stato (tsipras) e non sono neanche di pochi privati raggruppati in elite (europa). Sono di tutti i cittadini. Cioè del mercato. E siccome sono del mercato, il mercato se le riprenderà togliendole a chi millanta di esserne proprietario. La natura si riprenderà ciò che l'uomo monopolizza per pochi.

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    3. Cosa centra il mercato coi cittadini? Il mercato per funzionare ha bisogno di avere sopra uno stato democratico che lo controlli e ne detti le regole. Il mercato non crea cittadini, al massimo consumatori.

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    4. x anonimo 7.54
      esatto. lo stato deve regolare ma oggi abbiamo uno stato imprenditore e partiti imprenditori e caste private. sono loro a fare mercato per legge, per licenza o addirittura per costituzione. questo non è uno stato regolatore ma uno stato padrone che esclude i cittadini facendone pagare i costi e tenendo per sé gli utili. e quando i soldi sono finiti va a dare la colpa alla banca centrale che dovrebbe stampare moneta a scatafascio facendo quindi pagare ai cittadini una doppia fregatura con la svalutazione dei risparmi di una vita. fino a quando? fino alla guerra civile ovviamente che potete vedere in grecia.
      anonimo

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    5. In Grecia c'è una situazione disastrosa effettivamente, ma perché non si emette moneta, non certo perché se ne stampa troppa...

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    6. il mercato non è il consumismo inteso come il negozio e la merce. quello è commercio. i cittadini sono il mercato. dai bambini che vanno a scuola agli adulti che lavorano ai pensionati alla bocciofila. gli stati socialisti hanno solo monopolizzato la gestione di questo mercato che in natura è libero e aperto a tutti. così come il matrimonio è una invenzione dell'uomo, non esiste in natura e chi non era d'accordo ha ottenuto il diritto di divorziare. gli stati europei prima monarchici e poi socialisti impediscono ai cittadini di partecipare ad una cosa che in natura è un loro diritto. gli stati capitalisti invece includono i cittadini perché se li escludessero dovrebbero mantenerli. molto meglio includerli e farli lavorare. e il lavoro nobilita l'uomo. il lavoro però che produce qualcosa che viene venduto (entrate e uscite). non il lavoro finto che produce burocrazie e tasse per prendere le ricchezze di chi lavora dicendo che il lavoro è un male. quello non è lavoro è esproprio. destinato a collassare in guerra civile se non riesce a salvarsi prima.

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    7. x cattaneo
      se i greci volessero emettere moneta potrebbero farlo. basta scrivere su un pezzo di carta la cifra che ti devo per una mela. ma purtroppo nessuno si fida. così come nessuno si fiderebbe della dracma. tsipras vuole infatti rimanere nell'euro.

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    8. E perché non ci si dovrebbe fidare ? la dracma esisteva, era una moneta debole ma aveva un valore. Comunque quello che Tsipras dovrebbe fare non è convertire depositi e contratti da euro a dracme, ma emettere moneta nazionale per fare le necessarie politiche economiche espansive. Mantenendo in euro i contratti in essere, e assicurando il pareggio nei saldi di bilancio pubblico espressi in euro e nei saldi commerciali esteri. Vedi post del 17.12.2014.

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    9. Il mercato lasciato a se stesso produce concentrazioni di ricchezza, e quindi di potere che mettono in forse l'esistenza stessa della democrazia e quindi dei cittadini declassandoli a consumatori. Il cittadino partecipa al potere attraverso il voto che vale sempre 1 a persona, il consumatore partecipa al potere attraverso il suo reddito che non vale 1 a persona. Per questo il potere economico va subordinato a quello democratico, oggi purtroppo non é così ...

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    10. il mercato ha bisogno dello stato? direi piuttosto il contrario, e la storia ne è ampiamente testimone!!!

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    11. x cattaneo
      lei dimentica sempre la globalizzazione. se la grecia torna alla dracma e svaluta le sue produzioni agricole manderà in tilt il sud italia che produce le stesse cose. e noi manderemo in tilt la germania. invece di fare le guerre commerciali e meglio costruire un mercato. l'europa non funziona perché è guidata dagli stati e non dai cittadini (parlamento). i cittadini avrebbero votato il QE nel 2008 e non nel 2015 con 6 anni di ritardo. e le riforme sarebbero già cosa fatta e uguali in tutti gli stati.

      x anonimo e bazzucchi
      lo stato deve regolare il mercato ma non agire. tanto è vero che uno dei problemi finanziari americani è dovuto all'eccesso di mancanza di regole che invece vanno reintrodotte per stabilizzare la finanza e il credito. ma questo non è il problema europeo. l'europa è ancora al medioevo. non esiste neanche un mercato in europa.

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    12. Che è come dire: invece di fare le guerre commerciali costruiamo degli accordi basati, per esempio e per cominciare, sul principio di saldi commerciali in equilibrio e non sulla ricerca di surplus mercantilistici. Splendido. Ma se la Germania non ci sta ? ogni paese a quel punto può e deve sviluppare politiche autonome, nell'interesse dei propri cittadini. E la possibilità di fare politiche espansive, monetarie e fiscali, diventa fondamentale.

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    13. x cattaneo
      se la germania non ci sta, i popoli di tutto il mondo ce la faranno stare.

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    14. Ho i miei dubbi. Comunque il progetto Moneta Fiscale / CCF ridà ai vari paesi dell'Eurozona la possibilità di condurre una politica economica autonoma, con la Germania che continua a fare surplus commerciale. Finché ci stanno americani e asiatici ovviamente, ma questo è un altro discorso.

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  5. Salve Dott. Cattaneo
    Ho letto il suo libro e condivido il suo pensiero è quello dell Dott.Zibordi.
    Sono molto preoccupato della situazione socio economica del nostro paese, nonostante i media e le forze di governo cerchino di far credere ad una ripresa già esistente i numeri non sono dalla nostra parte, non è certo con un +0,2 o 0,2 di Pil all'anno che si esce da un default.
    Le volevo chiedere se avete trovato qualche forza politica o esponente che ha ragionato sul vostro lavoro e lo ha fatto proprio.
    In effetti in queste elezioni regionali ormai prossime si parla di tante cose , soprattutto si fa parecchia demagogia con i soliti argomenti sulla immigrazione, sul reddito di cittadinanza, ma , a me pare che nessuna forza politica, si sia espressa chiaramente su come uscire da questa crisi economica.
    Premetto che mi considero un libero cittadino con libero pensiero, voto , ma non mi sento legato a nessun partito !!!

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    1. Dalla crisi economica si esce con un cambiamento radicale del sistema monetario europeo e della governance economica ad esso collegata. Non se ne parla tantissimo nella campagna elettorale per le regionali, ma è un tema nazionale, non locale. I maggiori contatti sull'argomento CCF sono in corso con il M5S. Torno da un convegno tenuto a Bruxelles il 27 scorso con il loro gruppo europarlamentare, ne parlerò sul blog nei prossimi giorni. Se ne è anche discusso giusto ieri a Roma presso CGIL: c'è quindi qualche segnale di vita, ancora molto timido, nell'area della sinistra PD critica verso il governo Renzi. A destra c'è poi la Lega: con Claudio Borghi ho parlato del progetto CCF da molto prima che ne diventasse il responsabile economico. Lui rimane per il breakup, ma sono dell'idea che se mai assumesse una carica di governo, si orienterebbe verso un progetto come la Moneta Fiscale, di attuazione decisamente meno complessa e controversa.

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  6. La ringrazio Per le precisazioni,
    Speriamo che i segnali si amplifichino è che ci sia una vera volontà politica di cambiamento, anche perché l'unione monetaria senza quella politica è dura da realizzare, a mio avviso impossibile , comunque vedremo ...
    Un'altra riforma da attuarsi a mio avviso sarebbe quella del sistema bancario da separare la finanza dalla vita delle banche commerciali e popolari, ma penso che anche qui rimarranno alcuni buoni propositi e poco di fatto, sarebbero necessari presidenti lungimiranti come F.D. Roosvelt, ma purtroppo tale riforma essendo stata abolita anche negli States penso che disastri economici saranno ciclici è sempre più devastanti, dunque il problema non è solo europeo.
    Cosa ne pensa ??
    Grazie dottore, è un piacere dialogare con lei
    A presto

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  7. PS: mi scuso per qualche accento errato, diabolerie dei Tablet !!!

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    1. Parliamo della separazione di attività tra banche commerciali e banche d'investimento. Sono senz'altro favorevole. Non è facile costruire un sistema di regolamentazione altamente efficace nel prevenire le crisi finanziarie indotte dagli atteggiamenti speculativi del mercato, ma è un dato di fatto che nulla di simile alla crisi del 2008 si era verificato con il Glass - Steagall Act in vigore.

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