giovedì 20 marzo 2014

Parte prima - Affiancamento e sostituzione della nuova moneta nazionale all’euro: come potrà avvenire


UNO, debito pubblico e finanza pubblica in genere

A partire dall’avvio del progetto CCF, lo Stato italiano cessa di emettere titoli di debito pubblico espressi in euro.
 
Emette al loro posto titoli denominati in Lire Fiscali, sia a breve (dodici mesi o meno: BOT fiscali) che a medio-lungo termine (BTP fiscali, con scadenze analoghe agli attuali BTP in euro).

I titoli denominati in Lire Fiscali danno diritto al sottoscrittore di ricevere interessi (in funzione del tasso applicato) e rimborso di capitale a scadenza, come qualsiasi titolo obbligazionario: ma, appunto, espressi in Lire Fiscali, non in euro.

Le Lire Fiscali saranno utilizzabili (esattamente come i CCF, quando questi ultimi giungono a scadenza) per soddisfare qualsiasi obbligazione finanziaria nei confronti della Pubblica Amministrazione italiana.

Lo Stato italiano non sarà quindi condizionato dalla necessità di collocare sul mercato titoli di debito espressi in moneta non sovrana (quale l’euro) e dai connessi andamenti dei mercati finanziari internazionali.

La percentuale di debito pubblico italiano espresso in moneta non sovrana calerà rapidamente. Oggi quasi due terzi del debito in circolazione scadono entro meno di sei anni (dati Ministero dell’Economia al 28.2.2014):
 
Debito pubblico italiano in circolazione – ripartizione percentuale per scadenza
Anno 2014          20%
Anno 2015          12%  cumulato    32%
Anno 2016          9%    cumulato    41%
Anno 2017          10%  cumulato    51%
Anno 2018          7%    cumulato    58%
Anno 2019          6%    cumulato    64%
Anni 2020-2028  25%  cumulato    89%
Anni 2029-2063  11%  cumulato    100%
 
Se non si effettuano più nuove emissioni in euro, in meno di sei anni resterà quindi in circolazione debito pubblico in moneta non sovrana pari a poco più di un terzo delle consistenze attuali, e il valore continuerà a declinare negli anni successivi (diventando progressivamente sempre più trascurabile).
 
Nel frattempo, anno dopo anno lo Stato italiano sosterrà quote crescenti di spesa pubblica non più in euro ma in Lire Fiscali, che verranno accettate (in analoga proporzione) dallo Stato stesso in accettazione di pagamenti nei suoi confronti.

Per essere integralmente fedeli al concetto di “Riforma Morbida”, occorre che nessun contratto preesistente venga forzatamente ridenominato, ex lege, da euro a Lire Fiscali.

Saranno quindi sostenute in Lire Fiscali e non in euro le spese per nuove assunzioni, per nuovi contratti di lavoro, per nuovi appalti, eccetera, mentre resteranno in euro le altre (ma tuttavia incideranno, in proporzione, sempre di meno).

Per tutelare il potere d’acquisto dei dipendenti in sede di rinegoziazione dei contratti collettivi di lavoro, andranno inserite adeguate clausole di indicizzazione al costo della vita.

Anche in questo caso, si può stimare che nel giro di sei anni dall’avvio della Riforma Morbida la quota di spese pubbliche ancora sostenute in moneta non sovrana sia pari a circa un terzo del totale o anche meno. E’ plausibile che questa quota residua di spesa pubblica sia in buona parte costituita da pensioni (per la parte riconducibile a contributi versati prima della Riforma Morbida: vedi anche il punto SETTE negli articoli successivi).

Il processo potrà essere accelerato offrendo conversioni su base volontaria, anche qui con clausole compensative (in particolare di indicizzazione e tutela del potere d’acquisto).

L’utilizzo di Lire Fiscali per sostenere quote crescenti di spesa pubblica alimenterà la consuetudine generale al loro utilizzo corrente anche da parte del settore privato. Questo accelererà lo sviluppo di un segmento specifico del mercato del credito (erogazioni di finanziamenti in Lire Fiscali).

18 commenti:

  1. No ho capito, e chiedo scusa per la mia ignoranza, se la frase "Le Banche, quando erogano prestiti ai oro clienti, creano denaro" è un'affermazione di come stanno le cose oggi, o una previsione/auspicio di come potrebbe essere in fututo.

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    1. E' un dato di fatto: se la mia banca mi concede un mutuo per 100.000 euro, immediatamente i miei depositi presso la banca medesima aumentano dello stesso importo e c'è più moneta disponibile nell'ambito del sistema economico.
      Poi (anzi immediatamente) io uso i 100.000 per pagare la persona che mi ha venduto un immobile, il che diminuisce i MIEI depositi e incrementa i SUOI. E la moneta continua a esistere nell'ambito del sistema.
      Naturalmente il meccanismo funziona anche al contrario: oggi il credito erogato sta scendendo, la moneta in circolazione pure, il che non fa che alimentare la spirale deflattiva e la contrazione di domanda, PIL e occupazione.

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    2. per gregorio
      si riferisce alla riserva frazionaria. cioè le banche possono prestare più di quanto hanno in cassa in alcune fasi. questo non vuol dire che il sistema stia prestando di più perché dipende da quanta moneta al tempo stesso sta rientrando tramite tasse ai cittadini.

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  2. MI sfugge ancora l'attimo della "creazione", ma sicuramente sono io che mi devo sforzare di più. La banca mi concede il prestito di 100mila perchè li ha, o meglio: nel momento in cui sul mio conto appare +100.000 su qualche altro conto della banca deve apparire -100.000. Se cosi non fosse cosa frena le banche dal concedere prestiti allegramente? E perchè periodicamente si dice che le banche sono in crisi e quisi bisogna iniettare nuovi soldi, pubblici solitamente? Basterebbe crearli, prestarli...

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    1. Infatti la banca ha +100.000 (credito verso Gregorio) e nello stesso tempo -100.000 (deposito di Gregorio presso la banca, che per la banca è un debito).
      Quello che trattiene la banca dal creare moneta all’infinito espandendo i prestiti è, appunto, il fatto che crescono contemporaneamente attivo e passivo. Se i debitori della banca non pagano, la banca diventa insolvente nei confronti dei suoi depositanti (o deve ricorrere a salvataggi pubblici). Il limite all’espansione dei prestiti sta nella possibilità di reperire soggetti che vogliano indebitarsi E CHE NELLO STESSO TEMPO PERO’ siano sufficientemente affidabili.

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    2. mi dispiace dissentire ma se lei prende in prestito 100mila nessuno ha creato nessun valore visto che lei ha dato garanzie che di solito sono superiori ai 100 presi in prestito. che siano mattoni, soldi, decurtazione di stipendi o orologi d'oro, sempre valore sono.

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    3. Le garanzie ci sono per alcuni tipi di finanziamento, per altri no.
      Ma il punto non è questo. Non si è detto che si è creato VALORE. Si è detto che si è creata MONETA. Il saldo netto è zero, ma aumenta il totale della moneta esistente (e dall'altro lato, il totale dei debiti in essere).

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    4. i finanziamenti senza garanzie esistono solo in america nei periodi di crescita, in europa e italia non si sono mai visti. anche il fondo perduto in realtà è coperto da enti parastatali che lo accollano allo stato e quindi ai cittadini con le tasse. ed è solo una piccola parte di un finanziamento. il finanziato non lo sa ma è così.

      non conta la quantità di "moneta" in circolo ma il suo valore intrinseco che viene controllato con il tasso di sconto.

      riguardo le banche non sono più insolventi in nessun caso. in tal caso collasserebbe il sistema. possono al massimo non essere convenienti ma non insolventi.

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  3. Scusami Marco, le mie obiezioni sono 2:

    1) Siete certi che Bruxelles-Berlino accettino questo sistema? Se non consentono neppure uno sforamento del 3%, a mio parere difficilmente accetteranno un affiancamento di un'altra valuta nazionale oltre all'euro (peggio ancora se non emessa dalla BCE).

    2) Se esportazioni ed importazioni continueranno ad essere fatte in euro, continueremo ad accumulare squilibri nella Bilancia commerciale e quindi ad incamerare debito estero, oltre che un export immutato e quindi una domanda estera invariata.

    Perchè invece non ritornare ad una nuova lira immediatamente? Quale sarebbe il problema insormontabile per farvi pensare che il vostro approccio sia migliore del semplice abbandono dell'euro?

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    1. 1) La Riforma Morbida non ha bisogno di NESSUNA autorizzazione per essere attuata. Bruxelles e Berlino non possono fare nulla per bloccarla (e se potessero a maggior ragione bloccherebbero il break-up).
      2) Una parte sostanziale delle emissioni di CCF sono destinate a ridurre il carico fiscale che grava sul costo del lavoro sostenuto delle aziende. Si ottiene una riduzione del CLUP vicina al 20%, la stessa che viene stimata necessaria per mantenere il equilibrio i saldi commerciali dopo il riallineamento valutario conseguente a una svalutazione.
      3) Non ci sono problemi insormontabili a un ritorno alla lira mediante break-up, ma parecchie complicazioni tecniche e molta difficoltà a ottenere un consenso sufficientemente omogeneo da parte della pubblica opinione. Perché scegliere una strada difficile, inefficiente e controversa quando ne esiste un'altra decisamente più agevole ?

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    2. 1) Si, Marco d'accordo che non abbiamo bisogno dell'autorizzazione per farlo ma l'affiancamento di un'altra valuta all'euro sancirebbe ritorsioni economiche di Bruxelles-Berlino contro l'Italia, generando tensioni sui titoli di stato e quindi con seri danni alle banche commerciali italiane (oltre che allo stato stesso) piene zeppe di titoli pubblici italiani.

      2) Perfetto, quindi il vostro obiettivo è quello di recuperare competitività interna ed estera non attraverso la svalutazione della moneta ma tramite la riduzione del CLUP.

      3) Però le complicazioni tecniche le vedo anche con la vostra proposta (vdi punto 1). Che sia più agevole e più efficiente non lo saprei valutare.

      grazie per le risposte

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    3. Ma dal momento in cui abbiamo una nostra valuta, cessiamo di emettere titoli di debito pubblico in euro e li emettiamo solo nella valuta sovrana. A quel punto non ci sono più ritorsioni possibili ! se istituzioni straniere si mettono a vendere titoli già esistenti (in euro) il massimo che possono fare è far scendere di valore le emissioni già collocate, non le nuove. E' esattamente la stessa situazione che si ha se, dopo il breakup, lo Stato italiano emette solo titoli in Nuove Lire e non più in moneta straniera.

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    4. Tutto corretto, ora mi è chiara la vostra strategia.

      Però Marco vorrei fare un'altra considerazione:
      se l'italia adotta questa Riforma Morbida(la doppia moneta) e produce ottimi risultati (cosa assai probabile), altri paesi dell'eurozona tenteranno di percorrere la stessa strada ed alla fine la BCE diventa inutile, come pure diverrebbe forse inutile l'euro per la Germania.

      Insomma la Riforma Morbida potrebbe non evitare la fine dell'euro, cioè il fatto che alla fine si torna alle singole valute nazionali.


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    5. Certamente. La Riforma Morbida non è il modo per evitare la fine dell’euro. E’ il modo per “disinnescarlo” evitando effetti collaterali dannosi.
      Anch’io sono convinto, anzi auspico, che appena un paese la adotterà, gli altri seguiranno in tempi brevissimi.
      Successivamente si può continuare con la combinazione euro + CCF paese per paese, oppure tornare, totalmente ed esclusivamente, alle monete nazionali. Non è indispensabile deciderlo immediatamente.

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    6. hai ragione oreste ma la contrarietà ad affiancare una moneta non è tanto quella che dici tu ma il fatto che due monete entrerebbero in competizione e tutti sanno che la moneta peggiore vince sempre. proprio perché essendo peggiore, più svalutata, si usa di più mentre quella di valore viene tesaurizzata cioè "nascosta o accumulata" come si fa con l'oro. nessuno è così pazzo da mettere due monete in competizione. al massimo si tenterà di svalutare l'euro. questa lentezza è tipica europea, ovvero a svalutarsi devono essere le persone non le ricchezze.

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  4. Grazie Marco per il confronto costruttivo.

    Però essendo una persona molto pragmatica, non credo che la Riforma Morbida verrà attuata. Richiederebbe competenza in macroeconomia per capirla che non c'è. A mio parere o si sfascia tutta l'unione monetaria o si divide in 2 parti.

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    1. E' sicuramente possibile. Il mio contributo è quello di un tecnico: ho identificato una strada che (a mio parere s'intende, immodestamente mi pare comunque che gli argomenti siano solidi) risolve il problema in modo decisamente più efficiente.
      Poi ci sono le dinamiche politiche che sono effettivamente tutta un'altra questione, e potrebbero certamente condurre a evoluzioni più traumatiche, come ipotizzi (temi ?) tu.
      Vedremo. A me sembra importante sviluppare percorsi alternativi, e diffondere intanto la consapevolezza che esistono.

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  5. non vi scervellate troppo a trovare soluzioni. gli euroscettici sono solo politici che si metteranno al posto dei politici attuali. è un trucco per salire al potere non per cambiare il potere.

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