La funzione di emissione della moneta deve essere istituzionalmente subordinata a un governo democraticamente eletto. E’ indispensabile per preservare la democrazia.
Di fronte a questa affermazione, spesso mi viene proposta la seguente obiezione. Chi lavora presso le banche centrali e i ministeri dell’economia è comunque fortemente condizionato dall’establishment finanziario. E la ragione è evidente: si tratta di persone che hanno ambizioni di carriera, magari proprio presso le grandi istituzioni finanziarie, che offrono (tra l’altro) posizioni pagate molto, MOLTO meglio. E ingraziarsi l’establishment finanziaria è quindi una tentazione a cui non è facile sfuggire.
Ma questo è un motivo in più, non in meno, per cui la funzione di emissione monetaria debba essere FORMALMENTE sotto il pieno controllo del potere politico. Perché SOSTANZIALMENTE lo sarà solo a metà. Ma l’alternativa è avere un governo dell’economia COMPLETAMENTE in mano alle grandi istituzioni finanziarie e al big business.
Il potere del denaro resterà sempre forte, parecchio
forte. Ma appunto per questo serve un sistema di contrappesi. E non mi viene in
mente nulla di meglio della democrazia parlamentare per fare in modo che i
contrappesi esistano e operino.
Domanda: come mai nella Costituzione italiana non è previsto a chiare lettere?
RispondiEliminaAltra domanda: come mai non è previsto a chiare lettere nelle costituzioni dei paesi occidentali, USA su tutti?
Terza domanda: manine ( si fa per dire, per non dire manone! ) massoniche dei banchieri pupari, o che altro?
Di sicuro l'influsso dell'establishment finanziario si è fatto sentire. Va però anche detto che l'importanza del rapporto governo - istituto di emissione è diventata chiara e conclamata solo in tempi recenti.
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