Ricevo e con
piacere pubblico il seguente documento, elaborato dagli organizzatori dell’incontro
(Alberto De Carli, Andrea Signorini e Claudio Zanasi).
Si è svolto, l’1 e 2 Febbraio 2014 a Gambulaga (FE) presso
l’Agriturismo “Ai due Laghi”, promosso dal “Gruppo Economia Ferrara” e
“Progetto Verità” di Bologna,
un incontro programmatico-organizzativo,
con la partecipazione di personalità di altissimo profilo professionale sul
piano economico e storico; hanno partecipato anche esponenti dei due gruppi di
studio.
I nomi dei relatori (in
ordine alfabetico, inclusi esponenti gruppi di studio) :
Dott. Daniele Basciu
Dott. Marco Cattaneo
Geom. Alberto De Carli
Dott. Antonino Galloni
Prof. Claudio Moffa
Prof. Antonio Maria Rinaldi
Dott. Paolo Tanga
Dott. Gian Luigi Ugo
Dott. Giovanni Zibordi
Tutti convengono sul fatto che è necessario creare un “Laboratorio” di idee e di pensiero,
aperto al contributo di tutti coloro che ne condividano le finalità, avente come riferimento comune, il
raggiungimento per l’Italia della piena
Sovranità Monetaria ossia, della prerogativa che deve appartenere a tutti
gli Stati che ambiscano a definirsi “Sovrani”, di poter emettere/coniare la
propria moneta.
Consideriamo che lo Stato, a normativa vigente, non può battere
moneta cartacea, ma può emettere certificati di credito fiscale che consentano
di surrogare il denaro come mezzo di pagamento della fiscalità, e sopperire
dunque alla cronica mancanza di liquidità, anche perché, detti certificati,
sarebbero oggetto di scambio fra coloro
che li detengono.
Già sappiamo che, in ambito UE, diversi Stati fra cui la Gran Bretagna ,
detengono questo diritto/dovere, sancito, tra l’altro, dagli articoli 139 e 140
del trattato unificato Maastricht - Lisbona, il quale prevede, per chi lo
richieda, lo status di “Stato in deroga”.
Gli U.S.A. lo hanno inserito nella loro Costituzione, nell'Agricultural Adjustment Act del 1933, che prevede
che il Presidente, possa avvalersi dell’ordine
esecutivo 11110, (ordine
esecutivo firmato il 4 giugno 1963
dal presidente degli
Stati Uniti John Kennedy).
Per il raggiungimento di questo tanto ambizioso quanto naturale
obiettivo, sono state delineate, durante l’incontro-dibattito, strategie
diverse, aventi modalità e tempi di realizzazione intermedi all’obiettivo
finale.
Esse corrispondono ad altrettante soluzioni che hanno il duplice
scopo di ottenere :
1) Nel breve periodo un significativo miglioramento della precaria
condizione economica che ormai da anni attanaglia il nostro Paese;
2) Il vantaggio di offrire una via percorribile per realizzare
un’uscita “morbida” dall’euro.
Negli allegati, un’ampia
descrizione di queste possibili soluzioni.
Il Laboratorio non ha né vuole avere connotazioni politiche, ben
consapevole che già nulla è più politico della moneta stessa.
Il Laboratorio si rende disponibile ad accogliere il contributo di
energie le più diverse, purché animate dal medesimo, imprescindibile anelito di
indipendenza, di sovranità di libertà.
La grande finanza apolide sta distruggendo l’autonomia,
l’identità, la libertà e la stessa vita degli Stati e dei loro popoli, togliendo
a poco a poco ogni residua forma di democrazia e di dignità a centinaia di
milioni di persone, che hanno come poco edificante prospettiva innanzi a loro,
quella di divenire schiavi in un’Europa ed in un mondo dal quale non si sentono
più rappresentati, ed a cui non si sentono più di appartenere .
In questo particolare momento storico, in cui la società
TUTTA pare aver smarrito il senso del reale, il collegamento fra popolo e
governanti, il significato di bene comune,
il senso di "comunità":
in una parola il "buon"
senso, noi ci sentiamo fieri di proclamare
che abbiamo la presunzione di avere individuato alcune tra le soluzioni
possibili per ridare al popolo Italiano la
propria libertà, autonomia monetaria,
e benessere economico.
Precisiamo: tutto ciò per il 99% dei cittadini,
escludendo quell'1% che fino ad ora ha
usurpato i diritti, la dignità, il lavoro e le ricchezze del resto della
popolazione.
Dobbiamo recuperare la memoria storica del nostro Paese,
che ci insegna come sia possibile trasformare il nostro Paese, da colonizzato
ad indipendente, anche sul piano monetario.
Conserviamo a memoria di ciò, un patrimonio storico,
architettonico, artistico e paesaggistico unico al mondo che tutti i paesi ci
invidiano e che è assolutamente poco valorizzato.
Ognuno di noi può fin
da ora partecipare a questa che a tutti gli effetti è una rivoluzione non
violenta, culturale, rendendosi attivo nei confronti delle realtà umane con le
quali già è in contatto: i famigliari, i parenti, gli amici, i conoscenti, ma,
anche gli Enti Locali, il Parlamento, fino al Presidente della Repubblica.
Gli obiettivi
raggiungibili a brevissimo termine
sono né più né meno, altrettanti diritti
di cui quel citato 1% ci ha progressivamente privato dalla fine degli anni '70 :
UNO: Un
diritto al lavoro per tutti, al fine d'ottenere una libera e dignitosa esistenza
(art.36 della Costituzione);
DUE: Una
sensibile riduzione del carico fiscale, ed una sua molto più equa
redistribuzione;
TRE: Una
rinegoziazione di tutti i trattati internazionali, o meglio:
sovranazionali;
QUATTRO: Una
rilettura di tutte le leggi, bancarie e monetarie, degli ultimi 35 anni;
CINQUE: Una
uscita"morbida "dall'euro (che è una moneta
"straniera" emessa da un organismo privato sovranazionale che nulla
ha a che fare con lo spirito di una Europa unita, moneta che impedisce
completamente di progettare ed attuare una organica e seria politica economica
in ciascuno dei paesi sotto il suo giogo).
Alessandro Pedone: Io parteciperei volentieri ma non mi è chiaro il punto 5, cosa s'intende per "uscita morbida". Io credo che non dobbiamo uscire dall'Euro, credo che dobbiamo trasformare l'Euro da una moneta UNICA ad una moneta COMUNE. Inoltre, penso che sia importante chiarirci su un'aspetto: noi non abbiamo mai perso la sovranità monetaria. Abbiamo semplicemente smesso di utilizzarla. Se uno stato ha la sovranità fiscale, se può imporre tasse, naturalmente ha anche la sovranità monetaria, le due cose non sono scindibili. La moneta ha valore perché uno stato accetta di farsi pagare le tasse con quella moneta. Se ci fosse maggiore chiarezza su questo punto 5, e se fosse chiaro che l'obiettivo è quello di promuovere i CCF e non uscire dall'Euro, io sarei della partita.
RispondiEliminaSi intende esattamente quello: introduzione di CCF o altro meccanismo con effetti analoghi, comunque per affiancamento e progressiva sostituzione dell'euro - senza rotture deflagranti.
EliminaDott. Cattaneo, le posso chiedere gentilmente un parere su questo articolo:
RispondiEliminahttp://scenarieconomici.it/in-giappone-si-schianta-lattivo-della-bilancia-dei-pagamenti-a-livelli-di-30-anni-fa/
A me sembra quantomai una proposizione di dati parziali e di parte ma forse sbaglio. Io credo che la situazione "Giappone" sia ben diversa in termini macroeconomici rispetto a quella Europea.
Decisamente diversa e molto migliore. L'equivoco è che il Giappone non ha svalutato per migliorare la bilancia commerciale, ha svalutato per poter rilanciare l'economia SENZA sbilanciare eccessivamente la bilancia. Commentavo il tutto nell'articolo del 19.12.2013 (citato anche da un lettore di Scenari Economici, se ci fa caso) e la situazione mi pare in linea con quanto detto in quella sede.
EliminaEgr. Dr. Marco, ciao, Ti segnalo che ho ripubblicato il testo del MANIFESTO sul mio blog, e che Claudio si chiama Zanasi, è un errore di battitura ......... :-)
RispondiEliminaCorreggo subito ! :)
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