Richiesto di un’opinione dall’ISTAT, l’ufficio statistico della UE (Eurostat) ha affermato che le detrazioni fiscali del “Transition Plan 4.0” devono essere considerate “crediti fiscali pagabili”, e quindi ricompresi nel debito pubblico, in quanto hanno natura di “sussidi”.
Ma lo stesso regolamento Eurostat all’articolo 4.30 precisa al contrario che non c’è sussidio nel momento in cui non sussiste pagamento. E la Moneta Fiscale NON prevede alcun tipo di pagamento, anzi lo esclude in modo perentorio.
Eurostat ha anche sollevato dubbi sulla natura di “crediti fiscali non pagabili” del “Bonus 110%” in quanto la loro cedibilità rende elevata la probabilità che vengano effettivamente utilizzati.
Anche qui, Eurostat fa leva su un’interpretazione che non si può neanche considerare estensiva, bensì inventata di sana pianta. Come dice il nome stesso, “credito fiscale pagabile” è quello che dà luogo a un impegno di pagamento. L’alta o bassa probabilità di utilizzo da parte del detentore del credito non ha nessun rilievo ai sensi dei regolamenti.
È legittimo il dubbio che dietro a queste strampalate “interpretazioni” tecniche ci sia la volontà di depotenziare uno strumento che, agli occhi delle istituzioni comunitarie (o forse solo di qualche funzionario animato da eccesso di zelo male indirizzato) consente agli Stati un recupero di autonomia nella definizione delle linee di politica economica.
È comunque un tema troppo importante perché ci si debba bloccare su fantasiose “letture” dei regolamenti. Se il “defaultable debt” in rapporto al PIL cala, nessuno può sensatamente eccepire che la circolazione di Moneta Fiscale crei scompensi al sistema: al contrario, li risolve.
Governo e parlamento italiano devono esigere che questo concetto sia inequivocabilmente recepito dalle autorità UE, se opportuno anche ottenendo di incorporare i necessari chiarimenti formali nella processo di revisione del Patto di Stabilità e Crescita. La revisione del Patto è un passaggio cruciale, e deve portare a una sua ridefinizione che ne elimini le disfunzionalità.
Il tema è
politico, e la sua portata è enorme.
Mi sembra che il discorso, più volte ribadito e sottolineato, sia molto chiaro e se non viene "compreso" c'è il fondato sospetto che siano in malafede...Auguri per la sua prossima audizione.
RispondiEliminaIl sospetto c’è ma non si demorde. Grazie !
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