martedì 21 agosto 2018

Investimenti pubblici, ma non solo


Le più recenti dichiarazioni di vari esponenti del governo confermano l’intenzione di puntare su un rafforzamento degli investimenti pubblici per ottenere un rilevante effetto espansivo e portare la crescita economica 2019 almeno al 2%.

Lo si era già detto qui: è il livello minimo perché si possa affermare che è stata ottenuta una significativa discontinuità rispetto al recente passato. Per inciso, basterebbe un'applicazione anche solo parziale del progetto CCF per arrivare senza problemi al 3%.

Anche in assenza di CCF, ad ogni modo, alcune leve di azione possibili sono state indicate dal Ministro Tria, che ha citato 118 miliardi di investimenti già approvati in passato, che sono già stati computati nei deficit pubblici degli anni scorsi, ma che non sono stati attuati per problemi operativi e legali (ad esempio le normative – da rivedere – che costringono gli enti pubblici territoriali, quali comuni e regioni, a investire solo l’avanzo di cassa dell’anno, quando spesso hanno liquidità accumulata negli anni precedenti).

Basta sbloccare solo una parte minore di quegli importi per ottenere un effetto significativo sulla crescita reale del PIL.

Il Ministro Savona ha da parte sua indicato che varie società partecipate dallo Stato – Terna, Leonardo, ENI, ENEL – hanno importanti programmi di investimenti, che daranno un ulteriore contributo se arriveranno a livelli superiori a quelli del 2018 – e, va ricordato, se verranno attuati utilizzando strutture organizzative e fornitori localizzati in Italia.

La terribile sciagura del Ponte Morandi di Genova rafforza senz’altro la sensibilità della pubblica opinione a favore dell’urgenza di investire su infrastrutture, manutenzione e sicurezza. Anche rivedendo e ripensando il sistema delle concessioni di pubblici servizi e imponendo (de minimis) ai concessionari vincoli molto più stringenti degli attuali.

Due annotazioni, però. Benissimo rilanciare gli investimenti pubblici (nel senso più ampio del termine, quindi incluse le partecipate statali e i concessionari). Ce n’è la necessità, anzi l’urgenza, e per incrementare lo sviluppo del PIL sono molto efficaci. Non dimentichiamo però che, presa la decisione politica, vanno anche valutati i vincoli operativi. Spesso non è banale, sul piano strettamente pratico ed esecutivo, avviare un investimento anche quando ce ne sono mezzi e volontà.

In secondo luogo: l’opinione pubblica si sta, un po’ alla volta, liberando da dicotomie errate – deficit brutto / pareggio di bilancio bello; pubblico brutto / privato bello. Ma attenzione a non ricadere in una nuova contrapposizione, altrettanto errata: spesa corrente brutta / investimento bello. Contrapposizione che sento menzionare (come fosse una verità evidente) un po’ troppo spesso negli ultimi tempi.

La spesa pubblica corrente non ha nulla che la debba far considerare negativa a priori. Anzi: spesa pubblica corrente è anche quella necessaria a dotare delle strutture adeguate (personale e organizzazione) la sanità, le scuole, la pubblica sicurezza, i vigili del fuoco, la tutela del territorio e molte altre cose.

Se oggi risulta più facile far ripartire la crescita facendo leva sugli investimenti, benissimo. Ma il più rapidamente possibile, vanno creati i presupposti per irrobustire, invertendo le demenziali politiche di tagli che ci affliggono da molti anni, anche la spesa pubblica corrente nei molti settori in cui il paese ne ha grandissimo bisogno.


24 commenti:

  1. Delle affermazioni di Giorgetti che ne pensa? Ha subito frenato esempio su nazionalizzazione autostrade (e su Alitalia invece perché non s'è opposto allora?).. devo però dire che ha anche detto che potrebbe anche essere necessario uno sforamento del 3%.. che ne pensa ?

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Sui livelli di deficit Giorgetti, come del resto anche Tria, è dialetticamente molto abile. Da un lato cerca di essere rassicurante, dall'altro tiene il punto sul fatto che il contratto di governo dovrà essere rispettato (sia pure con un'implementazione graduale) e che gli investimenti dovranno essere effettuati. Su Alitalia è un po' dura opporsi alla nazionalizzazione perché un investitore privato non credo proprio si troverà (e nessuno ha voglia di passare molto tempo a cercarlo, visti i precedenti…). Su Autostrade quello che intendeva dire a mio parere è in linea con quanto afferma anche Conte: bisogna trovare la soluzione migliore perché eventi come quello di Genova non avvengano più, e anche per smettere di fare regali ai privati; ci sono varie opzioni e la nazionalizzazione potrebbe non essere la migliore o la più facilmente attuabile. Forti incrementi di investimenti a carico di Autostrade con un regime di controllo molto più vincolante sono un'alternativa.

      Elimina
  2. Una domanda riguardo la libera circolazione dei capitali: se anche uscissimo dall'Uem e si restasse in Ue, o se si rimanesse nell'Uem migliorata dai ccf.. la libera circ continuerebbe e continuerebbero i problemi e le delocalizzazioni e nazionalizzare non si potrebbe (considerando poi che commissione Ue è tutta in mano a Germania!). Che ne pensa?

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Potenzialmente sì. Però al contrario della Turchia, ma anche di Spagna, Grecia e Portogallo, la NIIP (Net International Investment Position) dell’Italia non è pesantemente negativa, anzi è solo -8% e in costante miglioramento. Il che vuol dire che l’Italia non ha alcun bisogno o utilità di attirare grossi finanziamenti esteri in valuta. Quanto alle delocalizzazioni, saranno disincentivate introducendo i CCF, grazie all’effetto combinato del recupero di domanda interna e del miglioramento di competitività delle aziende (dovuto a sua volta all’utilizzo di una parte delle assegnazioni di CCF per ridurre il cuneo fiscale effettivo: vedi post del 15.9.2013).

      Elimina
  3. Ha letto la dichiarazione di Weidmann di oggi? Ha detto che se gli Stati che vorranno condividere i rischi dovranno cedere Sovranità all'Ue.. non so lei ma se la Germania comincia ad aprire a cessioni di sovranità la cosa è parecchio preoccupante.. temo che le previsioni di Mori stiano prendendo forma.. ma se governo tedesco avesse invenzione di fare questo passo, dovrebbe dare un referendum per chiedere al popolo o no?

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Inoltre pare che per la Merkel la priorità non sia un tedesco alla Bce ma alla presidenza Commissione Ue.. come dire mettiamo pure un altro tipo Draghi che sia accomodante in Bce cosi da poter concedere la BC prestatrice illimitata (ma teniamo il comando dell'esecutivo Ue quindi alla fine comandiamo noi)

      Elimina
    2. Esatto, in Germania si dovrebbe tenere un referendum che con ogni probabilità verrebbe perso. E avere la presidenza della commissione UE non implica di controllare la BCE, che è indipendente da tutto e da tutti. La mia impressione è che i tedeschi abbiano rinunciato a portare Weidmann alla testa della BCE semplicemente perché i grandi operatori finanziari stessi lo ritengono un fanatico incompetente, che invece di preservare il sistema (s’intende a loro vantaggio) rischierebbe di farlo esplodere. Quanto alla commissione UE, oggi c’è Juncker: la stessa cosa che avere un tedesco, in pratica...

      Elimina
    3. Si è vero anzi più che Juncker là dentro il vero Dominus è Selmayr che ha sotto il suo comando migliaia di impiegati in commissione.. in effetti il controllo tedesco della commissione avviene già di fatto da anni oramai.. comunque io spero davvero che non si arrivi al superstato o all'unione federale perché sarebbe la vittoria definitiva del neoliberismo neofeudale sulle democrazie costituzionali.. se pensa che la dittatura comunista è durata 70 anni.. chissà quanto durerebbe una dittatura Ue (e sono già 16 anni che è in piedi con danni incalcolabili specie per sud europa, anche in Germania ci son molti poveri e sfruttamento

      Elimina
    4. Ha detto la Bce è indipendente da tutti.. ma in sostanza asseconda i voleri dei poteri finanziari e industriali europei e transnazionali no ?

      Elimina
    5. In sostanza e in larga misura si’: ma è indipendente dagli Stati e anche dalla commissione UE.

      Elimina
  4. a seguito di un articolo che mette in evidenza che anche la Germania a causa del pareggio di bilancio ..ha le strutture fatiscenti e in pessime condizioni (non investe nelle strutture da più di venti anni ). Io ho messo in evidenza poi che la ex DDR tedesca non è in condizioni molto diverse del nostro meridione...che la zona ricca fa ogni anno circa 80 miliardi di trasferimenti (se è vera questa cifra..ma non è più o meno quella dei trasferimenti dal nord a sud italia )..e che son tutti sussidiati (con metodologie trucchi e trucchetti che a noi vietano )..e che la ex DDR non è molto differente del nostro sud. Se non erro il reddito pro capite e di circa 18 - 20 mila euro ..che mi pare sia il medesimo della Sardegna euro più euro meno.

    Si è scatenato l'inferno ...mai lo avessi detto...ho esagerato io ..ho cio che ho detto grosso modo risponde a verità ??...devo dire la sincera verità son dati di qualche anno fa...non so se sia ancora cosi….

    ma che malattia ha preso a noi italiani ? la filosofia del Vingolo di Bilancio ha scatenato qualche patologia di natura autorazzista ?? ...guai a parlar male della Germania……

    domanda: Io sono certo che la differenza tra Germania Ovest e Est è abissale...ed è sussidiata cioè è il loro meridione...il paragone si puo fare con il rapporto del nostro nord sud ...o son due situazioni diverse.

    A me non pare che l'ex DDR sia nella via dell'uscirne ...mi da l'impressione che sia impantanata in modo stabile come tutte le aree economiche di un paese sussidiate..

    Negli Stati Uniti non è molto diverso..l'Alabama, il Mississipi, la Lousiana etc etc sono perennemente (e automaticamente ) sussidiate dagli Stati ricchi e perennemente e "strutturalmente " povere come il nostro meridione che arranca e non ne esce mai. La metodologia dei trasferimenti evidentemente non funziona : crea equilibrio "sbilenco" e fa andare avanti le due are valutarie differente ma non risolve nulla.

    cosa ne pensa?

    ps: nel Mississipi etc etc ci son condizioni di povertà che noi non abbiamo manco lontanamente...esattamente poi come le zone suburbane delle grandi metropoli americane...ci son aree da terzo mondo: basti pensare a certi quartieri di Detroit ...è un qualcosa di allucinante che qui non si vede neanche nelle aree più disastrate del sud.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. La sostanza di quello che lei ha descritto è del tutto corretta. Non so su quale sito lei abbia fatto quel commento. Che si sia scatenato un putiferio comunque non mi stupisce, uno degli hobby nazionali italiani è l’autodenigrazione, da sempre. Non so perché sia così; di certo fa grossissimi danni.

      Elimina
    2. Sono un altro: a mio avviso quelli che commentano in modo autorazzista sono due tipi di persone: 1) Tipico troll liberista e benestante che ovviamente deve controbattere alla divulgazione sull'eurodisastro e sul liberismo 2) Tipico ignorante che magari ha un posto stabile o cmq non ha problemi (magari è piddino-europeista) e crede nelle favole della spesapubblicastatobrutti e italianipopoloinferiore. Questo è il livello, per fortuna non sono tutti cosi e le elezioni l'hanno dimostrato (ovvio la crisi è grave e ci son milioni di persone a spasso)

      Elimina
    3. Vero, molti hanno capito e molti altri stanno capendo. Però il vizio di spalarci letame in faccia da soli esiste e ci fa danno, potessimo togliercelo...

      Elimina
    4. Vede professore a queste persone ci vorrebbe davvero un po' di durezza del vivere (una bella dittatura neofeudale).. poi vediamo se hanno ancora da ridire sull'Italia, lo Stato socialdemocratico e la Costituzione che evidentemente NON apprezzano e NON meritano

      Elimina
    5. All’origine di molti problemi sta però quella che Carlo Emilio Gadda chiamava “la porca rogna dell’autodenigrazione”. Noi italiani abbiamo bisogno di liberarci da questo vizio endemico e di ritrovare orgoglio e amor proprio.

      Elimina
    6. Si anche Gramsci aveva analizzato ed individuato l'autorazzismo.. penso derivi un po' dal fatto di aver avuto sempre lo straniero in casa e una classe politica e intellettuale venduta a quest'ultimo anche.

      Elimina
  5. Krugman dice che l Italia rischia coi titoli di stato. Che ne pensa ? E per il Venezuela lei che farebbe ??
    Luca il KAKAKATSO PATRIOTA

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Del Venezuela so troppo poco, il problema è politico e sociale prima che economico. Che cosa ha detto di recente Krugman sull’Italia ? Non ho letto sue dichiarazioni.

      Elimina
    2. Krugman dice che si rischia la democrazia liberale in Italia e non si e' abbastanza preoccupati per la stessa per colpa dei partiti liberali PD e Forza Italia che ne pensa, rischiamo attacchi speculativi e la democrazia o presunta tale e' in pericolo ?? Il Venezuela ha un'inflazione spaventosa il popolo e' alla fame stanno emigrando a milioni, e' incredibile come un paese primo produttore di petrolio al mondo sia in queste condizioni, c'e' lo zampino USA ma i venezuelani sono autolesionisti ?
      Luca il KAKAKATSO PATRIOTA

      Elimina
    3. La democrazia liberale in Italia non rischia per colpa del governo attuale, rischia se tornano in sella i partiti che si sono mostrati acquiescenti alla UE - istituzione non democratica. Sul Venezuela, ripeto, non mi pronuncio, i miei sarebbero solo commenti da bar.

      Elimina
    4. Già il fatto di definire l'Italia una democrazia liberale invece di socialdemocratica denota quanto Krugman ne sappia sulla nostra nazione e la nostra politica.. ovviamente Krugman è liberal e liberista non mi meraviglio più di tanto.

      Elimina
  6. Domanda per il dott. Cattaneo: se qualcuno ti dice puoi fallire quando NON hai la sovranità monetaria! se invece usi una moneta straniera,
    fallire puoi, Grecia e Argentina insegnano.
    E' un'asserzione accettata dalla comunità scientifica?
    Lorenzo Zanellato

    RispondiElimina
    Risposte
    1. È un dato di fatto che se i tuoi debiti sono nella moneta che emetti, per definizione puoi sempre rimborsarli. Il problema casomai (ma non è certo la situazione dell’Italia di oggi) è l’inflazione. Per alcune considerazioni sul tema vedi il post del 6.4.2017.

      Elimina