sabato 22 dicembre 2018

I curiosi tentativi di smontare la Moneta Fiscale sul piano giuridico


Sono curiose le dissertazioni di alcuni commentatori secondo i quali il progetto Moneta Fiscale (MF / CCF, come lo chiamo abitualmente) non sarebbe giuridicamente sostenibile in quanto violerebbe i trattati e regolamenti che governano l’Eurosistema.

Un esempio molto recente è questo. Ma le violazioni non sussistono, come in sintesi è illustrato, per esempio, alle pagine 6, 7 e 9 di questa presentazione.

L’aspetto che mi spinge a definire “curiosa” la posizione di chi argomenta il contrario però è un altro. Qual è l’alternativa proposta ? il breakup, la rottura secca dell’euro.

Detto in altri termini: siccome abbiamo il sospetto che il progetto MF / CCF non sia conforme ai trattati… andiamo alla rottura, che CERTAMENTE NON LO E’.

Non so a voi, ma a me la contraddizione appare evidente.

L’articolo di cui al link elenca poi una serie di possibilità tramite cui i “poteri forti”, variamente definiti, potrebbero ostacolare il progetto MF / CCF.

Ma queste non sono analisi giuridiche, sono valutazioni dei rapporti di forza. Possono rivelarsi corrette o meno, l’unico modo di averne certezza è avviare il progetto. Di sicuro, però, con i temi giuridici non hanno nulla a che vedere.

Mentre è sicuro che i temi giuridici sarebbero un grosso impedimento quanto allo scenario di breakup. Che per di più (cosa a mio giudizio senz’altro più importante) è molto, ma molto più complesso sul piano operativo.

In sintesi: tra una strada (relativamente più) semplice e una (molto più) complicata, dove la più complicata è peraltro quella SENZ’ALTRO non conforme ai trattati, a me pare che non ci sia da discutere su quale sia la strada più plausibile: la prima, quindi il progetto MF / CCF.

Certo, serve un governo con idee chiare, determinazione e forte volontà politica. Ma se questi presupposti non esistessero per il progetto MF / CCF, non è minimamente pensabile che sussistano per il breakup.

Mi pare che la scelta tra la due alternative sia chiara, e la valutazione giuridica del problema, lungi dallo smentirlo, lo conferma.


7 commenti:

  1. Beh una via giuridica per uscire dall'euro esiste: l'Art 50 solo che presuppone di uscire proprio dall'Ue. E per farlo bisogna preparare un piano industriale e una potenziale autarchia economica per i primi anni, dato che gran parte degli altri Stati Ue sarebbero contro... Domanda: se per caso si introduce il ccf e ci attaccano lo stesso che cavolo facciamo, dato che il governo non è preparato? Io credo che questo sia il motivo dell'esitare a introdurlo... temono comunque reazione avversa (e se proprio vogliamo dirla tutta, il governo è europeista, tanto è vero che puntano a maggiore integrazione e autonomia macroregioni europee)

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    1. "Se per caso si introduce il ccf e ci attaccano lo stesso che cavolo facciamo, dato che il governo non è preparato?" Evidentemente occorre essere pronti anche a gestire una rottura, fermo restando che con i CCF non ne sussiste la volontà né la necessità. Provocare la rottura peraltro sarebbe un suicidio per la UE (oltre a richiedere mosse, queste sì, in violazione di n-mila trattati…).

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  2. Buongiorno e auguri, ho dato un'occhiata al vostro Progetto (Maggio2018ProgettoMonetaFiscale.pdf),
    vi si ipotizza un PIL incrementato del 2% annuo con i CCF.
    Credo sia troppo poco, inoltre non si capisce come questo possa avvenire, dato che
    siamo strozzati di tasse. Il debito pubblico inoltre continuerebbe a salire, non va bene.
    Il sistema fiscale che abbiamo è prolisso e inefficiente, oltre che costosissimo, e nel
    vostro progetto non vedo proposte di cambiamento, la burocrazia è oggi un peso insopportabile.
    Per darvi un'idea di cosa invece ho in mente io, rispettosamente vi segnalo il libro
    che ho scritto: "Economia e organizzazione di uno Stato".
    Lo trovate a questo link: https://ilmiolibro.kataweb.it/libro/economia-e-diritto/453339/economia-e-organizzazione-di-uno-stato/
    Io sono un ragioniere, consulente finanziario, esperto di economia, finanza, informatica e altre cose.
    Non mi piacciono le complicazioni, alla lunga diventano ingestibili.
    Ho sempre cercato, nella vita, di semplificare.
    Quando ho realizzato cose che altri dicevano essere impossibili, mi sono sempre reso conto che le cose impossibili diventano possibili, se si incentiva la Vita.
    Nel libro ne ho parlato in modo approfondito, ho elencato ciò che serve per attuare un vero cambiamento.
    Il Belpaese, da un punto di vista organizzativo, amministrativo, burocratico,
    economico e finanziario, veste un abito sgualcito, logoro, vecchio e complicatamente inadeguato ad affrontare con successo il futuro che ci attende.
    Non basta mettere delle toppe all'abito, che risulterebbero peggiori del buco.
    Occorre proprio cambiare abito.
    Quindi vi esorto a leggere il mio libro. Lì ci sono soluzioni efficaci, tremendamente efficaci e molto semplici.
    Mi rivolgo a voi con ammirazione, perché vedo nel vostro lavoro un grande impegno
    e senso di responsabilità che vi guida nel cercare di migliorare la situazione in cui versa il nostro amato Paese. Ma temo che i CCF non bastino neppure a scalfire il mostro burocratico che ci sta portando tutti alla rovina.
    Grazie.
    Giampaolo

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    1. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

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    2. Grazie, leggerò. Comunque lei dice che il nostro progetto "ipotizza un PIL incrementato del 2% annuo con i CCF. Credo sia troppo poco, inoltre non si capisce come questo possa avvenire, dato che siamo strozzati di tasse. Il debito pubblico inoltre continuerebbe a salire, non va bene".

      Per chiarire: i CCF sono di fatto una riduzione di tasse. E non costituiscono debito pubblico (vedi la definizione di "debito di Maastricht" nel post del 18.4.2018). Quindi con i CCF il debito pubblico NON sale; al contrario, scende in proporzione al PIL.

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  3. Si, ha ragione, in proporzione al PIL il debito pubblico non sale, ma, nel report, passa da 2263 a 2337 miliardi, in dieci anni. In rapporto al PIL scende, ma in valore assoluto sale. Lo ritengo, rispettosamente, troppo poco. Io voglio la favola. Che è realizzabile!

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    1. Basta rifinanziare con CCF una quantità (relativamente piccola) di debito pubblico via via che giunge a scadenza. Se i CCF prendono piede, questa eventualità (citata nel report anche se non approfondita in dettaglio) diventa assolutamente plausibile.

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