Nei resoconti
giornalistici, l’interazione tra Italia e UE è spesso descritta facendo
riferimento a un non meglio identificato “tavolo”. “E’ fondamentale sedersi al
tavolo”. “Non bisogna restare esclusi dal tavolo”. “Picchiamo i pugni sul
tavolo”.
Mi permetto di
dare, su questo tema, qualche consiglio al nostro governo.
“Sedersi al
tavolo” con la UE è perfettamente inutile, anzi controproducente. Al tavolo UE,
l’Italia si siede esclusivamente per ricevere istruzioni. Quanto propone non
viene preso in considerazione, anzi nemmeno ascoltato.
“Picchiare i pugni
sul tavolo” presuppone di essercisi seduti. Ma quando si picchiano i pugni, si
scopre che il tavolo è di gomma, fortemente elastica. Nessuno dei (presunti)
interlocutori dà il minimo segno di accorgersi che sia successo qualcosa.
“Alzarsi dal
tavolo” se non altro è un’opzione che fa risparmiare tempo. Però, naturalmente,
non risolve nulla.
La strada da
seguire quindi è “passare di fianco al tavolo”, salutare quelli chi ci stanno
seduti, e se ti chiedono “serve qualcosa ?” rispondere “un caffè, grazie”.
Perché
all’economia italiana, per uscire dai suoi problemi, dalla UE non serve proprio
nulla.
Serve mettere in
atto il progetto Moneta Fiscale / CCF. Che non richiede nessuna autorizzazione,
nessuna sovvenzione, nessuna revisione di trattati, nessun sostegno.
Serve la volontà
di procedere, esercitando l’autonomia di cui l’Italia è dotata e facendo leva
sulle potenzialità del paese e del suo tessuto economico. Niente di più, niente
di meno, e niente di diverso.
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